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Mensile telematico di archeologia, turismo, ambiente, spettacolo, beni e attività culturali, costume, attualità e storia del territorio in provincia di Barletta–Andria-Trani e Valle d’Ofanto

Iscritto in data 25/1/2007 al n. 3/07 del Registro dei giornali e periodici presso il Tribunale di Trani. Proprietario ed editore: Comitato Italiano Pro Canne della Battaglia - Barletta (BT)

 

16/03/2007.  BARI - Turismo d’arte: non basta l’arte.

La conferenza nazionale degli assessori regionali alla Cultura e al Turismo persegue l’obiettivo di promuovere lo sviluppo, attraverso la valorizzazione del patrimonio culturale e ambientale a fini turistici. E’ opportuno quindi ricordare che, in Italia, il turismo culturale attrae un terzo dei visitatori (più del turismo estivo verso le spiagge) e quasi la metà degli stranieri. Da un recente studio dell’Istituto di ricerche sulle attività terziarie (Irat) del Consiglio Nazionale delle Ricerche è emerso che l’offerta turistica in questo campo, adeguatamente potenziata e valorizzata, può assicurare al Paese un rilevante vantaggio competitivo. Il turismo culturale, che non è soggetto alla stagionalità dei flussi come quello balneare, è peraltro caratterizzato da elevata capacità di spesa, in grado di sostenere l’economia locale. Il prodotto «Città d’Arte», venduto dai tour operator a livello internazionale, vede al primo posto il Lazio (50,4%), al secondo la Toscana (28,8,%), al terzo il Veneto (10,4%), al quarto la Sicilia (3,5%), al settimo la Campania (1,2%). Non sono presenti altre regioni del Sud. Per il Mezzogiorno, la situazione migliora se si considerano gli «itinerari culturali ». La Sicilia è al terzo posto (9,4%), la Sardegna e la Campania rispettivamente al sesto e settimo (col 2,5% ciascuna), la Puglia e la Calabria sono in 13ma e 14ma posizione (con lo 0,6% ciascuna). Dalla ricerca è emerso, in particolare, il forte interesse della domanda (proveniente soprattutto da Germania, Gran Bretagna, Usa e Francia) non solo per il classico circuito delle città d’arte, ma anche per i centri minori di rilevanza storica, artistica e culturale. A sua volta il Rapporto «L’industria turistica nel Mezzogiorno » presentato dalla Svimez per il 2006, ha rilevato le carenze derivanti dall’eccessiva stagionalità, dalla mancanza di servizi di trasporto integrati, dall’insufficienza di strutture in grado di soddisfare le esigenze specifiche delle diverse tipologie di turismo (termale, studentesco, d’affari ecc.) e, soprattutto, l’assenza di idonee strategie per la promozione turistica del «prodotto Sud». A questo riguardo, considerando che dai dati del 2004 risulta che il Mezzogiorno attira il 19,3% degli arrivi di turisti, contro l’80,7% del Centro-Nord, ha proposto la creazione e la diffusione di «Southern Italy», un marchio in grado di suscitare interesse verso il turismo nel territorio meridionale complessivamente inteso. Secondo la Svimez, la limitata efficacia delle politiche in atto a favore del turismo dipende dalla scarsa selettività delle iniziative, dall’inadeguata comprensione delle caratteristiche della domanda, dall’assenza di un disegno strategico unitario tra i vari livelli di governo (centrale, regionale e locale). Per questo motivo il Rapporto ha suggerito di attivare un «autocoordinamento degli Assessori al Turismo delle regioni del Mezzogiorno », integrato da un accordo con il governo centrale. La Regione Puglia ha prontamente deciso di fare squadra con le altre regioni meridionali e si è dotata di un Programma di promozione turistica per il triennio 2007-2010. Il rilancio del turismo in Puglia e nel Mezzogiorno impone di analizzare la domanda, ridefinire il prodotto turistico offerto da ciascun Sistema Turistico Locale, valorizzare le specificità territoriali, ambientali e paesaggistiche esistenti, intercettare le nuove domande a livello internazionale e nazionale. Le risorse naturali, artistiche e culturali non sono però sufficienti a garantire lo sviluppo turistico. È necessario infatti che gli operatori, opportunamente stimolati a «fare sistema », si orientino concretamente verso la pianificazione strategica, la programmazione e il controllo per raggiungere concreti risultati in termini di economicità ed efficienza nella gestione delle imprese. Un’attenzione particolare essi devono riservare alla qualità dell’offerta, che costituisce un fattore primario di competitività nel mercato globale.

GUIDO CARABELLESE

Fonte: La Gazzetta del Mezzogiorno 15.3.2007






 

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