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Mensile telematico di archeologia, turismo, ambiente, spettacolo, beni e attività culturali, costume, attualità e storia del territorio in provincia di Barletta–Andria-Trani e Valle d’Ofanto

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22/03/2006.  SOS AMBIENTE - Fermiamo i «ladri di pietre» che rubano la nostra storia.

«Ladri di pietre». Ladri della nostra memoria. Della nostra storia. Del nostro ambiente. Per loro le vecchie case che punteggiano la nostra bella campagna pugliese non sono preziosa testimonianza di una cultura da salvaguardare e consegnare ? come hanno fatto i nostri padri ? alle generazioni che verranno. I «ladri di pietre» non conoscono rispetto. A loro interessano solo le basole dei pavimenti, delle scale, dei pozzi, i fregi murali, le antiche mangiatoie, tegole scolorite dal tempo e per questo, nel mercato clandestino, ancora più preziose.

E per impossessarsene fanno scempio di piccoli e grandi casali, di piccole e grandi masserie, di indifese e solitarie chiese rupestri. Uno scempio che non fa notizia. Ma che, notte dopo notte, furto dopo furto, c'impoverisce tutti. I «ladri di pietre» lavorano selvaggiamente, ma con metodo. A colpi di piccone non c'è ambiente che sfugga alla loro cieca furia su ordinazione: il loro bottino è la nostra memoria. «Ladri di pietre» e cacciatori di chianche. Al loro passaggio sono poche quelle che si salvano. E quelle poche che sfuggono alla razzia rimangono divelte e spesso segnate irrimediabilmente dai colpi. Violentate e ferite.

Nonostante le segnalazioni, nonostante le denunce alle autorità competenti. Non è un segreto, anche se dirlo forse dà fastidio: i «ladri di pietre», in Puglia, sono attivi da anni. Ben informati, molto aggressivi, e, di fatto, impuniti. Malgrado il lunghissimo elenco di vittime. Tutti noi, il giorno dopo, abbiamo regolarmente denunciato lo scempio. Inutilmente. Il traffico clandestino delle basole antiche continua indisturbato. Quasi fosse un reato derubricato. Forse, perfino tollerato in una gerarchia di valori distorta dal crescendo di violenza criminale. E, comunque, sicuramente, non perseguito. In questi anni, in tutta la Puglia, sono migliaia le masserie e i casali razziati e devastati. Molti hanno subito più di un impietoso assalto. Fino a spogliarli dell'ultima chianca. Un fenomeno che non conosce pause. Favorito da un'indifferenza colpevole.

È proprio questo che vogliamo denunciare. La rassegnazione è la migliore alleata dei «ladri di pietre». Che sono l'anello esecutivo di un'organizzazione ben collaudata negli anni e che opera a diversi livelli di specializzazione. A essere danneggiata ? economicamente, ma anche negli affetti e nei ricordi ? non è la singola famiglia. Ormai, a rischio è la memoria di un patrimonio storico e culturale che caratterizzava la nostra terra, il nostro ambiente. Quelle case di campagna fatte di tufo e pietre ? pietre rivendute a chissà chi e chissà dove ? erano una testimonianza autentica, originale, della nostra storia. Esattamente come i nostri olivi secolari. Espiantati e venduti a compratori senza scrupoli. È per questo che chiediamo a tutte le autorità di dimostrare concretamente il loro impegno a difesa del nostro ambiente storico e culturale. Che va protetto da chi, notte dopo notte, per un pugno di soldi, lo disperde distruggendolo irrimediabilmente. Contando sull'indifferenza. Alla Regione, alla Provincia, ai Comuni, alle autorità tutte, chiediamo di farci sentire meno soli. Aderite al nostro appello chiamandoci ai nostri numeri.

Gaetano Urbano (più altre 20 firme) 080-3510930; 348-8818116

nuccio.urbano@tiscali.it

Fonte: La Gazzetta del Mezzogiorno 22/03/2006






 

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