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Mensile telematico di archeologia, turismo, ambiente, spettacolo, beni e attività culturali, costume, attualità e storia del territorio in provincia di Barletta–Andria-Trani e Valle d’Ofanto

Iscritto in data 25/1/2007 al n. 3/07 del Registro dei giornali e periodici presso il Tribunale di Trani. Proprietario ed editore: Comitato Italiano Pro Canne della Battaglia - Barletta (BT)

 

19/03/2022.  BARLETTA - PIETRO MENNEA: A NOVE ANNI DALLA SCOMPARSA, LUNEDI’ 21 MARZO (CHIESA DI SAN GIACOMO) UNA SANTA MESSA IN SUFFRAGIO DELL’INDIMENTICABILE “FRECCIA DEL SUD” CAMPIONE NELLO SPORT E NELLA VITA. ANCHE IL 2022 UNO STRAORDINARIO ANNO DI GRANDI MEMORIE .

A nove anni dalla scomparsa avvenuta a Roma in quel triste giorno del 2013, lunedì 21 marzo alle 19 sarà celebrata una santa messa in suffragio di Pietro Paolo Mennea nella Prepositura curata di San Giacomo, corso Vittorio Emanuele, la sua storica chiesa frequentata fin da bambino.

I Soci tutti del Comitato Italiano Pro Canne della Battaglia ODV, riconoscenti e memori, invitano a stringersi in preghiera quanti ne conservano l’indelebile ricordo di Campione nello Sport e nella vita: la riflessione del giornalista Nino Vinella.

DATE STORICHE - E così anche il 2022 porta sempre con sé l’emozione di Pietro Mennea “Freccia del Sud” nel cuore e di quelle sue formidabili imprese da uomo-record della velocità nella storia dell’atletica leggera, dello Sport italiano e mondiale.

Saranno settant’anni dalla nascita, terzo maschio di cinque fratelli da papà Salvatore e mamma Vincenza, a Barletta nella modesta casa di Via Porta Reale in quel giorno di sabato 28 giugno 1952 e con il battesimo nella chiesa di San Giacomo.

Saranno cinquant’anni, mezzo secolo fa, quando - appena ventenne - Pietro conquistò lunedì 4 settembre 1972 in Germania la prima medaglia olimpica della sua longeva carriera sportiva ai XX Giochi di Monaco di Baviera (funestati dalla sanguinosa azione terroristica contro gli atleti israeliani che lui stesso racconterà in un libro uscito postumo a luglio 2020) piazzandosi al terzo posto sulla distanza a lui più congeniale dei duecento metri.

Un “bronzo” che Pietro raccontò in prima persona come tappa fondamentale della propria vita personale e sportiva dalle pagine di un bellissimo (ma ormai introvabile) supplemento illustrato con foto bianconero ed a colori offerto a tutta Italia da “La Gazzetta dello Sport”.

TERZO POSTO A MONACO - Ecco quel ricordo nelle parole autobiografiche di Pietro Mennea. “Per settantatré giorni, dal 17 giugno '72, data del record europeo dei 200 metri a Milano, al 3 settembre, quando ho corso le qualificazioni di questa stessa gara, la «mia» gara, ai Giochi di Monaco, ho avuto un solo pensiero in testa: vincere una medaglia alle Olimpiadi. E per far questo, mi ero preparato al meglio.

A Barletta, a fine luglio, era venuto persino un primato mondiale, davanti alla mia gente, nella staffetta 4x200.

Ma il mio pensiero era rivolto alla gara di Monaco. Sapevo che là avrei incontrato avversari fortissimi, che io avevo soltanto vent'anni e pochissima esperienza; ma ero preoccupato soprattutto di una cosa: se non avessi vinto nulla, che cosa avrebbe detto la gente di me, dopo tutto quanto era stato scritto dai giornali?

Ero quasi prigioniero di un senso di colpa, che mi spingeva a lavorare con un impegno sempre maggiore. Gli ultimi due giorni, prima di correre allo stadio Olimpico di Monaco, erano stati tremendi; l'idea di dover gareggiare, mi toglieva il sonno; era come se tutto iniziasse e si consumasse nei venti secondi di quella gara. Poi, quando corsi i primi due turni, mi sentii come liberato da un peso.

In finale, mi venne assegnata la seconda corsia. Era il 4 settembre, un lunedì; avevo lo statunitense Larry Black all'interno e Valeri Borzov, in quinta. Non si può dire che la prima parte della gara sia stata esaltante: all'uscita della curva ero quinto, a spalla con il sesto.

Ma ero tranquillo, sapevo che iniziava Il la mia rimonta. E così, riuscii a ricucire, almeno in parte, un distacco che pareva incolmabile. No, Borzov era su un altro pianeta, avanti, troppo avanti, inavvicinabile, pronto a vincere a braccia alzate; anche Black era troppo lontano; ma la medaglia di bronzo era mia. A fine gara, ero quasi amareggiato.

Avevo intravvisto la medaglia d'argento, ma mi era scappata. Soltanto sul podio ho capito che potevo essere contento”.

AVEVA APPENA VENT’ANNI, Pietro Paolo Mennea da Barletta. E da quella prima Olimpiade i successi, i primati, i record (quel tempo di 19”72 registrato alle Universiadi di Mexico City il 12 settembre 1979, data poi celebrata come “Mennea Day”, è ancora imbattuto record europeo continentale sui duecento) hanno scritto col suo il nome di Barletta dovunque nel mondo…

Barletta ufficialmente “Città della Disfida”. Ma quando saremo orgogliosi di leggere istituzionalmente “e di Pietro Mennea”? E quando vedremo realizzato il tante volte promesso monumento in onore della Freccia del Sud?

Nino Vinella, giornalista

Barletta, 18 marzo 2022





 

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