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Mensile telematico di archeologia, turismo, ambiente, spettacolo, beni e attività culturali, costume, attualità e storia del territorio in provincia di Barletta–Andria-Trani e Valle d’Ofanto

Iscritto in data 25/1/2007 al n. 3/07 del Registro dei giornali e periodici presso il Tribunale di Trani. Proprietario ed editore: Comitato Italiano Pro Canne della Battaglia - Barletta (BT)

 

05/01/2014.  BARLETTA – “VA FUORI D’ITALIA. VA FUORI, O STRANIER…” MA ETTORE FIERAMOSCA RESTA CON LA MANO BENDATA. NELLA CITTA’ DELLA DISFIDA, IL MONUMENTO-SIMBOLO “REDUCE” DALLA PROTESTA DEI FORCONI. CHI SE NE OCCUPERA’?.

Nemmeno il suo guanto di ferro dell’armatura lo ha salvato dalla protesta dei “forconi”. E così Ettore Fieramosca si ritrova ancora oggi con la mano… bendata.

L’effetto fotografico e visivo per tutti coloro (e sono tantissimi) transitano a piedi od in auto o sui camion in Piazza XIII febbraio 1503 (data della storica Disfida che coronerà fra qualche settimana il suo 511° anniversario), è immediato: una benda avvolge la mano che il condottiero dei tredici gloriosi cavalieri usa per indicare allo sconfitto francese La Motte la via dell’esilio.

“Va fuori d’Italia, va fuori o stranier”, come si cantava all’epoca del Risorgimento nell’Inno di Garibaldi… http://www.piranesi150.altervista.org/pagina-59237.html, scritto da Luigi Mercantini e musicato da Alessio Olivieri nel 1850.

Parole a cui si ispirò lo scultore romano Achille Stocchi quando creò nel 1866 il prototipo del monumento, donato alla Città di Barletta durante la III Guerra di Indipendenza, monumento poi realizzato solo nel 1980 per opera del Comitato Rievocazione Storica della Disfida del cav. Damiano Daddato e Mons. Giuseppe D’Amato.

La realtà è che quella benda altro non è che il residuo del nastro adesivo bianco utilizzato dai “forconi” per issare la bandiera durante le proteste del 9 dicembre, benda utilizzata anche per analoga attività sul Colosso ma da lì rimosso prontamente.

Per il monumento di Fieramosca, a quanto pare, la manovra, come fu ardita al momento dell’installazione, risulta altrettanto audace e difficile proprio adesso che c’è da rimuovere quel brutto lembo di nastro adesivo per imballaggi.

Una manovra difficile per la struttura stessa del monumento, e che giustamente richiede l’intervento non tanto dei pompieri (professionisti esperti del pericolo, il loro mestiere…) quanto almeno della Barsa e del cestello elevatore.

Chi ci penserà?...

LA REDAZIONE





 

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