Il nuovo «Museo Virtuale dell’identità del territorio» è ufficialmente on-line. Non un semplice sito, ma un ampio ed articolato circuito web, un contenitore interattivo sviluppato per connettere domanda e offerta culturale, all’insegna di una grande facilità di fruizione.

Realizzata nell’ambito del progetto «Memoria è... E conoscenza », grazie alla sinergia di dodici comuni della Terra di Bari, l’iniziativa è stata illustrata ieri nel corso di un convegno di presentazione nella sala multimediale del Castello Svevo.

«Spesso si sostiene - osserva Antonella Rinella, assessore comunale all’Innovazione e moderatrice della manifestazione - che il nostro territorio non sia una meta turistica ambita e che il nostro patrimonio sia costituito in larga parte da beni minori. Il museo virtuale è solo il primo passo verso l’eliminazione di questa prospettiva».

Un’esigenza di valorizzazione cui si unisce la necessità eliminare la parcellizzazione dell’offerta culturale, promuovendo quella tendenza a «fare rete», unico possibile antidoto al livellamento globale. «E' stato necessario - spiega Antonio Cantatore, responsabile del progetto - muoversi in tre direzioni: catalogazione dei beni, redazione dei contenuti e sviluppo dell’infrastruttura informatica». Il risultato è a portata di mouse: è sufficiente accedere al sito www.memoriaeconoscenza.it per essere immediatamente proiettatati all’interno del circuito museale.

L’esplorazione inizia da una riproduzione cartografica della Terra di Bari, una mappa che fornisce all’utente la possibilità muoversi tra edifici e luoghi di culto, progettando itinerari o esplorando percorsi identitari. Inoltre, alcune delle strutture possono essere visitate virtualmente, grazie all’ausilio di una telecamera capace di ruotare di 360 gradi. A quanto detto si sommano oltre 2000 fra schede e cataloghi, numerosi tematismi e la puntuale segnalazione di eventi e iniziative.

«Ma è necessario - ammonisce Nicola Laforgia, assessore alla Cultura del Comune di Bari - non abituarsi a considerare il museo virtuale semplicemente come una bella vetrina». Il progetto, infatti, trascende gli angusti limiti della catalogazione e si propone come finestra interattiva sul territorio: ogni comune potrà costantemente rinnovare i contenuti del circuito, proponendo nuovi beni da valorizzare, suggerendo differenti percorsi e fornendo materiale sempre diverso.

«Senza sottacere - osserva Rinella - la speranza che il progetto possa in futuro crescere in termini di territorio servito, allargandosi a tutti i trentuno comuni dell’area metropolitana». Una crescita che potrebbe replicare in toto la felice esperienza partenopea del progetto Re.mu.na. (Rete Musei Napoli), con il quale il nostro Museo Virtuale condivide l’utilizzo del framework open source di gestione documentale «Octapy».

«E’ la prova tangibile - conclude Mario Mango Furnari dell’istituto di Cibernetica del Cnr di Napoli - di quanto l’informatica possa incidere nei processi di sviluppo, rielaborando il concetto di virtuale e proponendolo come sinonimo di potenzialità di crescita collettiva».
Leonardo Petrocelli

16/10/2008

Fonte: La Gazzetta on the web