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Mensile telematico di archeologia, turismo, ambiente, spettacolo, beni e attività culturali, costume, attualità e storia del territorio in provincia di Barletta–Andria-Trani e Valle d’Ofanto

Iscritto in data 25/1/2007 al n. 3/07 del Registro dei giornali e periodici presso il Tribunale di Trani. Proprietario ed editore: Comitato Italiano Pro Canne della Battaglia - Barletta (BT)

 

22/08/2006.  IN RICORDO DI GIUSEPPE DE NITTIS.

In ricordo di Giuseppe De Nittis, che moriva per congestione cerebrale a Parigi centoventidue anni fa, il 21 agosto 1884, vorrei oggi essere come lui, una voce fuori dal coro. E dedicargli questo scritto, ispirandomi a quanto scrisse un suo più noto biografo, quell’Enrico Piceni autore (come Vittorio Pica, Mario Monteverdi ed il nostro concittadino Antonio Paolillo) di accurate narrazioni della vita e delle opere del pittore.
Scrive Piceni in una introvabile pubblicazione del 1979 per Bramante Editrice: "Scomparso a trentott’anni, nell’età in cui le forze migliori di un artista si coordinano verso uno scopo preciso, prendono una forma ed uno slancio definitivi, De Nittis ci ha lasciato un’opera vasta e varia, recante le tracce del suo temperamento fin troppo felice e dotato, ma sempre sàpida e caratteristica, sempre sincera anche nei suoi errori, ricca di spunti, di germi, di traguardi felici che la mantengono attuale. Sì, attraverso ogni vicenda il nostro pittore rimase pur sempre il ragazzo entusiasta dei primi anni, che considera la vita come un gioco di luci e di ombre e cerca di gareggiare con lei, il "fanciullo" poeta che guarda con occhio insaziato il mondo, ad ogni momento nuovo, per ricrearlo con gioia: per questo l’arte denittisiana reca come un suggello di perenne giovinezza, un profumo quasi di adolescenza, e, nella sua grazia a volte fragile, ma sempre umanissima, ha sfidato e sfiderà, sorridendo, il trascorrere delle stagioni e delle mode".

Il sorriso di Peppino De Nittis non lo abbandonò mai perché seppe sempre seguire il proprio istinto, quasi come un sesto senso che discerneva il bene dal male, le invidie e le meschinità dai sinceri apprezzamenti.

Ed è a quel sorriso gioioso e pieno di ottimismo verso una vita migliore che una certa Barletta dovrebbe cominciare a fare mea culpa proprio in questi giorni nei quali si sta compiendo il definitivo passaggio della Pinacoteca De Nittis dalle sale del Castello a Palazzo Della Marra.

In questa bizzosa estate, da queste colonne ho assistito ad un veemente annuncio di crociata avversa alla creazione di un fantomatico polo museale più virtuale che materiale, mentre su altra stampa si è creato nell’opinione pubblica di Barletta il convincimento di scelte nei beni culturali preordinate e maturate all’interno di foschi disegni(eversivi?) tendenti ad espropriare il mondo culturale cittadino dalle sue legittime aspirazioni di coinvolgimento in quelle stesse scelte. Se proprio di museo materiale vogliamo parlare, permettetemi che lo dica io, venite a visitare l’Antiquarium di Canne della Battaglia, unico museo con i… giusti attributi dove spiegare alla più normale delle scolaresche come dev’essere un museo inteso come esposizione di reperti e racconto della cultura di un popolo!

Ma ora, io mi domando: chi è senza partita Iva scagli la prima pietra, nel senso di separare il vero volontariato di base da quanti sono operatori d’impresa, ed abbia il coraggio di gettare finalmente la maschera senza più millantare credito all’ombra di uno stuolo di associazioni che, colte sicuramente in buona anzi ottima fede, sono state poste nelle condizioni di assecondare un movimento di opinione che sembra pascere all’oscuro di quelli che sono i veri progetti collegati innanzitutto a Palazzo Della Marra epoi al Castello come polo museale.

Tanto impone la normativa sull’esercizio delle attività culturali, specie a vantaggio dei giovani muniti di laurea nel settore specifico.

In conclusione, anch’io, da presidente di un comitato regolarmente in attività ma senza fini di lucro alcuno e da persona attenta al rispetto dei propri diritti ma anche pronta ad osservare i propri doveri, mi ispiro al gioioso e semplice sorriso di Giuseppe De Nittis, e come lui mi sento davvero una voce fuori dal coro degli ipocriti e delle mezze calzette. Come lui, chissà quante invidie e gelosie mi attirerò…

Ecco perché ancora più di cuore gli dedico il ricordo nelle mie esperienze giornalistiche in cui testimonio di aver sempre sentito parlare del degrado in cui era lasciato quello stesso palazzo nelle mani degli sfrattati, che Barletta non dimostrava attenzioni, eccetera eccetera…

Oggi, proprio nel segno di De Nittis e della sua universale genialità di artista senza confini, Palazzo Della Marra sta per ricevere la consacrazione finale (sotto l’amministrazione del Sindaco Nicola Maffei) come contenitore di arte e di cultura di cui Barletta dovrà essere orgogliosamente fiera ma senza contorcimenti e senza mal di pancia di altra natura. Ma solo grazie al sincero contributo ed alla intelligente partecipazione di tutti perché faccia corona all’opera sua, traendone anche giusto vantaggio: si badi bene, per la collettività intera.



Nino Vinella, giornalista e Presidente del Comitato italiano pro Canne della Battaglia


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