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Iscritto in data 25/1/2007 al n. 3/07 del Registro dei giornali e periodici presso il Tribunale di Trani. Proprietario ed editore: Comitato Italiano Pro Canne della Battaglia - Barletta (BT)

 

05/03/2012.  ANDRIA - IL ROTARY PER LO SVILUPPO DELL'IMPRENDITORIA MERIDIONALE: FORUM DEL DISTRETTO 2120.

“Innovazione” è la parola d’ordine. Fare impresa nel pieno della crisi economica e finanziaria si può. Cimentarsi nel mercato ai tempi della globalizzazione e sfidando la recessione non è utopia. Ma è necessario adeguarsi alla concorrenza, interna ed internazionale, e dare fondo a tutta la creatività di cui i meridionali sono capaci.

E’ il messaggio di speranza emerso durante il Forum promosso dal Distretto 2120 del Rotary International e dalla Fondazione “Il Rotary per lo sviluppo dell’imprenditoria meridionale” e organizzato ad Andria dal club “Andria – Castelli Svevi”, in collaborazione con il Rotaract. Il tema scelto per l’incontro (“Fare impresa oggi? Prospettive possibili e criticità emergenti dell’imprenditoria meridionale”) ha focalizzato l’attenzione su aspetti concreti della problematica che affligge, ora più che mai, l’imprenditoria e l’occupazione nel nostro Paese e nel Mezzogiorno in particolare.

Innovazione e creatività, dunque, i primi ingredienti di una ricetta che certamente non produce miracoli, ma richiede impegno, sacrificio, studio, applicazione per ricambiare con il successo. Lo ha sottolineato il Governatore del Distretto 2120, Mario Greco, concludendo i lavori del Forum.

«L’innovazione non va considerata solamente nella sua parte tecnologica o commerciale. Bisogna innovare la parte sociale, quella istituzionale, quella normativa, quella finanziaria, quella formativa per stare al passo con i tempi», ha osservato il Governatore.

«La crisi italiana è figlia del sopravvento che la finanza ha preso sull’economia, della concorrenza internazionale, della delocalizzazione selvaggia ed anche di qualche discutibile obbligo che l’Italia deve osservare per restare nell’Unione Europea.

Senza dimenticare il ruolo delle banche, troppo ancorate all’esigenza di garanzie di solvibilità per l’accesso al credito e pochissimo attente, invece, alla progettualità, alle reali potenzialità di sviluppo delle aziende».

La crisi, insomma, ha fatto emergere quelle che sono, in realtà «gravi lacune strutturali di un sistema asfittico», ha spiegato il presidente della Fondazione, Riccardo Greco, «ma ci sta facendo capire, anche, che, nonostante tutto, le risorse umane, le idee e la voglia di fare non mancano».

Secondo il presidente Greco, «quello che manca, in questo periodo, sono le proposte positive, l’immagine di un’Italia e di un Sud che camminano, producono e vincono, anche se la congiuntura è tutt’altro che positiva. Finché continueremo a lamentarci – ha concluso – non risolveremo uno solo dei problemi che abbiamo e che sono sicuramente molto seri».

Gli spunti per le riflessioni del Governatore e del Presidente della Fondazione sono giunti dalla tavola rotonda a cui hanno partecipato Carlo Macculi, del Comitato tecnico nazionale di Confindustria per la Ricerca e l’innovazione, e Luigi De Simone, amministratore delegato della Icq, azienda italiana specializzata nella produzione di energia da fonti rinnovabili.

I lavori sono stati aperti dal saluto del sindaco di Andria, Nicola Giorgino.

Le loro testimonianze hanno puntato l’attenzione sulla percezione negativa che oggi l’opinione pubblica ha dell’impresa e dell’imprenditore e sul ruolo che su questo fronte rivestono i “media”, preoccupati di mostrare quasi unicamente gli aspetti negativi della crisi e parlare esclusivamente delle aziende che licenziano e chiudono, anziché cercare i molti esempi virtuosi di aziende che assumono e crescono.

«E’ un problema di visione, di progettualità, di accortezza nelle scelte, di capacità di individuare nicchie di mercato del tutto o parzialmente inesplorate».

Insomma: come in tutte le professioni, ci sono imprenditori capaci e illuminati, fantasiosi e brillanti e imprenditori meno disposti a raccogliere le nuove sfide e preoccupati più di curare il proprio capitale che di assicurare un presente ed un futuro alla propria azienda.


Strategie appropriate, risorse umane, investitori provenienti dall’esterno sono altri ingredienti irrinunciabili per fare impresa ai tempi della crisi e nonostante la recessione. Macculi e De Simone insistono: «Dove fare impresa? Nel mio territorio. Delocalizzare la produzione ha un senso se l’azienda ha individuato un nuovo mercato in cui imporsi. I settori? Agroalimentare, aerospazio, green economy, scienze della vita, high tech».

Attenzione, però: «Senza la passione e senza la sete di successo, non c’è creatività, né innovazione che tengano», avvertono i due esperti.

In chiusura di giornata, il Governatore Mario Greco, il presidente della Fondazione Riccardo Greco ed il presidente del Rotary club “Andria – Castelli Svevi” Franco Nanni hanno consegnato riconoscimenti e premi della Fondazione a quattro giovani neo laureati per le loro tesi innovative.

Si tratta di Claudio Piccarreta (tesi su “Evoluzione della relazione tra paziente e medico attraverso l’uso di avanzati sistemi informatici”), Gilda Brigida Lorusso (“La gestione del capitale intellettuale nel generational turnover delle piccole imprese familiari”), Gaetano Malerba (“Le configurazioni produttive distrettuali – Il caso del Distretto florovivaistico del Nord Barese”) e Irene Sasso (“L’Agrinido: la multifunzionalità agricola al servizio dell’infanzia”).

Riconoscimenti della Fondazione e del Club anche ad alcuni giovani imprenditori del territorio che si muovono con successo e da tempo nel solco dell’innovazione e della creatività sul quale ha insistito il Forum.

Fonte:
ROTARY CLUB ANDRIA CASTELLI SVEVI
Ufficio Stampa e Comunicazione





 

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