28/01/2022. BARLETTA – LA STORIA DIMENTICATA: ECCO DOV’E’ STATO QUELL’AEREO MILITARE CHE DIVENTERA’ MONUMENTO. DAI TEMPI DEL PIANO MARSHALL E DELLA GUERRA FREDDA ALL’ADDESTRAMENTO DEI GIOVANI PILOTI PER FINIRE ESPOSTO NEL PARCO DIVERTIMENTI A MIRABILANDIA .
Si arricchisce di nuovi spunti e di altre curiosità finora rimaste segrete la storia di quell’aereo militare “parcheggiato” ma disassemblato negli spazi Barsa ma destinato a diventare un monumento-tributo all’Aeronautica militare (magari per il 2023 quando ricorreranno i cento anni dall’istituzione della forza armata) sul rondò di via Regina Margherita con via Foggia.
Da nostre più accurate ricerche, il velivolo in attesa di essere ripristinato un biposto - riconoscibile dal numero di carlinga 3-330 - è un T-33A Air Force con Serial 55-3030 assegnato in conto MDAP (Mutual Defense Assistance Program) ovvero quel programma di aiuti militari degli Stati Uniti per sostenere i propri alleati nella lotta contro il mondo comunista durante la guerra fredda. Il programma, iniziato nel 1949 contemporaneamente al Piano Marshall, è durato fino agli Anni Settanta: prevedeva la fornitura di materiale militare a condizioni molto vantaggiose da parte del Governo USA all’Italia, dove ebbe inizio effettivo solo nel 1955.
L’AEREO ARRIVÒ in forza all’Aeronautica Militare nel 1956. Dal 1974 ha prestato servizio presso la 603^ Squadriglia collegamenti della 3^ Aerobrigata di Verona Villafranca (reparto ridenominato dal 1977 come 3° Stormo).
Radiato dal servizio nel 1983, è stato accantonato sull’aeroporto di Villafranca come cimelio o reperto a testimonianza di quell’epoca tanto da diventare in seguito un’attrazione turistica per il grande pubblico di visitatori presso il parco divertimenti di Mirabilandia dov’è stato (ancora intero) in mostra con le insegne del 3° Stormo dal 2004 al 2008 come da foto. LA SCHEDA TECNICA - Il T 33A “Shooting Star” fu il primo addestratore a getto dell’Aeronautica statunitense, e fu direttamente derivato dal caccia P-80. Il primo volo avvenne il 22 marzo 1948 e la produzione, che continuò per ben dieci anni, ammontò a 5.691 esemplari, più altri 866 costruiti su licenza in Canada e Giappone. Il velivolo presentava un’ala bassa dritta a profilo laminare, e una fusoliera con impennaggi cruciformi e abitacolo biposto in tandem. Il motore era un turbogetto Allison J33-A-35 da 2.449 kg con iniezione d’acqua.
Molti paesi alleati ricevettero il T 33 in conto MDAP, e tra questi anche l’Italia, che acquisì in totale 75 esemplari di T 33A, più 15 RT 33A, modello con muso modificato per compiti di ricognizione. I primi quattro velivoli giunsero nell’estate 1952, e furono assegnati al Nucleo Addestramento Velivoli a Reazione (NAVAR) della base di Amendola. Con l’aumentare delle consegne, il T-33 divenne il velivolo della Scuola Addestramento Aviogetti (SAA, dal 1962 Scuola Volo Basico Avanzato Aviogetti - SVBAA), nonché della Scuola Addestramento Tattico e Tiri (SATT), della Scuola Istruttori Volo (SCIV) e della Scuola Caccia Ogni Tempo (SCOT). Tra il 1964 e il 1965, presso la SVBAA, il T 33 fu sostituito dal G 91T, e il velivolo statunitense fu così riassegnato a molte Squadriglie Collegamenti, e anche al Reparto Sperimentale di Standardizzazione del Tiro Aereo (RSSTA) di Decimomannu.
ALCUNI T 33A furono anche assegnati al Reparto Radiomisure, dopo aver ricevuto alcune modifiche alle apparecchiature di bordo. Gli RT 33A non vennero mai impiegati per compiti di ricognizione, ma vennero dirottati ad attività di traino bersagli e furono usati essi stessi come bersagli a vantaggio dei reparti intercettori. Rimpiazzati dagli MB.326, gli ultimi T-33 rimasero in servizio sino all’inizio degli anni ottanta.
Caratteristiche tecniche e prestazioni: apertura alare 11,85 m: lunghezza 11,51 m; altezza 3,55 m; superficie alare: 21,81 m2; pesi: a vuoto 3.794 Kg, e massimo al decollo 5.475 Kg; motore: uno, turbogetto Allison J33-A-35, da 2.449 Kg/s; prestazioni velocità massima 965 km/h; tangenza pratica 14.630 m: autonomia massima: 2.050 Km; equipaggio 1/2.
Nino Vinella, giornalista
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