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Mensile telematico di archeologia, turismo, ambiente, spettacolo, beni e attività culturali, costume, attualità e storia del territorio in provincia di Barletta–Andria-Trani e Valle d’Ofanto

Iscritto in data 25/1/2007 al n. 3/07 del Registro dei giornali e periodici presso il Tribunale di Trani. Proprietario ed editore: Comitato Italiano Pro Canne della Battaglia - Barletta (BT)

 

29/08/2005.  Per il turismo in difficoltà meglio puntare ad allungare la stagione.

Sfruttare congressi e eventi di vario genere

GUIDO CARABELLESE

Il rapporto annuale della World Tourism Organization ha posto in evidenza che, nel 2004, la Cina ha superato l'Italia come destinazione preferita dai turisti. Il numero dei visitatori stranieri in Cina è salito a 41 milioni e 800mila, con un incremento del 27 per cento rispetto all'anno precedente. In Italia, il numero dei visitatori stranieri è sceso a 37 milioni e 100mila, con un decremento del 6 per cento rispetto all'anno precedente. Sono dati preoccupanti per il nostro Paese, in un settore che partecipa con il 12% alla formazione del Pil ed ha oltre 2 milioni di addetti. Nella graduatoria 2003, l'Italia era al quarto posto e la Cina al quinto; nei dodici mesi successivi, i due Paesi hanno invertito la posizione. Si tratta dell'unica novità in una graduatoria sostanzialmente immutata al vertice, con la Francia in prima posizione, meta privilegiata del turismo mondiale con 75 milioni e 100 mila presenze (+0,1 per cento sul 2003), seguita dalla Spagna con 53 milioni e 600 mila (+3,4 percento) e dagli Stati Uniti con 46 milioni e 100 mila (+ 12 per cento). Con questi precedenti, non devono sorprendere i primi dati sull'andamento della stagione estiva 2005, diffusi di recente. Negli alberghi c'è stato un calo di arrivi e presenze rispetto all'anno precedente, con una diminuzione anche di turisti italiani dovuta alla perdita di potere d'acquisto delle famiglie. Esaminando in generale le cause di questa tendenza negativa, che purtroppo dura da alcuni anni, occorre ricordare ancora una volta che: a) la promozione del «prodotto Italia» a livello centrale è ormai praticamente abbandonata. Con il decentramento delle funzioni alle regioni, infatti, si rilevano solo iniziative locali più o meno efficaci. Finora non ha arrecato concreti benefici il portale multilingue «Scegli Italia» che, secondo il Governo, con investimenti per 140 milioni di euro doveva diventare non solo la «vetrina» delle ricchezze ambientali, culturali ed enogastronomiche dell'Italia, ma anche il punto di riferimento per le prenotazioni da tutto il mondo; b) in Italia non esiste un grande «tour operator», che venda il «prodotto» sul mercato turistico internazionale. Nella speciale graduatoria europea resa nota poco tempo addietro, il primo operatore italiano era al 20° posto; c) i servizi offerti, al di là del livello qualitativo assicurato, non sempre rispondono alle esigenze delle diverse categorie di turisti (in particolare giovani e anziani, che esprimono la domanda con maggiore tasso di crescita); d) esiste nel Paese un colpevole ritardo nell'utilizzazione della rete Internet per promuovere l'offerta. Il web business nel settore turistico è pari a circa il 30% di tutto l'Internet business mondiale; e) nel confronto competitivo con gli altri Paesi europei, l'Italia continua a subire gli effetti sui prezzi provocati da un'aliquota Iva più elevata. A fronte del 10% applicato in Italia, la Grecia applica una aliquota dell'8%, la Spagna del 7%, la Francia del 5,5%. In Puglia, in Basilicata e nelle altre regioni del Mezzogiorno, i problemi sono ovviamente più seri, in quanto il turismo costituisce un'autentica «risorsa» per lo sviluppo dell'economia locale e la crescita dell'occupazione. Attualmente i principali punti di debolezza nel sistema delle imprese, per i quali è urgente l'adozione di provvedimenti, sono: 1) l'insufficienza dell'offerta ricettiva, con riguardo ai diversi segmenti della domanda potenziale; 2) i prezzi elevati, che talvolta sono notevolmente superiori a quelli delle località turistiche dei paesi concorrenti; 3) il ritardo nella realizzazione di investimenti nell'innovazione per soddisfare le moderne esigenze della clientela; 4) la scarsa promozione, dovuta alla mancanza di una politica commerciale per il collocamento sui mercati del prodotto turistico. I principali punti di debolezza nel settore pubblico, a livello centrale, regionale e locale, invece sono soprattutto: 1) l'insufficienza e l'inadeguatezza delle infrastrutture, specie di quelle necessarie a garantire l'accesso alle località; 2) la scarsa qualità dei servizi. Per risolvere tutti i problemi, occorre ovviamente un disegno organico degli interventi necessari, per la cui individuazione e realizzazione è indispensabile la concertazione tra tutti i soggetti interessati. Soprattutto si deve promuovere la destagionalizzazione dell'incoming turistico, considerando in particolare che i congressi (ma anche manifestazioni ed eventi di vario genere) alimentano in misura considerevole la domanda turistica. L'elevata consistenza del fatturato generato, la notevole entità della spesa dei partecipanti, la stagionalità complementare al turismo tradizionale caratterizzano questo comparto del mercato turistico, che peraltro può vantare la capacità di creare positivi effetti indiretti e indotti nell'economia locale.


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di domenica 28 agosto 2005










 

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