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CANNE DELLA BATTAGLIA:
RIPULIAMO DALLO SCEMPIO LA FONTANA DI SAN RUGGIERO
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Mensile telematico di archeologia, turismo, ambiente, spettacolo, beni e attività culturali, costume, attualità e storia del territorio in provincia di Barletta–Andria-Trani e Valle d’Ofanto

Iscritto in data 25/1/2007 al n. 3/07 del Registro dei giornali e periodici presso il Tribunale di Trani. Proprietario ed editore: Comitato Italiano Pro Canne della Battaglia - Barletta (BT)

 

29/03/2011.  OFANTO: NE’ MARIJUANA E NIENTE CANNABIS, MA SOLO CANNE… DELLA BATTAGLIA OVVIAMENTE!.

Ofanto: offesa continua. La sua “immagine” di fiume tutelato, ma solo a parole, da una legge regionale, é ormai quasi quotidianamente sempre più in cronaca nera.

Ieri ci siamo scandalizzati alla notizia delle coltivazioni di marijuana fotografate e scoperte vicino Canosa, punto finora più estremo di una rabbia condivisa da chiunque ci veda ancora la principale risorsa idrica e paesistica di questo territorio.

Ma prima, in un rapido elenco ripassiamo ciò che gli è capitato: esondazioni impazzite per colpa dell’invasione selvaggia di produzioni in aree golenali vietate; abbandono indiscriminato di rifiuti d’ogni sorta e specie nei terreni incolti; prelievo delle acque fluviali con pompe clandestine; Canne della Battaglia coi suoi nuovi e vecchi problemi etc etc.

E lungo il suo corso, nel territorio circostante altre scene ancor più squallide: le prostitute sulla Salinelle vicino al ponte del caposaldo Cittiglio, la monnezza sullo svincolo della 16 bis, le masserie abbandondate, saccheggiate e depredate, la stazione di Casalonga sulla Barletta-Spinazzola ridotta a cava di pietra, la storica fontana di San Ruggiero scempiata ed oltraggiata, i cacciatori di frodo, il fotovoltaico, gli uliveti spiantati per fare posto ai vigneti, i 12 milioni di euro buttati al vento dell’unico GAL bocciato in tutta la Puglia…

Patrie memorie? Echi lontani di pagine ben più gloriose della nostra storia più antica? Oggi vince il degrado sulla vittoria di Annibale.

Il tutto in una sorta di schizofrenia a comando, fra il “male” di questi episodi delinquenziali, ed il “bene” delle iniziative a sfondo ecologista come le uscite di libri impegnatissimi sul tema e quelle patrocinate dalle varie amministrazioni comunali, l’ultima voluta dal Comune di Barletta a Canne della Battaglia in collaborazione fra gli scout Agesci ed il nostro Comitato lo scorso 28 novembre dal titolo che sembra una ironica canzonatura “Difendiamo il tuo Parco”!... Ma da chi, se non dalla stessa politica?

Infatti, mentre si continua a recitare a soggetto, l’Ofanto continua nella sua tenace natura a sopravvivere a se stesso e fa montare lo scandalo uguale alle piene.

La rabbia? E’ dei cittadini, tutti quanti, verso i politici, di qualunque colore e di ogni schieramento, nonché di ogni livello istituzionale, specie coloro i quali si stanno attrezzando, a Barletta, per la prossima campagna elettorale di rinnovo Sindaco e Consiglio Comunale.

La Regione ha varato a dicembre 2007 la legge n. 37 che, scatenando le ire degli agricoltori, venne revisionata a furor di popolo in marzo 2009 con la deperimetrazione dei confini del Parco ed il taglio di una enorme fetta di suoli agricoli ricadenti proprio nell’agro barlettano.

Ma quella legge comunque c’è: ai politici il compito di insediare il Consorzio di gestione che la applichi punto per punto. Perché in quella legge istitutiva del Parco regionale fluviale dell’Ofanto sono stati previsti tutti i rimedi che, oggi assenti, causano lo sfascio a cui giornalmente assistiamo. Dalla tutela alla promozione, dalla salvaguardia ai controlli e via discorrendo.

L’ultimo oltraggio è stata questa scoperta di estese coltivazioni di droga. Ed a questo punto, chiudo con un’amarissima battuta: non vogliamo né marijuana nè cannabis sulle rive dell’Ofanto. Ma solo… Canne.

Della Battaglia, s’intende!

29 marzo 2011

Nino Vinella


Leggi l'articolo pubblicato su La Gazzetta del Nord Barese mercoledì 30 marzo 2011.



 

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