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Mensile telematico di archeologia, turismo, ambiente, spettacolo, beni e attività culturali, costume, attualità e storia del territorio in provincia di Barletta–Andria-Trani e Valle d’Ofanto

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25/02/2011.  ESCLUSIVA - SULLO STATO DEL COLOSSO DI BARLETTA, LE DICHIARAZIONI DI GIULIANO VOLPE, RETTORE DELL'UNIVERSITA' DI FOGGIA.

In esclusiva per "La Gazzetta dell'Archeologia", il prof. Giuliano Volpe, Rettore dell'Università di Foggia, pubblichiamo le sue personali dichiarazioni sulla migliore "terapia" scientifica per salvare la gigantesca statua bronzea da smog e degrado.


Dopo l'anteprima su Repubblica.it, ringraziamo il prof. Volpe per l'attenzione rivolta alla nostra Testata e per la sua posizione nel merito di un dibattito sempre d'attualità nella conservazione e valorizzazione dei Beni culturali:


"La mia posizione è semplice: l'ultimo intervento di restauro sul "colosso" risale a oltre trent'anni fa. Questo è un assurdo per una scultura in bronzo di questo tipo, ormai unico originale esposto all'aperto in luogo pubblico (ad es. la statua equestre di Marco Aurelio o i cavalli di San Marco a Venezia sono stati da tempo sostituiti da copie ed esposti in Musei). Dovrebbe esserci un'azione continua di monitoraggio, che in realtà non c'è e che forse (purtroppo) non ci sarà mai in un paese come l'Italia.


Pertanto, dopo una attenta analisi dello stato di degrado, e pur sapendo bene quale significato riveste la scultura quale simbolo di Barletta in quel luogo, non troverei scandaloso, per conservare la statua anche per il futuro, pensare alla realizazione di una copia perfetta (le tecnologie ormai lo consentono e sfido chiunque a notarne la differenza, trattandosi quasi di un "arredo urbano", sia pur simbolicamente pregnante) ed esporre l'originale nel Museo di Barletta, in uno spazio adeguato e dodato anche di tutti i supporti didattici e tecnologici adeguati. Per il bene del "colosso" e di Barletta.


Se invece le analisi dovessero dimostrare che la scultura non subisce degrado o che sarebbe sufficiente pedonalizazre la zona circostante per evitare smog (ma bisogna sempre considerare l'effetto indiretto, che in uno spazio urbano è inevitabile) e stress da vibrazioni, allora si lasci la scultura originale sul posto ma si assumano impegni per garantire una costante azione di monitoraggio. Cosa che dall'ultimo restauro di trent'anni fa non è successo".


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Da: Amica9tv  24 febbraio 2011 

 




 





 

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