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Mensile telematico di archeologia, turismo, ambiente, spettacolo, beni e attività culturali, costume, attualità e storia del territorio in provincia di Barletta–Andria-Trani e Valle d’Ofanto

Iscritto in data 25/1/2007 al n. 3/07 del Registro dei giornali e periodici presso il Tribunale di Trani. Proprietario ed editore: Comitato Italiano Pro Canne della Battaglia - Barletta (BT)

 

23/02/2014.  BARLETTA - UNA STATUA PER PIETRO MENNEA... O PIUTTOSTO NUOVE STRUTTURE PER LO SPORT E L'ATLETICA LEGGERA... QUESTO IL DILEMMA AD UN MESE DAL PRIMO ANNIVERSARIO DELLA SCOMPARSA.

Ci risiamo. Torniamo ad interessarci delle politiche culturali del Comune di Barletta per riportare notizie sulle quali riflettere.

Vorremmo raccontarvi il caso di una statua che qualcuno vuole “piazzata” (è proprio il caso di dirlo) nella nostra Città e che ha fatto agitare gli animi di amministratori, associazioni e privati cittadini.

L’opera “sarebbe” la scultura dedicata al nostro amato e famoso, ancor più fuori da Barletta (Send Rggiir j’amend’ e frastiir San Ruggiero è amante dei forestieri), sportivo e concittadino Pietro Mennea.

Tutto nasce da una riunione di Giunta comunale che ha esaminato ed approvato una delibera sul concorso di idee per la realizzazione di un monumento dedicato a Pietro Mennea.

Infatti essendo in vista il primo anniversario della scomparsa di Pietro Mennea, il prossimo 21 marzo, è stato approvato un bando con il quale si lancia l’opportunità a partecipare all’iniziativa per la realizzazione di un monumento in onore dell'atleta barlettano da collocare sull'attuale Lungomare di Ponente, già intitolato proprio al campione, o in altro luogo proposto dall'autore della idea che risulterà vincitrice.

All'autore sarà assegnato un premio onnicomprensivo di 3.000 euro, a mero titolo di rimborso spese. Una volta avviato l'iter, il vincitore, qualora in possesso dei prescritti requisiti, potrà essere incaricato della predisposizione del progetto esecutivo e della direzione dei lavori.

In pratica, da quelli che sono i “rumor” o pareri della base (chiamateli come più vi aggrada), da una parte c’è un’Amministrazione comunale che sente le proprie ragioni e quelle di una parte dei cittadini di Barletta; dall’altra ci sono coloro che avrebbero voluto che gli amministratori in carica avessero meglio pensato a risolvere alcuni problemini, per esempio, quello del sempre più crescente degrado delle periferie.

In mezzo a questo minimo trambusto c’è una statua che raffigura l’immagine di un Barlettano conosciuto nell’intero globo terracqueo e che ora rischia di procurare fastidi ad una amministrazione che certamente non ne avrebbe proprio bisogno.

Pensiamo che la vicenda della statua ben presto potrebbe assumere contorni tali da tenere testa alla discussione in atto se il rimpasto ci sarà o meno ed è tutto dire.

In attesa del da farsi, di nuove proposte e novelli scultori, la statua per ora rimane “parcheggiata” nei resoconti della Giunta comunale e dei vari mass media che se ne sono interessati.

Una iniziativa poco felice o se vogliamo, intempestiva quella legata alla statua che rappresenterebbe, almeno secondo le iniziali intenzioni, un inno alle imprese di un Barlettano che ha onorato il nome della sua Città natale.

Inoltre non bastano le perplessità riguardo la costruzione o meno dell'opera, a peggiorare i legittimi dubbi sulla decisione dell’Amministrazione anche la scelta del luogo dove collocarla.

Inoltre ci sarebbe da contestualizzare la collaborazione (auspicabile) tra pubblico e privato, senza la quale sarebbe difficile (ma abbiamo dimenticato che siamo in super austerity?) ipotizzare un project financing, come prospettato anche durante la discussione in Giunta, che partirebbe solo se l’opera da finanziare sia in grado di poter contare sul fattivo concorso di privati o aziende ed in futuro, di sopravvivere autogestendosi ( ma non si era parlato qualche mese fa di lavori finanziati e in partenza al Colosso cittadino malato?).

Come appare ovvio, parliamo di politiche culturali che programmino le attività (e l’educazione) del territorio e lo abituino a sollecitazioni in grado di stimolare la produzione.

Che mirino a un sistema integrato di attività culturali e che possano puntare a quella che in tempi non sospetti, qualche tempo fa, abbiamo chiamato ‘industria culturale’. E un’industria sta in piedi se ha un progetto industriale, ovviamente.

Spero sia chiaro a tutti che questa problematica non può essere affrontata con fondi comunali e credo che i fatti possono testimoniare come nei confronti di monumenti in genere i vandali sono sempre entrati in azione distruggendo il giorno dopo quello che era stato costruito il giorno prima.

La comunità deve capire che oggi, più che mai, bisogna preservare i beni comuni già esistenti, considerandoli la propria casa, perché le risorse sono sempre inferiori o addirittura pari a zero e le esigenze di primaria necessità aumentano, e se le cose non cambieranno potrebbe anche accadere che non si possano più spendere risorse in una struttura che in tempi normali era da considerarsi primaria ma che in un tempo come quello che stiamo vivendo, paradossalmente potrebbe essere considerata secondaria.

A questo punto qualcuno potrebbe, più che legittimamente, chiedersi quale è il nesso logico tra la statua dedicata Mennea e il preservare i beni comuni già esistenti.

Esprimere questa perplessità vuol significare che più di qualche barlettano ha dimenticato, purtroppo, le vere e proprie “disfide” combattute dal primatista mondiale allorquando si batté per non far eliminare prima e renderla omologata poi, la pista di atletica presente nello stadio comunale.

Bene, a nessuno è passato per la mente che il buon Pietro Mennea sarebbe stato molto più contento se fossero create infrastrutture moderne per la pista di atletica, naturalmente oggetto di manutenzioni periodiche, che lo ha visto assiduo frequentatore per allenarsi quelle volte che tornava a Barletta, invece che costruire una statua (?) che inevitabilmente sarebbe esposta all’incuria del tempo e degli uomini o potrebbe, miseramente, fare la fine (scusate l’improprio paragone) della statua fatta costruire dal Comune di Porto Cesareo per l’attrice Manuela Arcuri?

Quanto prospettato servirebbe innanzi tutto a non “sciupare” risorse finanziarie ma sarebbe fondamentale, soprattutto, a far capire a noi stessi che non è giusto vanificare, con iniziative estemporanee, il duro lavoro che Mennea ha fatto in tanti anni di attività e che ci rende orgogliosi di essere Barlettani.

Forse saremo stimolati ancora di più a valorizzare le eccellenze, in tutti i campi, che la nostra Città ha prodotto in secoli di storia gloriosa e tutto quello che sapremo costruire in continuità con il passato sarà un vanto per chi ci amministra ma soprattutto per l’intera comunità.

Michele GRIMALDI , Archivio di Stato





 

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