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Mensile telematico di archeologia, turismo, ambiente, spettacolo, beni e attività culturali, costume, attualità e storia del territorio in provincia di Barletta–Andria-Trani e Valle d’Ofanto

Iscritto in data 25/1/2007 al n. 3/07 del Registro dei giornali e periodici presso il Tribunale di Trani. Proprietario ed editore: Comitato Italiano Pro Canne della Battaglia - Barletta (BT)

 

17/01/2016.  BARLETTA – SALVIAMO L’ULTIMO TRABUCCO: PARTE IL PROGETTO “MUSEO DEL MARE DIFFUSO”. L’ANNUNCIO DELL’AVVENUTA DETERMINAZIONE E LE DICHIARAZIONI DELL’ASSESSORE GAMMARROTA: “I TRABUCCHI SONO MANUFATTI STORICI CHE CARATTERIZZANO IL PAESAGGIO COSTIERO" .

Ecco il testo integrale della nota stampa diffusa via social e sui media territoriali dall’assessore alle manutenzioni Giuseppe Gammarota (La Buona Politica) sull’avvio delle procedure per l’ultimo trabucco sul molo di Levante nel quadro di un più ampio progetto.

“Con determina del 24 dicembre 2015 N°1925, ha preso il via il progetto relativo al RECUPERO FUNZIONALE E ALLESTIMENTO MUSEALE DEL TRABUCCO. Il recupero del trabucco passa attraverso la necessità di recuperare il rapporto di Barletta con il suo passato e presente “marinaro”. Da qui, il progetto : “MUSEO DEL MARE DIFFUSO”.

Lo abbiamo offeso, vilipeso, inquinato, abusato, violentando anche le sue coste. A volte lo abbiamo vissuto con fastidio, assuefatti dal fatto che il mare ha generato Barletta che quindi non meritava ulteriore attenzione.

La nostra città prima ancora di diventare una città industriale, prima ancora che contadina, è stata una comunità marinara. E’ dal lavoro che il mare offriva che si è alimentata, cresciuta , prosperata.

La realizzazione del porto, è certamente l'opera che per anni ha legato indissolubilmente Barletta con il mare.
Una ferrovia (piccola ferrovia) che collegava direttamente il porto con la stazione ferroviaria; linea ferroviaria che collegava la "Cementeria di Barletta" con il porto, L'ufficio Dogana, un grande mercato ittico con relativo sportello bancario dove si vendevano con il sistema delle aste, tutto il pescato della ricca e numerosa flotta peschereccia che insisteva nel porto. Veri e propri armatori che investivano nella costruzione di possenti pescherecci è che davano lavoro a molti pescatori, Un cantiere navale, con maestri d'ascia in grado di costruire rimessare, varare e alare barche di tutte le dimensioni.

Ma l'opera che più di ogni alta ha caratterizzato il nostro porto è' stata La "teleferica di Barletta". Fu costruita nel 1955 e collegava il porto di Barletta con la vicina città di Margherita di Savoia per velocizzare il trasporto del sale. Questa incredibile intuizione costata miliardo di lire, per anni è' stata il simbolo della crescita e dello sviluppo del nostro territorio. Quell'opera che oggi sarebbe stata una imponente testimonianza di archeologia industriale , per non parlare di un eventuale è unica teleferica che avrebbe potuto trasformarsi in teleferica passeggeri Barletta-Margherita di Savoia e ritorno, fu miserabilmente abbattuta. Oggi di quella fantastica opera ci sono poco e tristi ruderi che testimoniano come l'uomo può essere lungimirante e nello stesso tempo altrettanto stupido nella sue scelte. Vale la pena ricordare chi furono i principali fautori dell'opera: Isidoro Alvisi, all'epoca sindaco di Barletta e il senatore Ferdinando Casardi. Gente che credeva nello sviluppo della città che amministravano.

Il porto di Barletta, rappresenta la più antica testimonianza cittadina e nel corso dei secoli è stato non solo la prima fonte di guadagno della comunità ma anche lo strumento principale per espandersi ed affermarsi.

In questo contesto furono realizzati anche cinque “trabucchi”, sia nella parte esterna del porto verso Ponente che sulla parte esterna del braccio di Levante. Oggi c’è solo una testimonianza di queste bellissime opere. La sua storia legata al mare non può e non deve essere dimenticata ed è per questo che il recupero e la valorizzazione dell’ultimo trabucco esistente è fondamentale e importante per la storia della nostra comunità. Esso deve essere recuperato, ricostruito, riconsegnato alla città al fine di diventare il primo tassello di un “museo del mare diffuso” che sappia descrivere, raccontare, il nostro passato legato al mare.
Il recente disegno di legge approvato dalla giunta regionale pugliese ha lo scopo di promuovere, valorizzare e recuperare i trabucchi.

I trabucchi sono manufatti storici che caratterizzano il paesaggio costiero del basso Adriatico ed rappresentano un elemento del patrimonio identitario della Regione Puglia. "Anticamente utilizzato come strumento di una particolare tecnica di pesca – scrive il consigliere regionale Filippo Caracciolo – i trabucchi presenti sul tratto della costa pugliese sono simboli della tradizione marinara di molte zone della Regione. La loro struttura ha bisogno costante di cura e manutenzione senza la quale rischiamo di perdere un elemento vitale del patrimonio che con l'iniziativa intrapresa dalla giunta regionale si vuole tutelare e conservare. Cultura, patrimonio ed identità sono aspetti fondamentali da coltivare che trovano una loro perfetta sintesi, anche simbolica, nei trabucchi". La Regione può prevedere l'erogazione di contributi privilegiando interventi legati alla funzione originaria dei trabucchi o che ne garantiscano comunque la fruizione pubblica".

L’idea di recupero che si intende realizzare mira non solo al recupero del manufatto così come nella sua originaria fattura, ma anche all’utilizzo dello stesso manufatto quale luogo museale integrato all’interno del progetto di “MUSEO DEL MARE DIFFUSO” di cui il trabucco può rappresentare uno dei capisaldi.

Il Progetto “museo del mare” parte dal recupero del trabucco per attraversare altri manufatti che dovranno essere inclusi, quale il faro Napoleonico ubicato nel porto di Barletta . Fu realizzato da Carlo III di Borbone, nel 1750 per il molo fortificato di Barletta. Del muro di Carlo III oggi restano alcuni resti all'altezza dei portuali. una sequenza di archi fa individuare il posto delle latrine anticamente adiacente al contumaciale, dov'erano isolati in quarantena i naviganti sospetti d'essere portatori di contagio. Il nuovo assetto del porto venne inaugurato nel 1807 da Giuseppe Napoleone I, fratello del Bonaparte, che fu re di Napoli dal 1806. Il traffico dei grani rappresentava l'unica risorsa per la città. Alto quindici metri, era alimentata ad olio fino al 1913 a luce fissa ed intermittente con l'alimentazione ad acetilene, sostituita poi da illuminazione elettrica. Il faro è attualmente inaccessibile perchè pericolante e necessita di urgente restauro.

Anche Porta Marina ha la possibilità di ospitare nel suo spazio testimonianze della nostra marineria . Porta Marina, con la sua piazza cosi carica di storia è essa stessa parte del Museo del mare.

Altro luogo che può essere incluso per il “MUSEO DEL MARE DIFFUSO” è un manufatto di più recente costruzione (cui si allega immagine), che potrebbe ospitare aree espositive e informative relativamente alle “attività turistiche marinare” di Barletta. Una tale idea richiederà una programmazione pluriennale per la sua progettazione complessa polifunzionale e multi sito, mirata alla individuazione di finalizzazioni storico-culturali concepite da studiosi professionisti esperti, per consentire la realizzazione di percorsi guidati per la visita, di tipo didattico o turistico valenza storico-culturale .

Ecco perché alla luce di quanto sopra, ritengo di fondamentale importanza partire dal recupero funzionale del trabucco, già condiviso con la Giunta Comunale nell’ambito dell’approvazione della proposta del piano triennale delle opere pubbliche n. 211 del 29/10/2015, nel rispetto della sua originaria fattura, allestendolo come luogo museale marino, integrato all’interno del “MUSEO DEL MARE DIFFUSO”, di cui il trabucco, come si diceva, rappresentera' uno dei capisaldi.


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