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Mensile telematico di archeologia, turismo, ambiente, spettacolo, beni e attività culturali, costume, attualità e storia del territorio in provincia di Barletta–Andria-Trani e Valle d’Ofanto

Iscritto in data 25/1/2007 al n. 3/07 del Registro dei giornali e periodici presso il Tribunale di Trani. Proprietario ed editore: Comitato Italiano Pro Canne della Battaglia - Barletta (BT)

 

23/11/2006.  Perchè si fa violenza e si filma.

Si moltiplicano i casi si praticano violenze di gruppo, sessuali e non; ma soprattutto vengono sempre di più fotografati o ripresi con il telefonino e immessi in Rete.

[ZEUS News - www.zeusnews.it - 21-11-2006]

Le cronache di questi giorni ci segnalano casi di violenza, spesso sessuale ma non solo, da parte di gruppi di adolescenti su ragazze e ragazzi, fatti che si sono verificati spesso, anche in passato. La novità è che la violenza viene fotografata con i cellulari, o addirittura ripresa in brevi filmati poi messi on line come è accaduto per l'ormai notissimo caso del pestaggio del "ragazzo down" (si trattava invece di un ragazzo affetto da una grave forma di autismo) in un istituto professionale di Torino; gli autori del fatto sono stati sospesi da scuola per un anno e costretti a un percorso educativo.

Nel giro di qualche giorno è emerso il caso di una ragazza svizzera violentata da un gruppo che ha filmato la scena e di una ragazza di Ancona a cui è capitata la stessa cosa: non si può escludere nemmeno che il grande spazio che questi fatti hanno avuto sui mass media stia producendo un fenomeno di emulazione negativa, quasi una moda. Non ci si "limita" a violentare e picchiare ma si deve riprodurre la violenza con mezzi audiovisivi, sempre più alla portata e nelle tasche degli adolescenti, con l'aggiunta di condividere in Rete le foto o i filmati.

Se qualcuno fosse passato in questi giorni davanti agli alberghi delle grandi città che stanno ospitando le selezioni per la prossima edizione del reality Grande fratello, avrebbe visto grandi folle di adolescenti che attendevano di passare il provino per partecipare e fotografavano con il proprio cellulare i protagonisti della precedente edizione presenti. Il boom e il successo dei reality show nell'ultimo quinquennio televisivo (anche se oggi sembrerebbero in crisi) hanno educato un'intera generazione di adolescenti.

Con la Tv della realtà (che non è solo quella dei reality ma anche quella della Tv del dolore di De Filippi e compagnia bella), quella delle decine di talk show dedicati al delitto di Cogne, una Tv in cui il resto del palinsesto è quello dove, come non mai in altre epoche dell'umanità, si può vedere un omicidio al minuto. E' la Tv che svela l'intimità, che fa di una realtà esasperata nei suoi aspetti di dolore, conflitto, violenza e sopraffazione l'unica realtà importante per menti e cuori ancora in formazione.

Questa è la Tv delle veline, a cui tutti i giovani aspirano di partecipare, perché, come dice un recente documento dei vescovi francesi (che evidentemente si occupano di cose più importanti delle innocue parodie di Crozza e Fiorello) "La Tv è una religione contemporanea" e "La tua vita ha senso se vai in Tv perché se vai in Tv diventi santo."

I videofonini, i telefonini con fotocamera e i videoblog consentono a moltissimi ragazzi di non limitarsi a vedere la Tv degli altri o a sperare, con scarse possibilità, di riuscire a entrare in Tv, ma danno la possibilità di autoprodurre la Tv. Paradossalmente, il web non diventa così un luogo di liberazione e di alternativa alla Tv spazzatura ma ne diventa uno specchio, un sottoprodotto, un canale popolare e partecipato.

Era stato Fromm nella sua Psicanalisi della società contemporanea a evidenziare come l'alienazione contemporanea non sia solo economica ma esuli dalla vita reale stessa: per esempio la fotografia durante un viaggio sostituisce l'esperienza reale del viaggio stessi, e la sessualità è sempre più segnata dal consumismo e dalla violenza.

Allo stesso modo, spesso il violentatore tiene come feticcio un ricordo della persona violentata, qualcosa di personale, come un ciuffo di capelli. Nella società virtuale il feticcio è una foto o un video della violenza stessa, quasi un trofeo da ostentare per riprodure e amplificare migliaia di volte l'emozione del dominio e della sopraffazione.


Pier Luigi Tolardo - Quelli di Zeus








 

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