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Mensile telematico di archeologia, turismo, ambiente, spettacolo, beni e attività culturali, costume, attualità e storia del territorio in provincia di Barletta–Andria-Trani e Valle d’Ofanto

Iscritto in data 25/1/2007 al n. 3/07 del Registro dei giornali e periodici presso il Tribunale di Trani. Proprietario ed editore: Comitato Italiano Pro Canne della Battaglia - Barletta (BT)

 

26/05/2018.  BARLETTA E LA GRANDE GUERRA - NELL'ANNO CONCLUSIVO DELLE CELEBRAZIONI PER IL CENTENARIO, RICCO IL BILANCIO DEGLI APPUNTAMENTI RIEVOCATIVI: MOSTRE, CONVEGNI, LA MEMORIA, I PROTAGONISTI NEL PROGRAMMA CONDIVISO CON TUTTE LE FORZE CULTURALI DELLA CITTA'.

La Prima guerra mondiale (1914-1918) costituisce un evento che ha cambiato la storia dell’Europa ed ha segnato indelebilmente anche il destino del nostro territorio.

Nella comunità barlettana è molto forte e diffuso il radicamento della memoria di eventi drammatici connessi a quella guerra: il coinvolgimento pressoché totale della popolazione, le trasformazioni prodotte sul territorio in previsione del conflitto e nel corso del suo svolgimento, i radicali sviluppi politici ed istituzionali conseguenti.

Nel quinquennio 2014/2018 Enti, Associazioni e privati, hanno inteso ricordare compiutamente (ed ancora lo faranno) la ricorrenza promuovendo la programmazione delle iniziative di commemorazione lavorando alla realizzazione di progetti culturali, di studi, ricerche, interventi nel campo della tutela e della valorizzazione del patrimonio storico relativo alla Prima guerra mondiale.

L’Italia entrò in guerra soltanto l’anno successivo allo scoppio del primo conflitto mondiale, nel 1915, perché alcune forze politiche si erano opposte.

Il 26 aprile 1915 il governo italiano con Giolitti strinse con le forze dell’Intesa un patto segreto, il Patto di Londra. Manifestazioni di piazza sostennero l’intervento; pronunciarono infuocati discorsi Gabriele D’Annunzio e altri interventisti. Il Re era decisamente favorevole alla guerra. Il Parlamento, ancora contrario, fu praticamente obbligato ad approvare il patto di Londra.

Il 24 maggio 1915 l’Italia, ufficialmente, si schierò a fianco dell’Intesa contro l’impero austro-ungarico. Sul fronte austriaco ebbe subito inizio la guerra di logoramento.

L’Italia, al momento dell’inizio del conflitto, aveva alle armi 248.000 uomini ed aveva appena 2.250.000 cittadini con obblighi militari e con una pur sommaria istruzione; a questi 2.534.000 nel corso dei quattro anni di guerra vennero aggiunti altri 3.224.000 uomini, dei quali 2.788.000 rimasero per un periodo più o meno lungo nell’esercito mentre 720.000 furono dispensati ed esonerati per esigenze imprescindibili della produzione agricola, industriale e bellica nonché per il funzionamento dei pubblici servizi.

Il primo vero atto di guerra fu proprio nella nostra Città. Dal puntuale resoconto informativo, su cui è presente l’annotazione originale “Battesimo di guerra!!!”, inviato il 24 maggio 1915 dall’Ufficio delle guardie municipali di Barletta al Sindaco, è possibile rivivere in tutta la sua gravità e drammaticità quanto avvenuto: “...verso le ore 4 circa di stamane un cacciatorpediniere od un esploratore austriaco, avvicinatosi alle nostre acque, ha tirato, da nord-nordovest, parecchi colpi da cannone in direzione del Castello. L’ha colpito in 7 punti, producendo a nord dell’Edificio 5 fori più importanti che presentano circa 2 metri di diametro e profondità”.

Il resoconto continua con la descrizione degli ulteriori danni provocati dalla poderosa unità navale austriaca, l’Helgoland, un cacciatorpediniere di ben 3500 tonnellate di stazza, dotato di ben 12 cannoni da 105 mm. Le bordate austriache sventrarono anche un vagone merci della “Società Reggio Emilia” fermo nella stazione marittima, distrussero il muro di cinta e divelsero i fili elettrici dell'illuminazione del porto. Un’altra cannonata colpì “la casa esistente all’angolo tra vico Romanello da Forlì e Mura S. Cataldo”, producendo pesanti danni a due stanze del piano superiore. Per fortuna non vi furono vittime, infatti gli abitanti della casa bombardata furono miracolosamente feriti in modo leggero dai calcinacci.

Le conseguenze del drammatico bombardamento non divennero ancora più tragiche, grazie al pronto intervento ed al coraggio dell’equipaggio della piccola nave da guerra italiana “Turbine” che in quei tragici momenti pattugliava il basso Adriatico nelle vicinanze del Golfo di Manfredonia.

Molti italiani si arruolarono volontari e tra questi il diciottenne Giuseppe Carli classe 1896, ma la maggior parte dei combattenti fu costituita dai richiamati alle armi con l’arruolamento obbligatorio.

Il giovanissimo sergente dei Bersaglieri nato a Barletta nel 1896 morirà il 1° giugno 1915 e cioè dopo soli sette giorni dall’entrata in guerra dell’Italia il 24 maggio 1915. Per comprendere appieno la figura del giovane eroe barlettano è imprescindibile la lettura di una lettera che Carli inviò al padre qualche giorno prima della sua morte. Se per gran parte della missiva si può notare l’esatta fotografia dell’attesa estenuante dell’ingresso in Guerra, nel rimanente scritto traspare, inconfutabilmente, una tenerezza e preoccupazione tutta rivolta alla propria famiglia.

Furono numerose le battaglie che vennero combattute, soprattutto in Trentino, Veneto e Friuli. Tre furono i fiumi teatro di grandi battaglie: l’Isonzo, il Tagliamento e il Piave.

Indiscussa protagonista di questi memorabili scontri fu la Brigata Barletta che il 1915 fu ricostituita con i Reggimenti 137° e 138°.

Si segnalò per valore e patriottismo “in difesa del sacro suolo della Patria e per la rivendicazione dei suoi diritti così lungamente calpestati dallo Straniero oppressore”.

Incancellabili rimarranno nel cuore degli italiani e soprattutto dei barlettani le eroiche gesta compiute fra il 1915 e 1918 sugli altopiani Carsici, sul Grappa e sul Montello, che resero il ricordo della Brigata glorioso ed immortale.

La guerra non terminò per una vittoria decisiva, ma per esaurimento di uno dei due blocchi, quello degli Imperi Centrali. Infatti, nel 1918, una crisi attraversò sia l’Impero tedesco sia l’Impero austriaco.

Quello che rimase al termine di cinque lunghissimi e durissimi anni di devastante guerra, fu lo splendente esempio di “ragazzi” i quali risposero “Presente”, come riportato sui gradoni del Sacrario di Redipuglia, per l’onore e per servire l’Italia.

Michele GRIMALDI
Responsabile della Sezione Archivio di Stato di Barletta





 

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