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Mensile telematico di archeologia, turismo, ambiente, spettacolo, beni e attività culturali, costume, attualità e storia del territorio in provincia di Barletta–Andria-Trani e Valle d’Ofanto

Iscritto in data 25/1/2007 al n. 3/07 del Registro dei giornali e periodici presso il Tribunale di Trani. Proprietario ed editore: Comitato Italiano Pro Canne della Battaglia - Barletta (BT)

 

27/02/2018.  NAPOLI – TURISMO CULTURALE: “DA DE NITTIS A GEMITO. I NAPOLETANI A PARIGI NEGLI ANNI DELL’IMPRESSIONISMO”. GRAN SUCCESSO PER LA SPEDIZIONE DEI CENTO DA MARGHERITA DI SAVOIA PER IL 172° ANNIVERSARIO DELLA NASCITA (1846 - 2018) FESTEGGIATO IN... TRASFERTA .

La mostra: “Da De Nittis a Gemito”. Il viaggio culturale: da Margherita di Savoia a Napoli (e ritorno, ovviamente). L’organizzazione social: l’omonimo Gruppo Facebook. Le cifre: cento partecipanti, due autobus gran turismo. E perfino la… congiunzione astrale: il 172° anniversario di nascita del pittore barlettano, 25 febbraio (1846-2018).

Tutti ingredienti giusti per fare centro al primo colpo: Palazzo Zevallos Stigliano, sede napoletana della prestigiosa Pinacoteca permanente Intesa Sanpaolo, ha così accolto il centinaio di visitatori provenienti espressamente dalla Provincia e dal territorio ofantino (Margherita di Savoia, Barletta, Trani, Trinitapoli, San Ferdinando di Puglia, Cerignola), in collaborazione con la MD ViaggI di Marco Diaferio, ed a cui si sono aggiunti in loco ammiratori e appassionati del De Nittis da Napoli, Roma e Livorno.

Tutti insieme appassionatamente per ammirare i lavori di Giuseppe Palizzi, Domenico Morelli, Gioacchino Toma, l’altro pugliese Francesco Netti (nato a Santeramo in Colle), Paolo Michetti, Federico Rossano, Edoardo Tofano, Giacomo Di Chirico, Alceste Campriani e Antonio Mancini.

La visita è stata aperta dall’introduzione dell’Avv. Guido Garbi, fondatore e anima del Gruppo Facebook Viaggi Culturali, cui ha fatto seguito la presentazione delle opere esposte da parte di Giovanni Santobuono, allievo del compianto prof. Antonio Paolillo.

Nella sua relazione, Giovanni Santobuono si è soffermato con brevi sintesi descrittive sulle opere denittisiane ed in particolare su alcune di esse, degne per la loro storia e bellezza artistica di specifica menzione.

"Eruzione del Vesuvio o Sotto il Vesuvio", proveniente da una collezione privata ed esposto per la prima volta in assoluto in un mostra. Il quadro era stato acquistato da un ricco ebreo austriaco. Nel 1938 fu confiscato dai nazisti e trasferito a Berlino assieme a molte altre opere destinate a creare il vagheggiato museo ariano di Hitler. Dopo la Seconda guerra mondiale fu restituito alla famiglia viennese e, in seguito, da questa rimesso sul mercato fino a raggiungere la collezione privata di cui fa parte attualmente. Ed è proprio grazie a quest’ultimo proprietario che l’opera è riemersa ed è stata strappata all’oblio in cui era caduta per oltre un secolo”.

Oltre a quest’opera, sempre relativamente al tema del Vesuvio, i visitatori hanno ammirato una serie di tavolette che — oggi disperse in varie collezioni — sono riunite in una sequenza eccezionale ricomposta per l’occasione.

Questa sequenza di opere vesuviane (straordinario reportage pittorico realizzato con un procedimento quasi fotografico), si affianca anche a quelle che ritraggono straordinarie vedute di Parigi tra cui un’altra opera inedita, "Un angolo di Place de la Concorde a Parigi" , con un cielo grigio-latte in presa diretta, e capolavori emblematici come alle "Corse di Auteil" o "Sulla Seggiola" (in prestito dalla Pinacoteca di Barletta, assieme all'altra opera dal titolo "Ponte") e "La Dame à l'Ulster", un grande pastello la cui bellezza è stata restituita da un restauro eseguito in questa occasione, a conferma del livello da lui raggiunto in questa tecnica, allora recuperata dal Settecento e praticata da grandi artisti come Degas, l’amico con cui De Nittis si confrontò.

Infine, altra importante opera del De Nittis meritevole di menzione e presente in questa Mostra napoletana è "Pranzo a Posillipo". Dopo il grande successo dell'Esposizione Universale di Parigi nel 1878, De Nittis, che nella capitale francese viveva da dieci anni, torna per pochi mesi a Napoli, per uno dei suoi rientri in patria, così frequenti negli ultimi anni: affitta una casa sul mare, a Posillipo, e qui l'artista dipinge questa grande tela, inspiegabilmente lasciata incompleta come gli accadeva molto spesso. Egli vi fissa una cena estiva all'aperto, sullo sfondo dello scoglio di Frisio e di Palazzo Donn'Anna, all'ora del tramonto (già si vede la luna nel cielo carico di rosa e di gialli) allietata dalla musica e dai numerosi ospiti, come quelle ricordate dal pittore nei suoi Taccuini: "Nelle belle serate di luna piena ci si riuniva in terrazza. Alcuni artisti, venuti da Napoli, cantavano antiche arie accompagnandosi con la chitarra; altri ballavano la tarantella". I personaggi ai lati della tavola, anche per la definizione sommaria della pittura, sono tuttora di difficile identificazione, ma senz'altro da ricercare nella cerchia di artisti e amici ritrovati da De Nittis ogni volta in Italia. Al centro l'amata moglie francese Léontine, soggetto di innumerevoli opere del pittore di Barletta e fedele compagna di vita.

La consegna allo staff di Palazzo Zevallos della locandina commemorativa ideata ad hoc dal Gruppo Facebook Viaggi Culturali ha siglato la visita. “Meridionale al Sud, Francese a Parigi, Londinese a Londra”: così scriveva il critico Vittorio Pica nel 1914 del grande pittore, riferendosi alla dimensione europea, se non universale, della sua Arte.

“Alla stessa stregua, oggi e dopo la bellissima esperienza in terra partenopea, possiamo affermare che l’Arte unisce le persone e le avvicina al Bello, porta d’ingresso alla Bontà, con diritto alla cittadinanza dello stesso mondo, bisognosi degli stessi valori universali”.

LA REDAZIONE

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DE NITTIS: PER IL 172° DA MARGHERITA DI SAVOIA A NAPOLI IN CENTO

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