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CANNE DELLA BATTAGLIA:
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Mensile telematico di archeologia, turismo, ambiente, spettacolo, beni e attività culturali, costume, attualità e storia del territorio in provincia di Barletta–Andria-Trani e Valle d’Ofanto

Iscritto in data 25/1/2007 al n. 3/07 del Registro dei giornali e periodici presso il Tribunale di Trani. Proprietario ed editore: Comitato Italiano Pro Canne della Battaglia - Barletta (BT)

 

10/11/2012.  BARLETTA – PIETRO MENNEA: “CANNE DELLA BATTAGLIA E’ IL MIO LUOGO SIMBOLO. DA UNA GRANDE SCONFITTA PUOI RIEMERGERE SOLTANTO SE LO VUOI DAVVERO... COME NELLO SPORT COSI' NELLA VITA NON E’ IMPORTANTE ESSERE PERFETTI MA DARE SEMPRE IL MASSIMO DI SE STESSI".

Ospite nella sua città natale il campione Pietro Mennea per ricevere il premio”Barletta città di sfide”.

Teatro Curci affollato di concittadini e di memorie della sua vita di corsa, tutti i grandi momenti raccolti nel docufilm “19 e 72” (titolo del suo record mondiale sui 200) ed anche le piccole storie quotidiane raccontate “a domanda risponde” nell’intervista del giornalista Enzo Delvecchio.

Da Gianni Brera, che alle Olimpiadi di Monaco lo vuol conoscere per misurargli il cranio e verificare la sua discendenza dalle popolazioni della Mesopotamia, alle sei poltrone acquistate col premio di otto milioni di lire dopo l’oro olimpico di Mosca del 1980, al bicchiere scagliatogli sulla testa da mamma Vincenza a sedici anni in piena crisi adolescenziale…

Pietro Mennea si concede in questa rincorsa nei ricordi. E quando il giornalista Delvecchio gli domanda qual è la cartolina di Barletta che si porta dentro (Eraclio, il trabucco, la disfida o che altro?), Mennea per ben due volte cita: “Canne della Battaglia è il mio luogo del cuore, il mio luogo simbolo, il posto che preferisco di più ricordare e che mi ha dato spesso la spinta per ricominciare proprio da un fallimento, da una sconfitta.

Quella storia mi ha insegnato a pensarla come poi ho deciso di fare nella mia vita.

Perché è stato a Canne che Annibale ha costretto Roma ad una sconfitta così bruciante da obbligare Roma a risorgere, a prendersi la giusta rivincita. Come spesso è accaduto a me…

Nello sport e nella vita non é importante essere perfetti ma dare sempre il massimo di se stessi. Alla fine si raccoglie sempre qualcosa”.





 

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