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Mensile telematico di archeologia, turismo, ambiente, spettacolo, beni e attività culturali, costume, attualità e storia del territorio in provincia di Barletta–Andria-Trani e Valle d’Ofanto

Iscritto in data 25/1/2007 al n. 3/07 del Registro dei giornali e periodici presso il Tribunale di Trani. Proprietario ed editore: Comitato Italiano Pro Canne della Battaglia - Barletta (BT)

 

27/06/2016.  BARLETTA - LA CHIESA DI SANT'ANDREA: UN VIAGGIO NEL TEMPO FRA STORIA, ARTE E CULTURA. NICOLA CIRILLO CI ACCOMPAGNA NELLA RISCOPERTA DELLA SUA GRANDE BELLEZZA NEL PATRIMONIO MONUMENTALE RELIGIOSO DEL CENTRO STORICO COME LUOGO DA RACCONTARE E... VISITARE.

Uno degli edifici religiosi più rappresentativi della città di Barletta è la chiesa di Sant'Andrea.

Ho scelto di approfondire la storia di questa chiesa, tra le più antiche della città, poichè essa presenta a mio avviso alcune particolarità che la rendono una struttura abbastanza singolare nell'ambito del patrimonio storico artistico di Barletta.

NEL CUORE DEL CENTRO STORICO - Innanzitutto l'ubicazione: l'edificio è situato nel centro storico cittadino in via S. Andrea, nei pressi del porto, ed è sopraelevato di cinque metri rispetto al livello stradale su cui si affaccia l'ingresso principale della chiesa, a cui si può accedere mediante una scenografica scalinata; secondo gli storici come Maksimovic, una delle più attente studiose della chiesa, tale sopraelevazione si ricollegherebbe alla presenza, laddove oggi insiste l'edificio di Sant'Andrea, di una precedente chiesetta dedicata a S. Pietro datata anno 1000 circa; tuttavia la mancanza di ritrovamenti archeologici ci induce a scartare tale ipotesi e a ritenere più verosimilmente che l'abbassamento del livello stradale sia stato voluto in epoca angioina da Carlo II per consentire il deflusso della acque piovane verso il mare.

L'edificio attuale è frutto di rifacimenti cinquecenteschi e settecenteschi; ma il suo nucleo originario fu occupato da una chiesa dedicata al Santissimo Salvatore risalente al XII secolo.

STRAORDINARIO - Di straordinario interesse è il portale riccamente decorato con bassorilievi di marmo ed eseguito, secondo gli esperti quali Schultz e Maksimovic, tra la fine del ‘200 e gli inizi del ‘300: i temi rappresentati vanno dalle storie dell'antico testamento sugli stipiti alla Deesis bizantina con Cristo in trono tra la Vergine e San Giovanni Battista sulla lunetta superiore; la lunetta suscita particolare interesse non solo per la personalità dello scultore che l'ha eseguita e firmata, lo slavo Simeone di Ragusa (Dubrovnik), testimonianza dei rapporti culturali che fra XIII e XIV secolo legarono tra loro le due sponde dell'Adriatico di Italia e Dalmazia, ma soprattutto perchè costituisce uno dei rari esempi reperibili in Italia meridionale di rappresentazione della Deesis bizantina nella decorazione del portale di una chiesa medievale.

LA CHIESA DISTRUTTA - Un terzo aspetto importante risiede nel fatto che l’edificio raccoglie le eredità di una chiesa denominata S. Andrea de baruli, andata distrutta nel 1528 durante l’occupazione francese della città e ritenuta la più antica fondazione cristiana di Barletta.

Essa ebbe notevole importanza nella storia della città al punto che dopo la sua distruzione, i frati francescani, un tempo operanti in quella chiesa, nel 1532 si trasferirono nella chiesa del santissimo Salvatore che cambiò nome in Sant'Andrea, proprio in ricordo di quella più antica chiesa distrutta.

Fu così che iniziò a prendere forma l'aspetto della chiesa attuale, il cui interno presenta dieci cappelle costruite in momenti diversi grazie ai contributi delle più illustri famiglie patrizie barlettane, ognuna dotata del suo altare e ricche di bellissime opere d'arte quali statue, dipinti, iscrizioni e lapidi marmoree che coprono un arco di tempo che va dalla seconda metà del ‘500 fino a fine ‘800.

IL RESTAURO - Come ulteriore riprova dell'importanza della chiesa vi sono i lavori di restauro terminati nel 2009, in seguito ai quali la chiesa è stata restituita in tutto il suo splendore ai cittadini che ne hanno potuto ammirare anche la parte ipogea ricca di camere sepolcrali di indiscusso valore storico.

NICOLA CIRILLO

Nell'immagine, una foto della Chiesa di Sant'Andrea (cartolina illustrata Anni Sessanta)





 

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