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Mensile telematico di archeologia, turismo, ambiente, spettacolo, beni e attività culturali, costume, attualità e storia del territorio in provincia di Barletta–Andria-Trani e Valle d’Ofanto

Iscritto in data 25/1/2007 al n. 3/07 del Registro dei giornali e periodici presso il Tribunale di Trani. Proprietario ed editore: Comitato Italiano Pro Canne della Battaglia - Barletta (BT)

 

26/11/2009.  SPINAZZOLA – L’EX CONVENTO DEI FRATI MINORI (XV SEC.) RIDOTTO A RUDERE FATISCENTE .


La presenza di ordini religiosi in città è stato nutrito nei secoli, spesso però i luoghi che ospitavano i frati sono finiti per diventare altro, in questo caso poco meno di un rudere. Questo lo stato attuale dell’ex convento dei frati minori osservanti che si fa risalire al XV secolo e su cui ben 24 anni fa fu presentato un progetto di recupero a firma di due ingegneri di Spinazzola: Glionna e De Cesare, da allora il nulla. Mostrare lo stato attuale del luogo è solo un invito a riflettere su quella parte della città che è anche la sua storia, che rischia di essere cancellata per sempre mentre potrebbe se recuperata, diventare altro. L’ex cenobio fu convertito, un primo scempio, in mattatoio rimasto attivo sino agli anni settanta quando venne costruito il nuovo macello comunale, anche questo successivamente abbandonato e diventato deposito degli automezzi per la raccolta della nettezza urbana. Dopo questo uso l’antico edificio è stato abbandonato diventando ferita di una architettura impregnata di vissuto. Poco visibile rispetto al resto della città la struttura è nascosta dietro le mura del campo sportivo, incastonato tra il deposito degli automezzi (ex nuovo mattatoio) e altro deposito comunale le cui fondamenta al momento della sua costruzione hanno
violato il luogo in cui sorgeva probabilmente il cimitero dei frati.
La recinzione fatta erigere dal Comune che doveva impedire l’accesso all’edificio, una rete metallica, è squarciata in più punti, e da questi varchi è possibile entrare all’interno. Il porticato, residuo dell’intero chiostro del convento conserva ancora tutta la sua bellezza, mentre le stanze sono poco meno che un immondezzaio. Oltre agli immancabili moderni “graffiti”, cavi della corrente elettrica pericolosamente scoperti, un contatore di ultima generazione schiodato dal muro ed ancora qualche vecchia suppellettile e i segni dell’ultimo uso dell’edificio come macello. Perché tanto abbandono? Il lungo periodo intercorso dalla progettazione finalizzata al recupero la dice lunga sulla indifferenza perpetrata a danno di questa struttura. Le colpe sono da ricercare tanto nelle amministrazioni di centrosinistra che di centrodestra che in questi anni si sono succedute. Sull’edificio è gravata la maledizione del mancato finanziamento del progetto e così come per altri angoli storici della città anche l’ex convento dei frati minori osservanti ha subito la rimozione dalla memoria collettiva. Senza denaro non si fa nulla vero, ma forse nulla o poco si è fatto per cercare quel denaro necessario al riscatto di questo fabbricato.
Tanto più che quest’angolo di città è ora associato all’attuale uso di deposito e di ricovero di automezzi e quindi declassato ed in modo irrispettoso della storia non mancano intorno ad esso, quasi come una beffa, micro discariche di inerti. Dentro l’ex badia ci siamo capitati per caso, proprio ponendo attenzione al continuo nascondere i rifiuti ovunque. L’attuale amministrazione non ha responsabilità ma molto questa potrebbe fare per salvare quest’angolo di antichità della città e meritevole sarebbe la sua attivazione in tal senso.

COSIMO FORINA
LA GAZZETTA DEL NORD BARESE GIOVEDI’ 19.11.2009







 

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