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Mensile telematico di archeologia, turismo, ambiente, spettacolo, beni e attività culturali, costume, attualità e storia del territorio in provincia di Barletta–Andria-Trani e Valle d’Ofanto

Iscritto in data 25/1/2007 al n. 3/07 del Registro dei giornali e periodici presso il Tribunale di Trani. Proprietario ed editore: Comitato Italiano Pro Canne della Battaglia - Barletta (BT)

 

05/07/2017.  TRASPORTI - DALLA STORIA DELLA LINEA BARLETTA-SPINAZZOLA ALL'ATTUALITA' DEL PROGRESSIVO ABBANDONO DI UNA TRATTA VITALE PER IL TERRITORIO PROVINCIALE ED INTERREGIONALE. IL PUNGENTE INTERVENTO DI MICHELE GRIMALDI (ARCHIVIO DI STATO) RICHIAMA LA POLITICA .

Permettetemi, prima di ricordare l’esaltante passato, di parlarvi dello “sconcertante” presente e di tutto quello che “non” si sta facendo per salvare la nostra (nel vero senso della parola) linea ferroviaria Barletta-Spinazzola.

Indubbio merito va riconosciuto a Grazia Di Bari e Antonio Trevisi, del gruppo consiliare 5 Stelle alla Regione Puglia i quali, in questi giorni, stanno alzando la voce per porre all’attenzione dell’opinione pubblica, il caso ferrovia Barletta-Spinazzola “… praticamente abbandonata a se stessa, senza tenere in alcun conto l’isolamento e i disagi di cui ormai sono vittime quelle popolazioni… Da un anno continuiamo a denunciare i disagi dei pendolari. Quanti anni dovranno ancora passare per poter viaggiare in modo dignitoso sui treni pugliesi? ”.

Ma quale vergogna e che differenza abissale tra l’attuale classe dirigente e quella che 122 anni fa si impegnò, anzi lottò per avere quella linea ferroviaria.

Proprio così perché, a pochi anni prima che l’Italia divenisse una nazione e più precisamente al 1861, risale l’iniziale e geniale idea di dotare la città di Barletta ed il territorio circostante, di una linea ferroviaria.

Il primo progetto, presentato da E. Melisurgo, ipotizzava la costruzione di una linea ferroviaria Napoli - Brindisi - Barletta. Il 21 marzo 1861, la Commissione sulle Ferrovie Napoletane, insediata dal Ministro dei Lavori Pubblici De Vincenzi, sanciva la necessità e l’importanza di realizzare una linea ferroviaria lungo la costa adriatica. Nella convenzione era previsto che i lavori per la Foggia - Barletta dovessero terminare nei primi giorni del 1864, mentre quelli della tratta Barletta - Bari agli inizi di luglio dello stesso anno. Il 18 settembre del 1862 intanto, si era costituita la Società per le Strade Ferrate Meridionali, che avrebbe avuto il compito di gestire tutte le linee ferroviarie del meridione d’Italia.

Successivo passo venne effettuato il 1870 in occasione della proposta dell’Ing. Calicchio il quale presentò uno studio di fattività, si direbbe oggi, per la costruzione del tronco ferroviario Barletta-Canosa-Spinazzola.

Purtroppo “l’impresa” Calicchio abortì, a confermare una volta di più, come i tentativi, seppur tali, servono e non poco, a precedere il compimento di opere importanti.

Dopo lo studio del sig. Calicchio occorrerà attendere il 1874 quando, durante un congresso dei Sindaci dei Comuni di Barletta, Andria, Canosa, Minervino e Spinazzola tenutosi con inizio “… alle ore 11 antimeridiane nel Palazzo di Città di Barletta ” venne presentato un progetto a cura dei signori Filippo Bianciardi e Roberto Sangiovanni “ … per l’attuazione del tronco ferroviario Barletta – Spinazzola ”. Nella relazione tenuta dal sig. Centaro, assessore ai lavori Pubblici del Comune di Barletta, si ribadiva che “ … è passata ormai nelle convinzioni di tutti la necessità di una linea ferroviaria mediterranea che unisca il Tirreno all’Adriatico e di cui la prima stazione, direi, sarebbe Spinazzola e l’altra Potenza”. E proseguiva “ … Essa se da una parte ha grande valore strategico, essendo garantita contro qualunque attacco venga dal mare, ha dall’altra una incalcolabile importanza economica e commerciale, ravvivando popolose, belle e ricche città del Barese e del Potentino, agevolando lo scambio de’ prodotti tra dieci province del mezzogiorno e di tutto questo chi si avvantaggia è la Civiltà”.

Il progetto prevedeva che le Città toccate dal tronco ferroviario sarebbero state Barletta (capolinea), Andria, Canosa, Minervino per fermarsi a Spinazzola percorrendo 50 chilometri e 400 metri. La spesa, compreso il valore del materiale mobile, sarebbe stato di 8 milioni di lire non contando, però, il valore del suolo da espropriare stimato in circa 400.000 lire. Ma l’idea innovativa per quei e soprattutto per i nostri tempi, fu che l’intera cifra fosse autofinanziata dai comuni dato che, come espose in maniera chiara l’assessore Centaro “ … Aspettar tutto dal Governo è cosa vana, anzi sconveniente. Signori lasciamo al passato il pregiudizio di certe memorie: i tempi in cui ricorrevasi al governo fin per la riparazione di un campanile, come mi è occorso leggere in antiche pergamene di questo Municipio, sono passati nel dominio della Storia; tutto ci diè chi ci diè la libertà (tutto ci diede chi ci diede la libertà n.d.r.) e fece la Patria indipendente ed una: se dobbiamo promuovere l’azione governativa è solo perché a base di una legge generale, ma l’iniziativa sia nostra”.

E poi dicono che gli alieni non esistono! Da quale pianeta veniva l’assessore Centaro per rifiutare in partenza l’aiuto del Governo e anticipare di un secolo la famosa frase kennedyana “Non chiedere cosa può fare il tuo Paese per te, chiedi cosa puoi fare tu per il tuo Paese”?

Ma il tutto restò solo sulla carta. Dopo quasi quindici anni di discussioni però, il 20 giugno 1888 venne finalmente stipulata una convenzione a favore della Società Strade Ferrate Meridionali per la costruzione delle linee ferroviarie Rocchetta S. Venere (attuale Rocchetta S. Antonio) - Gioia del Colle e Barletta - Spinazzola. Tale convenzione fu resa esecutiva con la Legge 5550 del 20 luglio 1888, con una spesa prevista di lire 7.994.460.

Passarono precisamente sette anni e il 1° agosto 1895 fu inaugurata la linea Spinazzola-Barletta, e si realizzò così il collegamento tra la ferrovia Foggia - Rocchetta-Gioia del Colle e Foggia-Barletta-Bari.

Per le sue caratteristiche la linea venne, sin dalla sua inaugurazione, utilizzata “a spola” (andata e ritorno n.d.r.) con una sola automotrice.

Fatti bene i conti per ottenere un’importante conquista civile sono occorsi una cinquantina di anni ed ora … quella linea tanto agognata e sudata, nel vero senso della parola, è stata considerata delle Ferrovie dello Stato tra i “rami secchi” da tagliare.

Con lo scandalo Frecciarossa, parlando della linea Barletta-Spinazzola, posso tranquillamente affermare che siamo all’ennesimo capitolo del depauperamento o se volete sottrazione (vogliamo essere politically correct !) sistematica dei “beni” della nostra terra.

Michele GRIMALDI
Responsabile della Sezione di Archivio di Stato di Barletta

Nell'immagine, la copertina dell'originario progetto conservato nella Sede di Barletta dell'Archivio di Stato





 

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