Sollecitato l'ntervento delle istituzioni nel corso del meeting organizzato, nei giorni scorsi, dal Rotary Club di Barletta

Non basta parlarne. Per quello straordinario complesso di grotte sulla Murgia è tempo di tutele istituzionali. La parola d'ordine è impegnarsi nelle sedi competenti. Le recenti scoperte di grotte di natura carsica effettuate sul territorio di Minervino Murge hanno offerto al Rotary Club di Barletta l'opportunità di riflettere sul destino di un sito naturalistico di rilevanti proporzioni. L'occasione è stata offerta da un meeting dal titolo «Le grotte di Minervino Murge, quali potenzialità?», svoltosi nella serata di giovedì scorso nella sede del «Brigantino 2». Ai lavori hanno preso parte Andrea Salvemini, docente di Geologia applicata presso l'Università della Basilicata, il sostituto procuratore della Repubblica Antonio Savasta, il geologo Ruggiero Maria Dellisanti, Erwan Gueguen, ricercatore del Cnr e Michele Della Croce, primo cittadino di Minervino Murge. Nel corso della conferenza sono state proiettate le prime immagini inedite delle cavità ipogee, sei grotte carsiche di proporzioni notevoli, tanto da essere accostate al complesso ipogeo di Castellana. Ma per tutelare quest'area di interesse scientifico, definita da alcuni ricercatori «un libro di geologia all'aperto», non bastano le procedure ordinarie. Il Decreto Matteoli, come ha sottolineato Savasta, che sugli scempi perpetrati sulla Murgia ha aperto numerosi fascicoli d'inchiesta, ha depenalizzato molti scempi commessi in danno di straordinari siti geologici. Per riuscire a salvare un patrimonio ingente, quindi, per la prima volta in assoluto, la Procura tranese ha fatto ricorso al dettato di una legge del 1986, che stabisce la creazione di un vero catasto delle grotte, per una reale tutela giuridica di questi siti. Toccherà adesso alla Regione pronunciarsi sui tempi dell'accatastamento. Sono tanti gli utilizzi possibili per il complesso minervinese, dalla scuola internazionale di speleologia, ai percorsi turistici, fino alla creazione di spazi per l'arte e lo spettacolo, per recuperare, come è avvenuto altrove, luoghi degradati alla fruizione collettiva. Altri esperti, infine, prevedono lo sviluppo di un interessante parco naturalistico: nell'abisso di Igor, uno dei suoi ambiti, hanno nidificato uccelli rari ed in via di estinzione come i gheppi, oltre ai passeri ed ai colombi che svolazzano in un affascinante, habitat naturale.


Clicca qui per visionare l'articolo pubblicato sulla Gazzetta del Nord Barese sabato 15 ottobre 2005