www.comitatoprocanne.com

Meteo Puglia










CANNE DELLA BATTAGLIA:
RIPULIAMO DALLO SCEMPIO LA FONTANA DI SAN RUGGIERO
Vai al sito


Mensile telematico di archeologia, turismo, ambiente, spettacolo, beni e attività culturali, costume, attualità e storia del territorio in provincia di Barletta–Andria-Trani e Valle d’Ofanto

Iscritto in data 25/1/2007 al n. 3/07 del Registro dei giornali e periodici presso il Tribunale di Trani. Proprietario ed editore: Comitato Italiano Pro Canne della Battaglia - Barletta (BT)

 

16/05/2018.  BARLETTA - VIA CIALDINI RESTA VIA CIALDINI, PER IL MOMENTO. SILENZIO DAL COMUNE: LA SOVRINTENDENZA FAVOREVOLE A "STRADA DELLE CARROZZE". LA STORIA PATRIA (DA BARI) DICE NO. LA PREFETTURA BAT: "COSTEREBBE TROPPO CAMBIARE". CARI BARLETTANI, RIFLETTIAMOCI SU.

Ho pensato qualche istante a come riassumere, in un solo rigo, quanto è accaduto da tre anni a questa parte e mi è venuto in soccorso il romanzo di Carlo Emilio Gadda “Quer pasticciaccio brutto de via Merulana” con l’ovvia mutazione da via Merulana a via Cialdini.

Lo storico tedesco Ferdinand Gregoriovius sosteneva che i nomi delle strade sono come titoli dei capitoli della storia di una città e vanno, perciò, rispettati quali monumenti storici e salvaguardati, a prescindere dal gusto artistico e la cultura dominante.

La toponomastica di una città può raccontarci molto sul vissuto di una comunità. Barletta, fin dai primi scorci, ci appare democratica e tollerante fino alla polemica scatenatasi, durante un consiglio comunale, in occasione della intitolazione di una via cittadina al Tenente Colonnello Domenico Senatore.

L’occasione era ghiottissima per non approfittarne e spostare il tiro su altri “personaggi” tra i quali il super gettonato Enrico Cialdini.

Sulla scia di sciocche rivendicazioni revisioniste, c’è stato un insolito proliferare, in diversi comuni italiani, delle proposte di cancellazione di toponimi “dedicati” a Cialdini.

Barletta, in ordine di tempo, è stata l’ultima arrivata in questa gara al “Mutatis mutandis” (cambiate le cose che bisogna cambiare) ed infatti la nostra Città è da un po’ di tempo (tre anni) che si dibatte, come al solito, tra i pro ed i contro la cancellazione del nome di Cialdini dalla odonomastica (dal greco hodós “via, strada” e onomastikòs “atto a denominare”) barlettana.

Non voglio essere stucchevole ma come ho ribadito in altre occasioni, avrei appoggiato anzi, sosterrei fortemente, la suggestiva ipotesi avanzata dal Sindaco Cascella durante una riunione della commissione toponomastica cittadina della quale faccio parte e cioè, riportare per l’intero centro storico, la denominazione delle vie così come erano ante delibera consigliare n. 8 del 7 novembre 1861, con la quale si decidevano le intitolazioni di corso Vittorio Emanuele II, via Cavour, via Garibaldi e piazza Plebiscito al posto di strada (e non via!) delle Carrozze, strada della Cordoneria, strada Cambio, strada la Piazza e largo Paniere del Sabato.

Ripeto, idea molto suggestiva dal punto di vista storico ma praticamente, immaginate cosa significherebbe fare questo dietro front? Lo spiega benissimo, senza tantissime parole, una pagina della versione digitale della Gazzetta di Modena che, il 6 settembre del 2011, intitolava in un pezzo cliccatissimo “Il Comune cambia nome alla via e alle aziende costa 10 mila euro”. Qui calzerebbe a pennello il jingle di quella famosa pubblicità tormentone con cui l’Omino coi Baffi promuoveva, un po’ di anni fa, la nota caffettiera e che faceva “eh si si si …sembra facile”.

E si, sembrerebbe facile cambiare il nome di una via, invece oggi non è affatto così, specialmente se su quella arteria cittadina insistono una miriade di esercizi commerciali. Come è successo per il Comune di Campogalliano dove, il mutare la denominazione di via Guido Rossa in via Vittorio Bachelet, ha comportato per i commercianti, oltre alle comunicazioni a tutti gli istituti competenti, fornitori e clienti, una serie di spese impreviste quali carta intestata, bolle, sito web, timbri, scritte su furgoni, per non parlare delle aziende srl le quali hanno dovuto riscrivere lo statuto e per far questo è stato necessario recarsi da un notaio, senza tener conto delle spese sostenute alla Camera di Commercio.

Vi sembra che ne valga veramente la pena colpire i già tartassatissimi commercianti, solo perché un certo personaggio sta (politicamente) sulle scatole a qualcuno?

Forse queste considerazioni, da me già espresse più e più volte, non erano così peregrine e campate in aria, tant’è che lo scorso 9 marzo 2018 il Prefetto della Provincia Barletta Andria Trani Maria Antonietta Cerniglia, ha inviato una comunicazione al Sindaco di Barletta avente come oggetto “Variazione toponimo da via Enrico Cialdini in strada delle Carrozze”.

Nella missiva viene specificato “…In relazione all’autorizzazione concernente il mutamento del toponimo da via Enrico Cialdini in strada delle Carrozze, la Soprintendenza Archeologica Belle Arti e Paesaggio di Barletta Andria Trani e Foggia ha espresso parere favorevole; successivamente è pervenuto un parere contrario della Società di Storia Patria di Bari, non motivato. Nondimeno questo Ufficio richiama la S.V., in conformità all’avviso espresso dalla competente Direzione Centrale per i Servizi Demografici del Ministero dell’Interno, appositamente interpellata al riguardo, ad una attenta valutazione sulla effettiva necessità di variazione dell’attuale toponimo, dopo una approfondita riflessione in ordine alle relative conseguenze, atteso che il ricorso a detto mutamento potrebbe creare forti disagi non solo per i cittadini, costretti all’aggiornamento dei propri documenti, ma anche, attesa l’ubicazione in loco del Palazzo del Governo e degli Uffici pubblici”. Praticamente restiamo in stand-by ma per il momento, no grazie!

Alla luce di quanto riportato mi sarei legittimamente atteso che, dopo il bailamme (solito) istituzionale e la conseguente grancassa mediatica seguita al ventilato o meglio, dato già per già fatto, cambiamento del toponimo con “ritorno” all’antico (da via Cialdini a strada delle Carrozze), qualcuno dalla Casa comunale avesse reso pubbliche le decisioni degli organi competenti in merito alla questione. Ed invece…silenzio, strano anzi stranissimo silenzio.

La questione, quindi, rimane aperta (quasi) e questo grazie al buon senso ed al vero rispetto del sentire popolare, di due organismi quali la Prefettura e la Società di Storia Patria di Bari che hanno valutato, sotto l’aspetto amministrativo e storico, una decisione la quale, in ambedue i campi, avrebbe prodotto solo disagi e nessun beneficio alla popolazione.

Come diceva qualcuno…se non ci fossero bisognerebbe inventarli.

Michele GRIMALDI
Responsabile Sezione di Archivio di Stato di Barletta





 

Stampa l'articolo

 
© Comitato Italiano Pro Canne della Battaglia. Sede e Presidenza: Via Rizzitelli 62 - 70051 Barletta BT ITALY
Tel: (+39) 0883 532180 - Email: comitatoprocanne@oggiweb.com. Credits: OggiWeb www.oggiweb.com