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Mensile telematico di archeologia, turismo, ambiente, spettacolo, beni e attività culturali, costume, attualità e storia del territorio in provincia di Barletta–Andria-Trani e Valle d’Ofanto

Iscritto in data 25/1/2007 al n. 3/07 del Registro dei giornali e periodici presso il Tribunale di Trani. Proprietario ed editore: Comitato Italiano Pro Canne della Battaglia - Barletta (BT)

 

09/04/2013.  CANOSA DI PUGLIA - IL CONVEGNO SUL NUOVO MONUMENTO GIUSTINIANEO I LAVORI DI RECUPERO DELLE CUPOLE DELLA CATTEDRALE DI SAN SABINO.

La straordinaria figura del Vescovo Sabino di Canosa, continua ad affascinare e a stupire, attraverso le manifestazioni tangibili del suo episcopato: gli edifici sacri.

Un uomo, scelto da Dio per guidare un grande gregge cristiano, una comunità vasta ed erede dell’antico capitanato della Regione II Apulia et Calabria: Canusium.

La guerra greco-gotica, gli accordi con i Papi, il Concilio ecumenico di Costantinopoli, la dialettica con l’Imperatore d’Oriente Giustiniano; ma anche le amicizie con Benedetto da Norcia e con Germano di Capua. Un uomo che, al centro di un sistema di passaggio, puntò all’Oriente conservatore, attraverso le grandi innovazioni architettoniche che parlassero di Armonia, di Unicità e di rivoluzione cosmica in Dio.

Questi i temi emersi nel convegno di studi, svoltosi a Canosa nella Cattedrale di San Sabino il 5/4/2013.

Poco dopo le 18.30, la Cattedrale era piena zeppa di curiosi, studiosi, amatori o semplici cittadini; un vero e proprio crogiolo di gente che, in un certo qual modo, sintetizzava quello stupor di cui la comunità cristiana sabiniana di VI secolo, doveva esser piena.

Nelle infinite sfumature dei riflessi storici, accade sin troppo spesso di sentirsi nel pieno di un dejavu, quel ritorno al passato che non è semplice conferma del futuro, ma una vera e propria occasione di riflessione su quanto il cammino dell’Uomo abbia prodotto.

Il fascino del periodo sabiniano, nel pieno VI secolo d.C. non smette di emozionare: una cupola concentrica con 33 anelli o giri, tutti proiettati nell’Unicità di Dio, a sua volta rappresentato da una goniometrica croce patente. La perfezione dei Simboli, mista alla perfezione dell’esecuzione, sono il vero sintomo di una speranza di cosmico concepimento, di umano raggiungimento dell’Essere, di cristiana speranza per l’avvenire.

Motivi, questi ultimi, difesi in un Concilio dell’anno 535-536, cui il Vescovo Sabino fu pratico artefice e difensore, sotto l’egida di un sovrano conservatore e di un Papa morente. La cupola sabiniana della Cattedrale di San Sabino è pura emozione, come la prof.sa Bertelli nel suo intervento ha affermato, trovando conferma nei significati simbolici che la prof.sa Castelfranchi, ha sciolto con sentita commozione di chi ha studiato e visionato con largo anticipo, ciò che le abili e ben guidate mani delle maestranze di oggi hanno riportato in luce, correggendo un inspiegabile errore di fine Ottocento, che trascinò la Cattedrale di Canosa nel baratro della dimenticanza, facendola uscire dalla ambita selezione dei Monumenti Nazionali del XIX secolo.

Simboli di armonia quindi, ma anche espressioni matematiche proporzionali, che si traducono irrimediabilmente in un progetto, illustrato con passione dall’Architetto Matarrese. Il progetto di ripulitura della Cattedrale, perché di questo si tratta, mira a riconsegnare un monumento che ancora ha migliaia di informazioni nascoste, di possibili messaggi da interpretare.

Il futuro sarà la pulitura dell’abside, con i resti di un prezioso mosaico che, gli studi del Sig. Ieva sulle preziose Carte Rocca sembrano confermare. Le navate saranno ripulite, gli stucchi progressivamente ridotti e, con qualche fortuna in più, la grande cupola centrale, riserverà sorprese impagabili agli occhi degli studiosi e dei cittadini tutti.

Questa conferenza è stata un vero e proprio stimolo a credere che è possibile, anche in questi tempi bui, credere che si può fare, che è possibile sperare in un miglioramento.

In una Italia che sembra perdere sempre più il suo immenso patrimonio, c’è un piccolo angolo di cultura che viene salvato e che merita di essere visitato, non semplicemente con gli occhi del turista curioso, ma col cuore del cittadino europeo che mira ad un cambiamento, del cittadino italiano che mira a un netto miglioramento, del cittadino del Mondo che merita, se possibile, di sentirsi a casa.

Cosa è rimasto nei sensi dell’Uditorio? Lo stupor, quello stupore che è un vero e proprio medicinale contro ogni male sociale. Tra un sorriso e uno scatto fotografico, rimane certa la visione di questa serata: una sospensione nel vuoto della Storia ….

Una certezza di sentirsi un po’ più canosini orgogliosi.

Canosa di Puglia ….. dove vivere la Storia è una emozione impagabile!!!!

Sandro Giuseppe Sardella
Archeologo-Fondazione Archeologica Canosina





 

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