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26/05/2006.  CANOSA - «Giù le mani dai reperti».

Il sindaco Ventola ribadisce alla Provincia di Bari la necessità che non venga smantellata l'esposizione di Palazzo Sinesi «La collezione Varrese resta qui»

«Giù le mani dai reperti dell'ipogeo Varrese»: è questo l'avvertimento che il sindaco Francesco Ventola ha rivolto, senza mezze misure, al presidente Divella appena è venuto a conoscenza dell'idea della Provincia di Bari di riappropriarsi della disponibilità dei reperti archeologici dell'ipogeo Varrese.

«Tale iniziativa, che abbiamo fortuitamente appreso dalla Soprintendenza archeologica della Puglia, è partita - sbotta il sindaco - da una non meglio identificata verifica inventariale, decisa senza sentire il dovere di coinvolgere l'Amministrazione e per la quale lo stesso Soprintendente Andreassi, ha dichiarato, invece, potersi adeguatamente ed ugualmente effettuare presso la sede di Canosa, ove il complesso dei reperti archeologici è oggetto di esposizione, costituendo parte essenziale dell'attuale percorso allestitivo di Palazzo Sinesi, che rappresenta il punto di riferimento degli itinerari espositivi della nostra città, inserito significativamente in una visione integrata del complesso patrimonio archeologico e culturale canosino».

«Peraltro - sottolinea Ventola - l'articolato percorso, che ha portato il corredo funerario nell'attuale collocazione, testimonia una compiuta collaborazione tra soggetti di differente estrazione (pubblico-privato) i cui indubbi vantaggi hanno da ultimo portato il nostro Comune, d'intesa con la Soprintendenza di Taranto, ad affidare alla Fondazione archeologica la gestione dei siti archeologici. Il presidente della Provincia di Bari, Divella, si dimentica dei nostri bisogni inderogabili, che vanno dall'edilizia scolastica alla viabilità provinciale, ma è pronto ad iniziative di «rapina» quando i tesori del nostro territorio possono essere utili ad imbellettare desideri che vanno in barba alle più coerenti opportunità di promozione e di conoscenza del patrimonio ed alle migliori condizioni di utilizzazione e di fruizione pubblica dello stesso che l'attuale collocazione certamente assicura».

Da anni la comunità assiste all'emorragia di schegge importanti del suo passato. Da anni reperti archeologici, che andrebbero letti nel luogo del rinvenimento, varcano i confini territoriali per prendere, spesso senza alcun valido motivo, posto in altri musei. Questo ennesimo trasferimento, anche se solo ventilato, cade in un momento particolare della vita della comunità, attenta ed interessata, molto più del passato, alla valorizzazione ed alla conservazione dei suoi tesori.

«La storia della nostra città ed il suo patrimonio archeologico spesso sono entrati in rotta di collisione - conclude il sindaco- con le ipotesi di sviluppo che nel tempo si sono, di volta in volta, ipotizzate. Oggi, invece, con un più convinto sforzo di tutti sul percorso intrapreso, vogliamo caratterizzare il nostro futuro, puntando fortemente sulle vocazioni che rivengono dalla nostra storia e dal nostro territorio. Su questi problemi il presidente Divella sicuramente troverà su un fronte unico tutti i cittadini, indipendentemente dall'appartenenza partitica».

Antonio Bufano

Fonte: La Gazzetta del Nord Barese 26/05/2006






 

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