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Iscritto in data 25/1/2007 al n. 3/07 del Registro dei giornali e periodici presso il Tribunale di Trani. Proprietario ed editore: Comitato Italiano Pro Canne della Battaglia - Barletta (BT)

 

25/02/2018.  BARLETTA – HALF MARATHON STORY 2018: “PIETRO MENNEA IO LO CONOSCEVO BENE. ABBIAMO GIOCATO INSIEME A PALLONE AL CAMPO DELLA PARROCCHIA SAN FILIPPO ED OGGI SONO ONORATO DI PORTARE LA SUA MEDAGLIA”. LA FELICE TESTIMONIANZA DI PEPPINO DIBENEDETTO, 66 ANNI.

Storie dalla mezza maratona dedicata a Pietro Mennea. Duemilaottocento partecipanti. Fra di loro il barlettano Giuseppe Dibenedetto guarda e riguarda trionfante, stanco ed ancora ansimante ma soddisfatto come un atleta alle prime armi, la sua medaglia al termine della “fatica” sui ventuno kilometri.

“Pietro io l’ho conosciuto benissimo – esordisce a chi gli fa da curioso qualche domanda lampo – Ci separavano pochi mesi, qualche settimana: entrambi del 1952, io del 4 febbraio e lui nato il 28 giugno. Ma abbiamo trascorso insieme le primissime esperienze di vita e, se volte, anche di sport…”

Peppino è il fratello più grande di una famiglia che allo sport ed al calcio “made in Barletta” ha regalato Emanuele, il fratellino più piccolo, altrimenti meglio conosciuto dai tifosi biancorossi con il vezzeggiativo popolare di “Vuele”, oggi titolare di un’avviata attività di articoli sportivi. E Vuele, ovviamente, ha partecipato pure lui alla mezza maratona nel sempre vivido ricordo di Mennea.

“Io e Pietro Mennea abbiamo iniziato, come un po’ tutti i ragazzi degli anni Cinquanta ed anche di oggi, proprio dal tirare quattro calci ad un pallone di cuoio mezzo rattoppato. Andavamo ad allenarci ed a giocare sul campo dell’oratorio della parrocchia di San Filippo, giù dalle parti del vecchio macello” ricorda con una punta di commozione Peppino Dibenedetto.

“Pietro è sempre stato gracilino di corporatura, un mingherlino che voleva essere però un tipo tosto. Anche a quell’età! Lui ha sempre preferito stare in porta e da portiere ci sapeva fare. Io ho giocato diversamente in squadra: ero centrocampista…”

Di Pierino Mennea ragazzino e portiere agli esordi della sua carriera di praticamente sportivo destinato a diventare “l’uomo più veloce del mondo” ne abbiamo sentito parlare anche da altri: per esempio, da Paolo Cariati, il biondo centrocampista del Barletta serie D-serie C, che frequentava anche lui quella parrocchia. Per questo motivo, il cronista ha curiosità: esistono per caso fotografie di Pietro Mennea ragazzino e portiere a dieci anni?

“Magari – risponde Peppino Dibenedetto – le foto erano allora un privilegio per pochissimi: oggi si fanno selfie anche inutili. Ma allora avere una fotografia di se stessi, come in compagnia degli amici e perfino della famiglia, era davvero un lusso…”

Con Peppino Dibenedetto, sessantasei anni compiuti da pochissimo e portati atleticamente come conviene a chi fa del concetto “mens sana in corpore sano” un vero stile di vita, la chiacchiera-mini intervista iniziata all’imboccatura di via Cialdini, termina proprio davanti a Palazzo della Marra: e lui si fa volentieri fotografare medaglia al collo, orgoglioso e sudato ma felice.

Davanti a Palazzo della Marra, giusto oggi che in quest’altra “Casa De Nittis” si festeggia a porte aperte e ad ingresso gratuito, il 172° anniversario della sua nascita. Auguri, dunque, a Peppino De Nittis per il suo compleanno ed a Peppino Dibenedetto per la sua medaglia!

NINO VINELLA





 

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