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CANNE DELLA BATTAGLIA:
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Mensile telematico di archeologia, turismo, ambiente, spettacolo, beni e attività culturali, costume, attualità e storia del territorio in provincia di Barletta–Andria-Trani e Valle d’Ofanto

Iscritto in data 25/1/2007 al n. 3/07 del Registro dei giornali e periodici presso il Tribunale di Trani. Proprietario ed editore: Comitato Italiano Pro Canne della Battaglia - Barletta (BT)

 

21/08/2013.  CANNE DELLA BATTAGLIA, UN SOGNO, UNO SPETTACOLO: IL MONOLOGO SULLA GUERRA DI ANNIBALE BARCA "ADDIO NUVOLE" NELL'INTERVENTO DELL'ATTORE STEFANO LUCI, PROTAGONISTA IL 2 AGOSTO PER IL 2229° ANNIVERSARIO DELLA VITTORIA SUI ROMANI.

Ospite del Comitato Italiano Pro Canne della Battaglia, l'attore fiorentino Stefano Luci, animatore di Ciurmastorta Teatro e protagonista del monologo teatrale "Addio nuvole" sulla guerra di Annibale Barca, ha affidato alla Gazzetta del Mezzogiorno l'intervento che proponiamo in anteprima ai nostri Lettori quale tesimonianza dell'intramontabile interesse verso il sito archeologico e le sue annibaliche memorie.

CANNE DELLA BATTAGLIA, UN SOGNO, UNO SPETTACOLO

Sono nato a Firenze, sono fiorentino docg, ma da bambino su quei banchi delle suore salesiane di San Frediano sognavo altro, sognavo oltre, sognavo…
Mi è rimasta in testa come Freud e la sua “annibalica fobia romana”, sì questa maledetta seconda guerra punica è rimasta nel mio immaginario come il semplice passato di una persona, un ricordo quasi vivo.

La maestra raccontava, spiegava e io a nove anni (avevo pressappoco la stessa età di Annibale bambino quando lascia la sua città e la sua mamma giurando odio eterno contro Roma ) già vedevo questo Africano con gli elefanti sulle Alpi, vedevo le sue ferite e immaginavo i suoi pensieri, gioivo per le sue vittorie e… ho pianto per la sua caduta.

Poi dopo ho scoperto che tutti i miei nonni lo conoscevano, tutti i ponti, i paesi e le vallate dall’Appennino pistoiese al Trasimeno hanno il suo nome o ricordano una sua azione.

I miei nonni conoscevano meglio di me Annibale Barca, i miei nonni cavalieri di Vittorio veneto, partigiani e prigionieri conoscevano Annibale Barca.

Ma un luogo è rimasto in me impresso più di altri: Canne.

Un luogo, un nome che mi ha seguito durante tutti i miei anni, in Puglia, ma nel mio immaginario, divenuto quasi mitico, quasi come la “Avalon” delle leggende medievali.

Un luogo, il suo capolavoro, un luogo dove in un giorno sono morti più uomini di quanti ne siano morti in dieci anni di guerra in Vietnam.

Una Gerusalemme bellica, perché è il luogo insieme al Golgota dove più di altri si sono decise le sorti dell’umanità. Ho sempre sognato di far rivivere quel luogo e il suo protagonista: Annibale Barca.

Sono diventato attore quasi per caso, ma nel potente strumento immaginifico del teatro ho trovato la chiave per realizzare i sogni; i miei, ma soprattutto di far tornare le persone a sognare, ricreando l’Entusiasmo, quel credito di vita che proprio il Teatro sta ormai perdendo.

Molti miei amici e colleghi credendo di avere talento si sono persi, sono scomparsi e arresi, hanno abbandonato la magia, perché come dice Platone: “Molti portano Tirso e Bacchetta, ma pochi hanno vere ispirazioni…”

Il mio dono è sempre stato profondo e sincero: raccontare, inchiodare le persone intorno ad una storia.

Ora, sono i personaggi che fanno la storia e non viceversa, e la Storia è sempre stata fonte prima d’Ispirazione anche per il teatro, chi non la conosce è costretto a subirla, chi la conosce la riscrive.

Una delle storie più belle è quella di Annibale Barca, ed uno dei luoghi più belli dove raccontarla è Canne della Battaglia, in questo ho realizzato un sogno e anche il raggiungimento di uno stato d’animo che un attore cerca per tutta la vita: La Catarsi!

La storia di Annibale è diversa da quella di altri generali e condottieri, è una storia umana, ma che ha dell’impossibile dell’incredibile, eppure è vera e umana, in questo sta la sua grandezza; nel suo disinteresse per la politica che lo condanna, nel suo difendere fino all’ultimo una madrepatria traditrice che lo abbandona e ostracizza, nella sua volontà di non farsi Re nonostante fosse il più grande…

Un bambino che non ha mai giocato, la sua Ascesa e Caduta vale la storia di ogni uomo, vale la fine di un’epoca irripetibile e tutto questo io l’ho raccontato e trasmesso grazie alla magia del luogo.

Questo è l’attore e deve essere il suo spettacolo: Vita. Ho com-mosso, io e lo spettatore ci siamo mossi insieme.

Flectere i cuori, dicevano i latini, piegare gli stati d’animo per emozionare e trasformare il pubblico. Il silenzio suona grazie alla voce e al corpo dell’attore e come dice l’ultimo vero critico rimasto ossia l’antropologo P.Giacché: “Si dice del teatro che è uno spettacolo vivente perchè dentro dev'esserci la vita e questa non può che manifestarsi nell'attore e nel suo corpo.”

Ecco Canne della Battaglia è un luogo magico che L’Italia intera deve conoscere, conservare e trasmettere. Il modo migliore per farlo è il Teatro e per me Canne della Battaglia è stato ed è un viaggio lungo 20 anni, un sogno realizzato e uno spettacolo in uno spettacolo.

“Imparate a ricordare, imparate a prevedere” (Hermes, misteri di Eleusi)

Stefano Luci





 

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