L’Associazione ONLUS “Insieme per l’Africa” promuove il convegno “Fraternità con l’Africa”.
“Ci troviamo di fronte ad una vera e propria emergenza umanitaria nel continente nero – ha detto il Presidente dell’Associazione, Emanuele Mastropasqua - . Guerre, carestie, malattie e violenze di ogni tipo stanno falcidiando le popolazioni africane alle quali, spesso, sono negati i fondamentali diritti umani. Abbiamo avviato progetti per costruire scuole e per portare aiuti laddove si vivono le situazioni più drammatiche. E’ necessario, comunque, avviare azioni di informazione e di sensibilizzazione per portare a livello di coscienza collettiva la tragedia dell’Africa. Per questo abbiamo voluto portare all’attenzione dell’opinione pubblica le testimonianze di coloro che sono impegnati direttamente nei Paesi più colpiti”.
Il convegno, che si avvale del patrocinio della Presidenza del Consiglio della >Regione Puglia e dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Andria, si terrà venerdì 20 ottobre alle ore 18,30 presso la Sala Dante dell’Edificio Oberdan.
Interverranno Antonietta Reho biologa volontaria nel Benin, Cesare Bullo economo dei Salesiani ad Addis Abeba, Padre Tussan francescano del Benin, Francesco Giorgino giornalista RAI, Vincenzo Zaccaro sindaco di Andria, Paolo Farina Assessore alla Cultura, Pina Marmo consigliere regionale. Moderatore sarà il giornalista Vincenzo Rutigliano. Durante l’iniziativa è previsto un brek di musiche etniche eseguite dal maestro Rino Inchingolo.

La delegazione diocesana al Convegno è composta da:

S.E. Mons. Giovan Battista Pichierri, Arcivescovo
Mons. Savino Giannotti, Vicario Generale
Sac. Raffaele Sarno, Responsabile diocesano Caritas
P. Antonio Pierri, Segretario U.S.M.I.
Diac. Riccardo Losappio, Direttore Commissione cultura e momunicazioni sociali
Sr. Gianfranca Petruzzella, Componente Commissione per le vocazioni
Sig. Luigi Lanotte, Presidente Azione Cattolica diocesana
Sig. Domenico Zucaro, Vice-Presidente Consiglio Pastorale Diocesano.

Ed ora, di seguito, una riflessione del Diac. Riccardo Losappio sul Convegno di Verona

Da lunedì al via il IV Convegno ecclesiale nazionale di Verona

VI SARANNO ANCHE I DELEGATI DELLE DIOCESI DI ANDRIA E TRANI


Saranno 2700, tra delegati, invitati, esperti, relatori, animatori, provenienti dalle 220 diocesi italiane; 300 i giornalisti accreditati. Questi i numeri del IV Convegno ecclesiale nazionale che si terrà a Verona dal 16 al 20 ottobre 2006. La diocesi di Andria parteciperà con 5 delegati, mentre quella di Trani con 7. Naturalmente saranno presenti i due vescovi, rispettivamente mons. Raffaele Calabro e mons. Giovan Battista Pichierri.
Si tratta di una grande assise, con periodicità decennale (nel 1976 a Roma, nel 1985 a Loreto, nel 1995 a Palermo), in cui la Chiesa italiana in tutte le sue diverse espressioni si convoca per vivere un momento di verifica e confronto sul ruolo dei laici cristiani e della comunità ecclesiale nella società italiana. Alle spalle circa due anni di preparazione attorno ad una traccia che è anche il tema del Convegno: "Testimoni di Gesù Risorto, speranza del mondo".
A prima vista, il tema potrebbe far pensare sì a un grande evento, ma chiuso nei recinti di una riflessione prettamente religiosa, poco interessante per chi vive fuori o lontano dai circuiti ecclesiali. Forse questo spiega un vistoso e tedenziale silenzio, soprattutto della stampa laica, nei confronti del Convegno di Verona. Che, senza dubbio, è un convenire della Chiesa italiana, ma per farsi carico di tutta quella serie di problematiche che, con luci e ombre, attraversano il tessuto sociale della nostra realtà contemporanea.
Certo, il punto di partenza è rappresentato dall'evento fondante lo stesso Cristianesimo, la Resurrezione di Gesù Cristo, dal quale i fedeli cristiani devono attingere tutta una serie di motivazioni al fine offrire un rinnovato contributo di idee, di presenza, di impegno, di speranza.
Questa è la missione della Chiesa: non perdere, anzi incrementare, il suo stretto legame con la sorgente stessa della identità cristiana, Gesù Cristo risorto; da cui deve prorompere un dinamismo per il quale, i credenti, come stranieri e pellegrini in questo mondo, a livello individuale e comunitario, per usare una immagine cara a Giovanni Paolo II, "prendono il largo" per tuffarsi in tutti gli angoli della storia per farsi carico dei nodi, delle resistenze, della sofferenza e della disperazione in cui l'umanità versa.
E questa testimonianza urge che sia data soprattutto in alcune grandi aree dell'esperienza personale e sociale: vita affettiva, lavoro e festa, fragilità umana, tradizione, cittadinanza. Questi "ambiti hanno una valenza antropologica che interpella ogni cristiano e ogni comunità ecclesiale. Sono da affrontare per fare emergere un sentire e un pensare illuminato dalla luce che il Vangelo proietta su ciascun campo dell'uomo. E sono da vivere con la coscienza avvertita di quanto incidono sul senso globale dell'esistenza" (dalla traccia di preparazione al Convegno di Verona).
Si tratta per un credente di un'avventura bella ed entusiasmante: fare emergere quella carica di senso e di speranza che, oggi, il Vangelo, che è Gesù Cristo, può offrire all'uomo in ordine alle grandi questioni dell'oggi.