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Mensile telematico di archeologia, turismo, ambiente, spettacolo, beni e attività culturali, costume, attualità e storia del territorio in provincia di Barletta–Andria-Trani e Valle d’Ofanto

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26/12/2012.  BARLETTA - PRESENTATO IL VOLUME STORICO DI NICOLA PALMITESSA.

Giovedì 20 dicembre 2012 , a Barletta, nella Chiesa di Sant’Antonio, è stato presentato il volume di Nicola Palmitessa "Federico II e Gregorio IX. San Francesco d’Assisi e il Sultano, Tra dialoghi e identità. Svolta e antefatti del Trattato di Anagni".

Sono intervenuti l’arcivescovo Mons. Giovan Battista Pichierri, lo storico Prof. Vincenzo Pavan e Padre Piero Errico, Viceparroco Santuario Immacolato in Barletta, per i Frati Minori Cappuccini di Puglia. Moderatore: Prof. Riccardo Losappio, direttore della Commissione diocesana cultura e comunicazioni sociali

Ecco una sintesi dell’opera.

Tra potere imperiale e Papato, quali dialoghi e identità, se nel sec. XIII il sole di giustizia sembravano oscurarsi sotto la cappa di un mondo assetato di una vera pace e di un vero amore? Come e chi ricongiungerà i diversi mondi che marciavano ora separati ora in conflitto? Un'Europa cristiana e un bacino mediterraneo musulmano contrapposti; un Papato in cerca di dialogo e un Sultano da sempre inavvicinabile; un virulento impero d'Occidente che faceva capolino al Sultano, ma si rendeva ostile al primato di Pietro, proiettando antiche ombre di un pericolosissimo potere politico teocratico.
Frutto della traduzione di testi originari (dal Patto di Anagni del 1239 ai famosi Distici) alle cronache d'epoca (Riccardo da san Germano, etc.), questo lavoro non può non annotare il lato oscuro sull'indiscusso mito imperiale di Federico II contrapposto, appunto, non solo alla Chiesa e al Papato, ma anche all'imprevedibile e nuovo slancio missionario e di autentica pace. In principio, sul terreno della subdola pretesa della pax federiciana, forte del potere politico, culturale e militare, germoglierà l'impercettibile e imprevedibile aurora missionaria dei frati predicatori (di san Domenico) e di quelli mendicanti di san Francesco d'Assisi.

Quest'ultimo, per la sua testimonianza e Regola di vita evangelica è stato definito come un alter Christus e inaspettato apostolo della pace in un mondo in completo subbuglio. Ma perché l'imperatore di ritorno dalla sua tardiva Crociata ed anche a partire dal Patto di Anagni, 1239, martirizza indisturbato proprio i frati francescani, per il semplice fatto di portare all'imperatore lettere del Pontefice? E perché fallisce la missione Tra Venezia e Gregorio IX di cacciare dal regno Federico II, che avrebbero dovuto sbarcare proprio nel porto di Barletta?
L'imperatore aveva forse qualche fidato complice nella Chiesa per prevenire militarmente le 25 galee da guerra partite da Venezia?

Forse vi era qualche uomo fidato nel nascente e gracile ordine religioso ormai istituzionalizzato? Federico II e frate Francesco sono come mondi separati e contrapposti, come l'Europa cristiana e il Mediterraneo musulmano. Se frate Francesco nel 1118 si presenta al Sultano come Ambasciatore di Cristo, mosso dal solo motivo di voler in suo Nome salvare la vita del capo musulmano, mentre Federico II si presenta allo stesso Al Malik dieci anni dopo, di chi è il merito della prima Crociata senza spargimento di sangue? E come in un cortile di gentili, qui si cercano possibili dialoghi riproponendo realistiche identità. Di ritorno dal Sultano, a Barletta l'Imperatore fece arrestare frate Francesco durante una sua pubblica predicazione: Ma in questo unico incontro-scontro, cosa si dissero Federico II e il poverello d'Assisi a Barletta, cuore operativo della corte imperiale nel reame di Puglia?





 

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