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CANNE DELLA BATTAGLIA:
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Mensile telematico di archeologia, turismo, ambiente, spettacolo, beni e attività culturali, costume, attualità e storia del territorio in provincia di Barletta–Andria-Trani e Valle d’Ofanto

Iscritto in data 25/1/2007 al n. 3/07 del Registro dei giornali e periodici presso il Tribunale di Trani. Proprietario ed editore: Comitato Italiano Pro Canne della Battaglia - Barletta (BT)

 

18/07/2012.  "OCCORRE UN NUOVO PATTO PER LA VALORIZZAZIONE DI CANNE DELLA BATTAGLIA SULL'ASSE BARLETTA-CANOSA". PARLA L'EX DIRIGENTE ALLA CULTURA DEL COMUNE DI BARLETTA, RAFFAELE MONTENEGRO, ARTEFICE DEL PROTOCOLLO D'INTESA FRA COMUNE E SOPRINTENDENZA DEL 1999.

In questo intervento, il dott. Raffaele Montenegro, ex dirigente ai Beni e Servizi Culturali del Comune di Barletta, esamina la situazione del sito archeologico di Canne della Battaglia.

Il sito archeologico di Canne della Battaglia è al centro, da vari decenni, di un intenso dibattito sulla sua valorizzazione e fruizione.

Il luogo è facilmente raggiungibile, servito di diverse vie di comunicazioni sia stradali, sia ferroviarie: due strade provinciali che collegano Barletta con Canosa, una super strada, una autostrada e una linea ferroviaria Barletta-Spinazzola con annessa una graziosa stazioncina.

Inoltre è dotato di un museo archeologico che è stato oggetto di diversi interventi di restauro e recupero archeologico nel corso di diversi anni.

Nonostante ciò il sito da un punto di vista turistico non decolla. Esempio concreto di questo mancato decollo è l’abbandono della gestione dei servizi ausiliari.

Ritengo che una riflessione vada fatta sul perché di questa situazione, che non può essere solamente legata all’attuale contingenza politica; basta verificare che le polemiche su Canne nel corso dei vari anni si assomigliano tutte e le denunce ormai non sono più sufficienti.

Personalmente ritengo che le cause siano strutturali, profonde e storiche. Trattasi, secondo il mio modesto parere, dell’assenza di un piano strategico che vada oltre le contingenze del momento.

I vari interventi sul sito archeologico sono spesso tra loro scollegati e non inseriti in un pianificazione che tenga legati tra loro i vari aspetti del problema.

Dobbiamo porci la domanda banale: perché il turista deve andare a Canne della Battaglia? Come rendere appetibile il fatto di visitare la zona archeologica? Che servizi vengono offerti a un turista che decide di recarsi a Canne sotto il sole di luglio-agosto?

Vediamo di analizzare schematicamente la realtà e vedere quali possono essere le varie tappe che consentano di individuare un piano strategico che tenga insieme restauro e conservazione del sito, ricerca archeologica, musealizzazione, fruizione, valorizzazione, sviluppo turistico, aspetti economici, gestione, ecc. :

1) Non si può pensare di isolare Canne della Battaglia dal suo contesto territoriale. La sua valorizzazione parte nell’ambito di un piano paesaggistico territoriale che comprende gli argini del fiume Ofanto, la collinetta di Canne, il Selpocreto, le strutture termali di San Mercurio, tutta la zona delle masserie storiche e della fontana S.Ruggiero (che deve rientrare nel patrimonio demaniale) oltre al Dolmen. Praticamente un unico e grande progetto paesaggistico-ambientale-archeologico a cui devono concorrere le finalità di quattro leggi regionali : L.R. 37/2007 (Istituzione del parco regionale “Fiume Ofanto”) – L.R. 20/2009 (Norme per la pianificazione paesaggistica) – L.R. 15/2011 (Istituzione degli ecomusei della Puglia) – L.R. 31/2011 (Valorizzazione e divulgazione dei luoghi e della storia relativa alla Battaglia di Canne). Pensare di trattare il tutto come fosse uno spezzatino significa sprecare energia e risorse finanziaria senza che nulla cambi.

2) Rendere collegabile con dei piacevoli camminamenti e/o piste pedonali i monumenti e le zone su citate, oltre con l'installazione di punti di ristoro e di relax. Lo scopo è di rendere piacevole e rilassante la giornata di una normale e tranquilla famiglia, di suscitare l’interesse culturale e scientifico dei giovani e degli studiosi, di attrarre gli amanti del paesaggio. Il fine è di presentare un prodotto culturale-paesaggistico-turistico tale da rendere compatibile diversi interessi e gusti e attirare diversi target turistici.

3) Dotare la zona di tutti una serie di servizi dal book-shoop al merchadising, da punti di ristoro a zone di ombra attrezzate per picnic. Recuperare le masserie presenti, che rappresentano il collegamento della presenza storica dell’uomo con la natura del territorio e del suo paesaggio, con una loro funzione sia conservativa, sia produttiva, può avvenire attraverso la loro conversione in punti di ristoro o di alloggio, offrendo la nostra gastronomia locale e aprendo anche al turismo gastronomico. Ciò comporta degli aiuti finanziari da parte delle diverse istituzioni a favore dei proprietari che intendono recuperare le masserie con l’indicazione di una loro specifica funzione.

Questo eviterebbe una eventuale speculazione edilizia e offrirebbe un notevole impulso alla ripresa economica del territorio.

4) Altro problema notevole è la gestione del sito. La proprietà del sito è divisa tra il Comune di Barletta e il demanio dello Stato. La gestione è sempre stata attribuita alla Soprintendenza Archeologica della Puglia che ormai ha mostrato le sue storiche carenze e insufficienze. Se è stata difesa la conservazione del sito, non altrettanto felice è stato la sua valorizzazione e promozione anche a fini turistici.

Occorre cambiare radicalmente percorso.

Nel 1999 il sottoscritto, insieme alla dott.ssa. Corrente, redasse un protocollo di intesa tra il Comune di Barletta e la Soprintendenza Archeologica, firmato dal ex sindaco Salerno e dall’ex soprintendente ai beni archeologici Andreassi, dove per la prima volta furono stabilite le rispettive competenze dei due Enti.

Fu anche l’occasione per far uscire il Comune di Barletta da un complesso di inferiorità culturale rispetto alla Soprintendenza e grazie a quella intesa furono finanziati diversi interventi di scavo.

Canne divenne sede di diverse manifestazioni teatrali e musicali, con la presenza di migliaia di persone, presentando così il sito archeologico in una veste diversa.

Ora bisogna partire da quella intesa e arrivare ad un accordo rinnovato alla luce delle nuove disposizione normative che hanno dato agli Enti Locali nuove competenze e responsabilità.

La valorizzazione e la promozione dei Beni Culturali e Ambientali rientrano nella legislazione concorrente regionale e pertanto anche degli Enti Locali ai sensi del D.Legs 42/2004 e dell’art. 117 della Costituzione.

Ma a questo nuovo protocollo di intesa devono partecipare,oltre al Comune di Barletta e la Soprintendenza Archeologica, anche la Regione Puglia e la Provincia BAT, nelle loro diverse competenze in materia, oltre all’apporto finanziario.

Questo consentirebbe di porre la questione 'Canne della Battaglia' come un problema regionale e nazionale. Ma è necessario anche la partecipazione del Comune di Canosa, se vogliamo puntare sul turismo archeologico. Il territorio deve essere, da parte del visitatore, vissuto pienamente sia per le bellezze archeologiche, sia per l' ambiente e sia con la fruizione dei relativi servizi.

Pesa in queste proposte l’assenza di una legge regionale quadro sui Beni Culturali ( la Puglia è forse una delle poche Regioni sprovviste di tale legge) che consente di monitorare la stato di salute del nostro patrimonio artistico, che crea una rete territoriale, che finanzia annualmente progetti di valorizzazione e di conservazione e che promuova degli itinerari turistici su tal tema

5) La gestione dell’intera area archeologica e paesaggistica, compresa la proprietà dello Stato, deve ricadere sulle spalle del Comune di Barletta. Storicamente Canne della Battaglia è stata considerata dai barlettani un proprio quartiere cittadino, mentre la Soprintendenza viene vissuta come soggetto estraneo e priva di dinamicità.

L’Amministrazione Comunale deve avere, però, un politica di valorizzazione e promozione del territorio cannense nell’ambito di un progetto di sviluppo condiviso dagli altri partner.

L’Amministrazione deve a sua volta delegare la gestione, la valorizzazione e la promozione alle associazione culturali e al volontariato del luogo; queste da decenni si occupano del problema e hanno raggiunto una professionalità e una passione assente nell’organico comunale.

Si innescherebbe, così, un processo virtuoso di vivacità e di creazione di nuove professionalità locali, di nuova occupazione, con effetti positivi sull’economia territoriale.

Il Comune e la Soprintendenza Archeologica deve, comunque, mantenere un rigido e severo controllo su tutta l’attività gestionale e di tutela.

6) Altro aspetto importante è la formazione professionale degli operatori. Finora ci si è avvalsi della volontarietà e del “far da sé” che ha supplito alle gravi carenze normative. Ora la Regione Puglia ha emanato, finalmente, la L.R. n. 13/2012 (Norme per la disciplina delle attività professionali turistiche.) che consente di regolarizzare situazione pregresse e contemporaneamente di dare uno status giuridico alle guide e agli accompagnatori turistici. Questo rappresenta una importante occasione di occupazione giovanile e di serietà professionale. Il Comune di Barletta e la Provincia della BAT, che ha le competenze maggiori in tale materia, possono istituire corsi di formazione di guide e accompagnatori turistici.

Su questi presupposti ritengo che si possa costruire una politica turistica in grado di far inserire la zona cannense nei circuiti turistici nazionali e internazionali, ma contemporaneamente presentare agli operatori del settore una proposta d' itinerario turistico archeologico, che parte dal Castello di Barletta, con i suoi reperti archeologici, in direzione di Canne della Battaglia e che prosegue sino a Canosa. Questa ultima città, in un piccolo percorso turistico archeologico, non può essere trascurata data la sua importanza regionale e nazionale per la presenza sia di importanti siti archeologici e sia per l’apertura di un museo di rilevanza nazionale.

Praticamente costruire e proporre agli operatori del turismo un asse Barletta-Canne della Battaglia –Canosa di Puglia, almeno per quanto riguarda il settore archeologico, grazie alla collaborazione delle due Amministrazioni Comunali.
Infine, deve essere evidenziato che queste proposte s' inseriscono nel filone chiamato “ economia della cultura” e l’incontro tra questi due settori è la sfida che la politica territoriale deve affrontare se vogliamo sopravvivere. Unire la nostra storia con le testimonianze storiche monumentali e con la salvaguardia delle nostre bellezze paesaggistiche è un prodotto che deve essere bene miscelato e presentato agli ospiti che vengono a visitare il nostro territorio.

Sono questi i fattori capaci di innescare ciò che viene chiamato “economia virtuosa”.

Dott. Raffaele Montenegro





 

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