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Mensile telematico di archeologia, turismo, ambiente, spettacolo, beni e attività culturali, costume, attualità e storia del territorio in provincia di Barletta–Andria-Trani e Valle d’Ofanto

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11/11/2009.  BISCEGLIE – QUEI TRULLI CHE INCANTAVANO I VIAGGIATORI DELL’OTTOCENTO.

Quelle pietre che oggi spesso sono ritenute quasi ingombranti ed inutili, casette rurali o meglio trulli caratteristici della campagna che purtroppo vanno ormai verso l’estinzione, furono un elemento del paesaggio che catturò l’attenzione e la curiosità di un viaggiatore francese approdato da queste parti nei primi dell’Ottocento. Antoine Laurent Castellan, tra i tanti viaggiatori che hanno visitato la Puglia, fu l’unico a descrivere e raffigurare i trulli di Bisceglie nella sua opera «Lettres sur l’Italie» pubblicata a Parigi nel 1819, riscoperta per caso dall’editore biscegliese Antonio Cortese e ora consultabile nel sito internet www.centrostudibiscegliese.it.
Il libro di Castellan raccoglie molte curiosità naturali ed artistiche riguardanti il meridione d'Italia tra le quali emerge una singolare e particolareggiata descrizione riguardante l'architettura abitativa rurale di Bisceglie. Quelle “casedde” che hanno costellato l’agro e servito le necessità di riparo e di deposito di attrezzi agricoli di generazioni di contadini sono il “souvenir” descrittivo rimasto a perenne memoria nel libro dello scrittore francese. Dopo aver ricordato che Bisceglie “è costruita su una rupe bagnata delle acque del mare” e che “secondo Guglielmo Appulo, questa città deve la sua origine a Pietro, conte di Trani” si passa ai trulli.
«Si osservano in questo mandamento delle case di contadini, tutte costruite sullo stesso modello, e che a prima vista abbiamo preso, sulla relazione d'altri viaggiatori, per antiche tombe di cui illustriamo la forma, abbastanza singolare - scrive Castellan - esse sono isolate, e s'innalzano qua e là in mezzo ai campi ed ai pascoli; poiché è qui che inizia il Tavoliere”. Un'architettura povera, fatte di capanne di pietra e di muretti a secco, caratteristiche insostituibili del paesaggio non solo di Alberobello e della Valle d'Itria. Più si dovrebbe quindi rafforzare l’obiettivo di salvaguardia di queste costruzioni rurali della nostra identità storica, tant’è che il Comune di Bisceglie ha stabilito il divieto assoluto di demolizione. La più antica attestazione dell'arte del parietaro si riscontra proprio in alcuni dazi medievali di Bisceglie risalenti al lontano anno 1342, in cui si parla di "fabricatores parietum ad crudum".
LUCA DE CEGLIA
La Gazzetta del Nord Barese domenica 1° novembre 2009





 

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