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Iscritto in data 25/1/2007 al n. 3/07 del Registro dei giornali e periodici presso il Tribunale di Trani. Proprietario ed editore: Comitato Italiano Pro Canne della Battaglia - Barletta (BT)

 

14/11/2005.  I preti giudicano la videocamera in chiesa.

Installare una videocamera in chiesa è opportuno e lecito? Alcuni sacerdoti e teologi dicono la loro.

Sembrava che il caso di una parrocchia del Comasco dove il prete aveva installato in chiesa un videocamera per prevenire furti di opere d'arte e dalla cassetta delle elemosine fosse un caso isolato; invece anche in altre chiese italiane da tempo esistono sistemi di videoregistrazione.

Abbiamo provato a domandare alcuni sacerdoti, teologi e parroci, cosa ne pensano di questa novità tecnologica.

Cominciamo da chi si sente meno contrario o ostile all'ipotesi di una videocamera che filmi i fedeli in Chiesa: Padre Geoffrey Bovens, sacerdote premostratense (benedettino) belga, membro dell'Ufficio Liturgico Nazionale del Belgio: "Purtroppo è qualche volta necessario per motivi di sicurezza e pure di assicurazione. Non vedo un motivo per vietare quell'installazione".

Padre Mario Durando, frate cappuccino e giornalista radioltelevisivo torinese, ci risponde mentre si trova in una missione nel Perù: "Credo che dipenda sapere a che scopo: per la sicurezza, tutti stiamo facendo sforzi e rinunciamo alla nostra privacy per il bene e la sicurezza di tutti. Chiaramente, le immagini vanno conservate solo per questo scopo, ed eventualmente viste esclusivamente per questo".

Più articolata e critica verso il fenomeno della videocamera in Chiesa è la risposta di dom Angelo Ceriotti (dom è il titolo dei benedettini), dell'ordine di S. Benedetto nella diocesi di Milano, laureato in giurisprudenza e teologia, cultore di liturgia e musica sacra: "Penso che sia indispensabile valutare bene. Nel caso di una Chiesa che contenga opere artistiche di valore, penso che la presenza di un sistema di sorveglianza (discreto e mirato soltanto all'opera d'arte, non certo ai luoghi in cui si fermano i fedeli) non dovrebbe disturbare nessuno. Così pure come nel caso in cui, in via del tutto eccezionale, sia necessario intervenire a seguito del continuo verificarsi di furti, anche se di piccola entità. Al di fuori di queste ipotesi, ho parecchie difficoltà ad accettare un sistema fisso, ordinario, generalizzato di videosorveglianza: la pietà popolare, la fede nell'Assoluto, la voglia di silenzio e di preghiera mal si conciliano (non si conciliano...) con la curiosità, anche se del parroco".

Bellissima e significativa è la risposta di un sacerdote ricco di fede come don Lorenzo Maria Vatti: "Questa domanda mi mette un po' in crisi. Stavo prendendo accordi con il mio webmaster per installare una videocamera: non per prevenire i furti, ma per mettermi in contatto diretto con il tempo a Maria Madre e Regina in Trieste, di cui sono vicario, per fare una diretta via Internet. Quindi il vostro intervento è proprio risolutivo. Lascerò perdere, perché in Chiesa si va per pregare e non per fare spettacoli."

Don Vatti prosegue: "Penso che Dio intervenga nel momento migliore con mezzi svariati nella mia vita per condurmi secondo verità. Prevenire i furti è un grosso problema, io l'ho risolto con l'assoluta fiducia nel Signore: quando ero vicario parrocchiale a Roma ero tanto fiducioso che la Madonna mi proteggeva che lasciavo tutto in bella vista in camera mia. Entrarono i ladri diverse volte in casa (era facilmente apribile la finestra di cucina) hanno sempre portato via di tutto dalle stanze dei miei confratelli, da me al massimo un orologio; una volta addirittura hanno messo a soqquadro tutta la stanza, ma ho ritrovato i 400 euro che erano sulla mensola del telefono. Dica al suo parroco di pregare e avere fiducia. Io ho sempre lasciato la mia autovettura aperta con le chiavi dentro e lo stereo acceso (ho una Lancia Y multijet regalatami da mio babbo prima di morire, quindi una signora macchina) eppure non mi ha mai fatto nulla..."

Concludiamo con la risposta non di un prete, ma di una laica credente, Barbara Fiorentini (le donne non possono, per ora, fare i preti), esperta del rapporto tra fede e nuove tecnolgie, di cui parla ogni giorno nel suo blog Villaggio Virtuale.

Barbara ci dice: "Credo che il problema della sicurezza non si possa affrontare solo con l'installazione di videocamere. Da un lato c'è una questione legata al diritto alla riservatezza: quando si entra in una chiesa per pregare si cerca la tranquillità, la pace e sicuramente non si desidera essere "spiati" in un momento di intimità. Una chiesa non è la banchina di una metropolitana. Inoltre se si ricorre alle videocamere, ciò significa che nelle parrocchie mancano persone disposte a vigilare personalmente all'interno del tempio. Ma questo mi fa pensare che manchino anche le persone che controllano a video che cosa succede in chiesa quando questa è aperta ai fedeli."

"Se la videocamera non funziona come deterrente, ma serve a crimine avvenuto, per scoprire l'autore (ammesso che poi si riesca anche ad acciuffarlo), allora penso che, a conti fatti, sarebbe più opportuno riporre gli oggetti di valore in luoghi sicuri o dove è garantita la vigilanza costante e lasciare in pace i poveri fedeli. Non vorrei che le videocamere funzionassero da deterrente solo per i fedeli, che già in troppo pochi frequentano le nostre chiese cattoliche."

Fonte: [ZEUS News - www.zeusnews.it]








 

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