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10/12/2010.  ANDRIA - QOCO 2010 ALLO SVEDESE MAGNUS NILSSON: DALL'OLIO DI BETULLA ALL'EXTRAVERGINE DI CORATINA.

L’undicesima edizione di Qoco, un filo di olio nel piatto, alla Tenuta Cocevola di Andria, ha sorriso a Magnus Nillson, 27enne svedese, responsabile dei riti golosi di una ristorante, il Faviken Magazinet a Jarpen nello Jamtland, che dista dalla città pugliese oltre 3200 chilometri. Lì si è “solo” a metà della Svezia e il Circolo Polare è ancora più su, ma visto da qui, da una Puglia bagnata dall’Adriatico, sembra Polo Nord.

Presidente della giuria Gualtiero Marchesi, direttore tecnico Pietro Zito, in gara anche l’austriaco Simon Wagner del ristorante Stiftsschiede a Ossiach, il francese Bertrand Grebaut dell’Agapè a Parigi, il tedesco Lars Moller del Vlet ad Amburgo, l’olandese Wally Bosman del Toscanini ad Amsterdam, il polacco Jacek Grochowina dell’Amber a Varsavia, lo sloveno Jure Tomic dell’Osterija Debeluh a Brezice, gli italiani Marianna Pillan dello Zenzero a Grumolo della Abbadesse (Vicenza), Stefano Campanelli di Masseria Petrino a Palagianello (Taranto) e Franco Aliberti, pasticciere di Vite a San Patrignano (Rimini).

La mattina i dieci piatti a tema imposto, Pesce azzurro e legumi, nel pomeriggio i dieci liberi, con l’obbligo però di usare i prodotti del Paniere di Andria, nel quale mancava il pesce e pure la carne. E per tutti i concorrenti, rigorosamente sotto i trent’anni, un imperativo: esaltare l’extra vergine da cultivar Coratina, vanto di un comune di centomila abitanti che da solo produce più olio della Toscana intera.

A Qoco, piatti anonimi, niente nomi, solo numeri per non cadere in tentazione. A livello di Pesce azzurro e legumi hanno brillato, nell’ordine, i piatti numero 8, 5 e 3; quando si è passati al tema libero, ecco brillare il 2 il 6 e l’ 8. Con un’avvertenza, punteggi a parte (25 il voto massimo): il tema obbligato avrebbe contribuito al voto finale in misura del 60%.

Ottavo ad uscire con la sua interpretazione dell’olio extra vergine di Andria, Magnus Nillson, più regolare di tutti e solo sul podio entrambe le volte, prima con il Tonnetto quasi crudo e poi con la Burrata, cime di rape al vapore, patate gialle e funghi crudi.

Con lui, ecco la mattina Stefano Campanelli, secondo con una Crema leggera di fave bianche con tonnetto, e Jacek Grochowina, terzo con lo Sgombro con lenticchie; quindi, nella seconda sessione, miglior piatto per Franco Aliberti, seconda Marianna Pillan con una Zuppetta di olio extra vergine d’oliva e patate gialle, con funghi cardoncelli e terzo Magnus.

Spigolature: il cuoco polacco ha scoperto la bontà della burrata solo la sera prima del Concorso. Una leccornia subito fatta sua per creare un uovo finto a metà (il tuorlo era autentico, di gallina). Lo svedese, pur conoscendo l’extra vergine, al Faviken non lo usa ancora perché non appartiene alla cultura del suo Paese; così ricorre all’olio di betulla ricavato dalle foglie dell’albero. Ma ha promesso di ripensarci.

Aliberti ha ricevuto una menzione speciale per il Sorbetto di mandorle e olio extra vergine di Coratina, per molti il miglior piatto in assoluto.

Classifica finale: primo Nilsson, secondo Campanelli e terzo Grochowina.

Ma Qoco 2010 ha vissuto di altri momenti significativi, al di là del Concorso.

“La formula dell’evento – ricorda Nicola Giorgino, sindaco di Andria – è stata fortemente rivisitata, ed ha portato il nostro olio extravergine ad una ribalta mediatica a livello regionale, nazionale ed internazionale. Il Seminario Scientifico, con un parterre di relatori di assoluto prestigio, e la stessa festa popolare in Piazza Catuma, hanno poi consentito di elevare, nella sostanza e nella forma, una manifestazione che rappresenta un importante anello nella promozione del nostro olio. Il futuro ora è nelle mani e nella capacità degli amministratori locali di attivare politiche di sostegno, conoscenza e divulgazione, ma anche dall’oculatezza e dall’intraprendenza delle nostre imprese agricole nel fare sistema.”

Sintonizzato sulla stessa lunghezza d’onda, l’Assessore al Marketing Territoriale, Benedetto Miscioscia. “Avevamo un obiettivo, quello di focalizzare l’attenzione del mondo scientifico e dell’opinione pubblica non sull’extravergine in generale, ma sulla monocultivar Coratina, le cui virtù salutistiche e gastronomiche sono tante ma ancora poco conosciute. L’obiettivo ci pare centrato. Ma è solo un primo passo – sottolinea Miscioscia – sulla strada della sensibilizzazione collettiva. Perché non basta avere un grande prodotto come il nostro olio extravergine per vincere le difficili sfide del mercato. Bisogna produrlo con oculatezza, tutelarlo dalle contraffazioni, sostenerlo nella qualità e nel prezzo attraverso formule consortili, promuoverlo con canali mirati e commercializzarlo secondo criteri moderni. In questa ottica Qoco 2010 non è certo un traguardo, ma può essere un decisivo punto di partenza.”





 

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