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29/04/2010.  SAN RUGGERO DI CANNE E DON TONINO BELLO IN UN EDITORIALE DELLA RIVISTA "JESUS".

E' stato molto citato in questi recenti festeggiamenti per il 734° anniversario della traslazione del corpo di San Ruggero il significativo editoriale dal titolo "L’episcopio di Tonino", a firma di Antonio Tarzia, pubblicato sul n. 8 di agosto 2008 della nota rivista cattolica "Jesus".

L'accostamento della figura di Don Tonino Bello al Santo Vescovo di Canne é di una modernità che trascende dalla Storia per arrivare ai giorni nostri.

Lo riproponiamo volentieri ai nostri Lettori specie nella giornata in cui si é dato l'avvìo al processo di canonizzazione a Molfetta, dove Don Tonino ha esercitato il suo ministero pastorale così fecondo.

«Andava scalzo con lo pede nudo per quelle campagne cercando le limosine per li poveri»: così un ignoto cronista del XV secolo ci presenta il vescovo pugliese Ruggero di Canne. E con evidente stupore annota: il suo episcopio era «un puro ospizio che sempre stava aperto de nocte e de giorno ad alloggiare le viandanti et le pellegrini, et le vidue et le pupilli (orfani)».

Lo stesso turbamento e stupore prese me nel 1984 quando andai a trovare monsignor Tonino Bello, vescovo di Molfetta. Ad aprire l’episcopio venne una bimbetta con un cane e poi apparve lui dietro al suo sorriso, in maglietta bianca e pantaloni chiari. «Don Tonino, ti sei fatto un cane?» azzardai. «Benvenuto!», disse abbracciandomi. «Il cane è dei miei ospiti: la famiglia è cresciuta!».

Emergenza sfratti, il Paese è diviso, al bar tutti dissentono e l’amministrazione pubblica organizza sedute e dibattiti. Non arrivano decisioni se non da parte del vescovo, che apre le porte del suo episcopio agli sfrattati. Mette in comune con due famiglie, le più povere, la sua cucina, la lavanderia, la dispensa, lo spazio e il tempo. Il gesto profetico di don Tonino durò circa sei mesi e non fu l’unica decisione controcorrente ma sulla scia del Vangelo: già ammalato andò con i manifestanti pacifisti a Saraievo e quando pensò di aver quasi finito di combattere la sua buona battaglia per la vita, per la pace, per gli ultimi, si fece impartire in cattedrale, alla presenza del suo popolo di amici, l’Unzione degli infermi.

Dispensatore della tenerezza di Dio, non ha mai alzato la voce se non contro gli usurai strangolatori, gli affamatori dei popoli e i signori della guerra. Non avrebbe mai sporcato le mani pulite dei bambini o si sarebbe messo tra loro per ottemperare a una legge che rischia altrimenti di essere discriminatoria. Così non avrebbe mai plaudito alla decisione della Corte suprema Usa di considerare diritto intoccabile dell’uomo il possesso di un’arma da fuoco, dando così ragione all’aforisma inglese, ironico e crudele, attribuito a Chesterton, che «l’uomo è un gorilla con il fucile».

Del servo di Dio don Tonino Bello oggi si parla nei tribunali ecclesiastici, dove prosegue l’iter per la causa di beatificazione. Ma se ne parla e quasi sempre come di persona vivente, negli incontri pastorali, nei raduni dei giovani. La Chiesa nuova delle Giornate mondiali della gioventù si nutre dei suoi scritti semplici, emozionali, attualissimi.

È commovente e incoraggiante vedere gruppi di scout o coppie di ragazzi che vanno a trovarlo nel cimitero di Alessano, con la chitarra e gli fanno compagnia cantando Chiesa del grembiule, Immagine di te o Un’ala di riserva: testi di Tonino, musicati da Giosy Cento. Il vento del mare profuma le note e il messaggio nuovo, biblico, profondamente umano e spirituale, si fa garanzia di futuro.

Antonio Tarzia

Per gli approfondimenti su internet

http://www.stpauls.it/jesus/0808je/editoriale.htm

Nelle foto, Don Tonino Bello ed il busto argenteo di San Ruggero a Canne della Battaglia martedì 27 aprile 2010 in occasione del 734° anniversario della traslazione delle reliquie (Foto esclusiva La Gazzetta dell'Archeologia on line)





 

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