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Mensile telematico di archeologia, turismo, ambiente, spettacolo, beni e attività culturali, costume, attualità e storia del territorio in provincia di Barletta–Andria-Trani e Valle d’Ofanto

Iscritto in data 25/1/2007 al n. 3/07 del Registro dei giornali e periodici presso il Tribunale di Trani. Proprietario ed editore: Comitato Italiano Pro Canne della Battaglia - Barletta (BT)

 

30/10/2013.  BARLETTA - I BENI CULTURALI COME OCCASIONE DI SVILUPPO E DI CRESCITA DEL TERRITORIO. LA NUOVA LEGGE REGIONALE SULLA VALORIZZAZIONE DEL PATRIMONIO VISTA DALL'ARCHIVIO DI STATO. SCRIVE MICHELE GRIMALDI.

I Beni Culturali di Barletta visti dall'Archivio di Stato. Un intervento di Michele Grimaldi, funzionario della sezione di Barletta, che la Redazione ringrazia per il contributo di idee e di suggerimenti concreti.

L’occasione propizia offerta dalla discussione sulla Legge regionale n.17, entrata in vigore il 28 giugno 2013, "Disposizioni in materia di beni culturali" riguardante la disciplina degli interventi della Regione e degli Enti locali in materia di tutela e di valorizzazione del patrimonio culturale, fornisce lo spunto per cercare di contestualizzare la normativa con il reale stato dei beni culturali nella nostra Città.

La nuova legge come suo obiettivo principale pone il potenziamento e il miglioramento della fruizione dei beni culturali, per contribuire alla conoscenza, conservazione e fruizione del patrimonio culturale, al rafforzamento dell'identità storica e culturale. Purtroppo, però, il contesto culturale nel quale viviamo rischia di farci prendere dal pessimismo.

La mancanza di radicali riferimenti culturali non deve portare ad estraniarci dal dibattito culturale e conseguentemente, politico, sembra infatti non esservi spazio per la manifestazione della cultura all'interno dei principali contenitori, senza incorrere in divieti di diversa natura o in “sovraffollamenti” che ne limitano l’uso in maniera marcata.

E' fondamentale diffondere e difendere l'identità culturale mediante il coinvolgimento di tutti in una formazione civica e politica che susciti sensibilità ed impegni (leggi valorizzazione e divulgazione obiettivi posti dalla nuova legge regionale).

Per aiutare il cittadino ad entrare nel mondo della cultura e faccia comprendere quanto ha sempre dato e quanto può ancora dare la “gestione”oculata e condivisa dei beni culturali, bisognerebbe iniziare a far conoscere e soprattutto usare, nel senso più pieno della parola, l’immenso patrimonio architettonico - culturale presente nella nostra Città.

Sorge però, inevitabile, il problema dei finanziamenti per recuperare immobili storici di evidente interesse funzionale.

In tanti, del settore e non, in diverse occasioni hanno fatto notare che la Città appassisce ed arretra e che i nostri ragazzi si sentono oppressi dalla mancanza di contenitori culturali e che per accedere all’unica struttura atta a svolgere questa incombenza (la Biblioteca Comunale) bisogna quasi prenotare e comunque fare file lunghissime per potersi accomodare e studiare o leggere in tranquillità.

Nasce spontaneo il dubbio se tutti noi facciamo qualcosa per risolvere i problemi dei nostri giovani legati a necessità che possono anche non essere primarie (o no?) ma che inculcano nelle nostre coscienze e in quelle della classe dirigente e partitica che amministra Barletta da tanti anni, lancinanti dubbi su quale può essere il futuro lavorativo quando i loro stessi padri annaspano in un groviglio di problemi occupazionali ed esistenziali e si continua ad affermare che l’unica soluzione lavorativa per i prossimi anni è lo sfruttamento del territorio dal punto di vista turistico e dei beni culturali per la promozione.

La migliore fruizione dei contenitori culturali (musei, aree archeologiche, gallerie d’arte), gestiti dalle strutture periferiche del Ministero dei Beni Culturali o dagli Enti Locali, non può prescindere dall’eliminazione di tutte le disfunzioni, anche strumentali e organizzative, che purtroppo sono ancora presenti. Diventa essenziale uno sforzo sinergico tra Amministrazioni Pubbliche, così come emerso dal convegno, in direzione della realizzazione di un “sistema a rete” dei giacimenti culturali di cui disponiamo e che sono una delle maggiori attrazioni turistiche, per il cui recupero sono stati già investiti consistenti finanziamenti, al fine di evitare che si possa distorcere l’immagine e la capacità propositiva e organizzativa a causa di modeste difficoltà e disfunzioni che comunque incidono sulla qualità dei servizi offerti. Tanto proprio in considerazione del numero crescente di turisti che affollano ormai i contenitori culturali della nostra regione.

E proprio in merito a questa spinosa questione va inserito l’intervento del Sindaco Cascella che ha, in maniera precisa, centrato il punto dolente affermando che le iniziative: “… a volte finiscono per confliggere e, quindi, diventare ostative della piena valorizzazione del bene pubblico per eccellenza qual è quello della cultura”

Inutile sarebbe, inoltre, commentare le solite dichiarazioni a cui siamo abituati da tempo e di cui riconosciamo il solo valore della estrema lunghezza e pesantezza dialettica. È quello su cui, in molti casi, bisogna intervenire !

Si dovrebbe infatti puntare sulla semplice messa in opera della normalità di funzionamento che, quasi sempre, latita in una programmazione culturale mettendo da parte fantomatici ed improbabili attrattori, cercando di realizzare le piccole cose e tralasciando i faraonici, dispendiosi, inutili, pericolosi progetti.

Una goccia nel mare delle soluzioni possibili ed immaginabili, è senza ombra di dubbio l’apertura della “nuova” sede dell’Archivio di Stato che assumerà la veste di contenitore culturale di alta efficienza.

Infatti tutti i locali al piano terra dell’ex convento di S. Giovanni di Dio saranno messi a disposizione dell’utenza (quasi 700 mq. di spazi congressuali, espositivi e per studio) naturalmente dotati di tutta quella tecnologia, indispensabile ormai, per effettuare ogni tipo di ricerca che può avere come oggetto la vita culturale, politica e sociale dell’intero territorio sito a nord di Bari o per poter, semplicemente, fermarsi in tutta tranquillità a leggere un quotidiano o studiare per prepararsi ad un esame.

Il vero e proprio fiore all’occhiello, tesoro per i ricercatori, gli amanti della storia, i “curiosi” e gli intenditori della architettura storica, sarà l’ex sala refettorio capace di ospitare sino a 200 persone, considerata dagli esperti una “chicca” dal punto di vista architettonico e logistico, sarà aperta alla fruizione esterna ed adibita a contenitore per conferenze, mostre e incontri culturali in una città, Barletta, che rappresenta e viene di fatto riconosciuta come vero polo aggregativo culturale del territorio cittadino e provinciale.

Come appare ovvio un contenitore di sì fatte peculiarità tecnico-architettoniche nella nuova veste di Polo Archivistico di Barletta, con le nuove dotazioni informatiche ed infrastrutturali tese a coniugare la possibile integrazione con gli Archivi del Comune, della Diocesi, di alcune Parrocchie, delle Opere Pie del Monte di Pietà, dei privati e con la Biblioteca Comunale "S. Loffredo", non potrà non essere un punto di riferimento dell’intero panorama culturale del Nord Barese, Sud Foggiano e parte confinante della Basilicata.

Michele Grimaldi
Funzionario della Sezione Archivio di Stato di Barletta





 

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