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Mensile telematico di archeologia, turismo, ambiente, spettacolo, beni e attività culturali, costume, attualità e storia del territorio in provincia di Barletta–Andria-Trani e Valle d’Ofanto

Iscritto in data 25/1/2007 al n. 3/07 del Registro dei giornali e periodici presso il Tribunale di Trani. Proprietario ed editore: Comitato Italiano Pro Canne della Battaglia - Barletta (BT)

 

24/01/2015.  ROMA – PROVENGONO DALLA DAUNIA NUMEROSI REPERTI ARCHEOLOGICI TRAFUGATI IN TUTTO IL SUD ED IN PUGLIA FRA I 5.361 PEZZI RESTITUITI DAL COMANDO TUTELA DEI CARABINIERI AL PATRIMONIO CULTURALE ITALIANO. IL MINISTRO FRANCESCHINI: “TORNERANNO NELLE LORO REGIONI”.

E’ il più grande quantitativo di reperti archeologici mai recuperato in un’unica operazione, oltre 5mila per un valore di 50 milioni di euro.

Sono stati razziati in scavi clandestini nel sud d’Italia, in Puglia, Sardegna, Sicilia, Calabria, Lazio, Campania.

“Credo che debbano tornare nelle regioni di provenienza”, risponde Il ministro Franceschini complimentandosi con tutti coloro che hanno reso possibile questa giornata. “Penso – prosegue - che sarebbe il caso d’individuare un luogo in cui tutti possano vederli prima di raggiungere la sede definitiva”.

E si dice favorevole a un inasprimento delle pene per questo tipo di reati “contro il patrimonio dell’umanità”.
A pagare il prezzo più alto è tutto il centro-sud, in particolare Puglia, Sicilia, Sardegna, Calabria.

Eccoli appoggiati sul pavimento delle sale, distinti per tipologie, dalle ceramiche ai bronzi, agli affreschi staccati da qualche villa vesuviana che conservano ancora tracce di velatura servita per lo strappo.

Il vasellame la fa da padrone, è il più frequente nelle tombe, le ceramiche attiche erano commercializzate ovunque, ma c’è molto altro.

Anelli, fibule, paramenti di cavalli, pettorali, candelabri, bronzetti nuragici, buccheri. E tanti vasi. A figure nere, a figure rosse, sovradipinti.

I vasi attici, ricorda la Soprintende Barbera (che lamenta come niente potrà restituirci il contesto), erano la matrice fondamentale per il Sud d’Italia.

Sui vasi si raccontano i miti, la storia per gli analfabeti. Gli artigiani calabresi, lucani, campani, pugliesi tentano di imitarli, scegliendo forme locali, e poi diventano bravissimi.

Come si vede nei vasi di Canosa decorati a colori pastello. Vengono dalle necropoli di Canosa, Siracusa, Taranto, dal Salernitano, anche se è impossibile per tutti risalire al luogo d’origine.

Fonte: QuotidianoArte

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http://www.quotidianoarte.it/models/articolo.aspx?ttl=I_Carabinieri_del_Comando_TPC_restituiscono_al_patrimonio_culturale_italiano_5361_straordinari_reperti_archeologici_&artN=1226





 

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