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Mensile telematico di archeologia, turismo, ambiente, spettacolo, beni e attività culturali, costume, attualità e storia del territorio in provincia di Barletta–Andria-Trani e Valle d’Ofanto

Iscritto in data 25/1/2007 al n. 3/07 del Registro dei giornali e periodici presso il Tribunale di Trani. Proprietario ed editore: Comitato Italiano Pro Canne della Battaglia - Barletta (BT)

 

26/12/2018.  BARLETTA - ANNIVERSARIO MANCATO: GLI OTTANT’ANNI DEL FILM “ETTORE FIERAMOSCA” CHE NESSUNO VUOLE RICORDARE DA QUEL 29 DICEMBRE 1938… DIMENTICATO ANCHE A BARLETTA DAI "GURU" DELLA POLITICA CULTURALE DI CASA NOSTRA. UN COLPO ALLA PROMOZIONE DELL'IMMAGINE .

Ottant’anni fa, giovedì 29 dicembre 1938, usciva nelle sale cinematografiche di tutta Italia il film “Ettore Fieramosca o La Disfida di Barletta” firmato dal regista Alessandro Blasetti, autentico kolossal d’altri tempi per qualità del cast, impiego di mezzi e spirito patriottico degno del regime fascista. Ma saranno stati questi gli ingredienti a farlo passare nel dimenticatoio come glorioso eppur mancato anniversario nella storia del cinema italiano? Ecco una nota del giornalista Nino Vinella. “Ottant’anni dopo, la mia più grande delusione per questo anniversario che non c’é: perché mai nessuna delle cosiddette “competenti” istituzioni se lo è ricordato. Zero su tutta linea: dal Comune agli esercenti delle sale, passando attraverso i guru visibilmente noti degli eventi culturali di Barletta, i dirigenti municipali di estrazione ideologica diversa dai valori a cui quell’Ettore Fieramosca si è ispirato e che ha ispirato il Certame cavalleresco che oggi tutti rimpiangono ma che nessuno riesce nemmeno ad immaginare. Mentre nelle linee di mandato della Giunta Cannito la rievocazione storica della Disfida viene rimpallata ed ostentata senza comunque trovare né una degna collocazione storica né tanto meno una prospettiva turistica. L’uscita della pellicola giunse al termine di un 1938 contrassegnato dalle leggi razziali, il culmine della politica fascista improntata al nazionalismo ed al concetto di italianità che anche qualche settimana a Barletta, per voce femminile nel consiglio comunale, è stato evocato sia per la Disfida che per avallare la tuttora inesistente, ipotetica, pasticciata e pasticciona candidatura Unesco per la Battaglia di Canne”.

Come si legge su Wikipedia “l'idea di trasporre sullo schermo il romanzo di Massimo D'Azeglio era stata proposta da Blasetti già nel 1935 ed ancora nel 1937, sempre a partire dall'opera del D'Azeglio, proponendosi tuttavia di reinterpretarla con molta libertà: «Il romanzo - dichiarò - non viene né escluso, né accettato, servirà come punto di partenza. Bisogna considerare l'epoca in cui scriveva il D'Azeglio e quindi sfrondarlo della simbologia di allora. L'intenzione del regista era soprattutto di carattere nazionalista. L'anno precedente egli aveva sostenuto la necessità di realizzare un «film che parli efficacemente dell'Italia fascista a 50 milioni di stranieri». Oltre all'esaltazione dell'orgoglio nazionale, il Fieramosca assunse importanza anche sotto il profilo economico. Nel 1938, proprio quando il film uscì, era stata istituita una forte limitazione (il c.d. "monopolio") sull'importazione di pellicole straniere. Blasetti, quindi, «propone un film spettacolare che possa risarcire il pubblico italiano rimasto privo dei "colossal" stranieri più amati». Il film richiese un consistente sforzo produttivo con (a sinistra) la costruzione del castello di Morreale negli studi romani della "Titanus" e (a destra) l'impiego di un rilevante numero di comparse nelle numerose scene "di massa". Con queste premesse, la sceneggiatura fu preparata con intenti di grandiosità.

Ettore Fieramosca fu prodotto dalla "Nembo Film": le riprese iniziarono nei primi giorni dell'aprile 1938 negli stabilimenti romani della "Titanus" alla Farnesina, che furono inaugurati, ancora in condizioni provvisorie, proprio in questa occasione. Lo sforzo produttivo fu rilevante nelle scene "di massa" che richiesero un gran numero di comparse (furono utilizzati sino a 3.000 fanti e cavalieri, impiegando anche reparti forniti dall'Esercito e negli allestimenti scenografici, con la costruzione "ex novo" del castello di Morreale nei teatri "Titanus"La complessità della lavorazione comportò una durata delle riprese superiore al previsto, tanto che, mentre a maggio il film veniva annunciato tra quelli che ad agosto sarebbero stati presenti a Venezia, ad ottobre erano ancora in lavorazione gli esterni in località Acquatraversa sulla via Appia. Il consistente impegno finanziario fu assistito dal governo: Ettore Fieramosca fu uno degli 8 film a cui nel 1938 fu concesso un contributo finanziario pubblico (sotto forma di anticipazione), pari a circa un terzo del costo, cui seguì poi l'anno successivo un premio straordinario di un milione di lire che il Ministro della Cultura popolare, Dino Alfieri, concesse al film «per il suo particolare valore etico ed artistico».

Anche nella scelta del cast, la produzione mise in campo un rilevante impegno, scritturando, accanto ai protagonisti Gino Cervi (escludendo Amedeo Nazzari) ed Elisa Cegani, una grande quantità di attori, alcuni dei quali agli esordi e poi destinati poi al successo, come Andrea Checchi, Arnoldo Foà ed il piccolo Tao Ferrari, poi noto come Paolo Ferrari. Il Fieramosca fu anche il primo film importante per Clara Calamai ed una conferma per Osvaldo Valenti, che venne impiegato in un ruolo da "cattivo", una scelta che Blasetti confermerà anche nei suoi due successivi film in costume. Il commento musicale fu affidato ad Alessandro Cicognini, che poi scriverà anche le musiche dei successivi film storici di Blasetti,. La colonna sonora fu suddivisa in diversi "temi", tra cui il "tema delle cortigiane", il "tema di Giovanna", e naturalmente il "tema di Fieramosca", il "tema della disfida", ma soprattutto il "tema della dignità italiana", che fu suonato da un'orchestra di ben 50 musicisti con un coro di 33 voci maschili. Nelle scene iniziali delle danzatrici succintamente velate (che scandalizzarono i commentatori cattolici) furono impiegate allieve del corpo di ballo dell'Opera di Roma. Terminate le riprese all'inizio del novembre 1938, il film di Blasetti uscì sugli schermi il 29 dicembre di quello stesso anno, dopo un montaggio laborioso dovuto alla gran quantità di pellicola girata. Nonostante i suoi dichiarati intenti di esaltazione dell'onore nazionale, si trovò al centro di un "caso" che coinvolse i maggiori critici cinematografici del tempo e che provocò l'intervento del Regime. All'apparire del film, la critica cinematografica si divise nel giudizio. Vi furono molti commenti favorevoli. Ma, accanto a questi giudizi positivi, altri avanzarono riserve sul film. Le pur caute riserve contenute in alcuni commenti provocarono una forte irritazione tra gli esponenti del governo che attribuivano al film di Blasetti la doppia valenza di esaltazione dell'orgoglio nazionale e dimostrazione delle ritrovate capacità produttive della cinematografia italiana, e quindi il mancato sostegno di una parte della critica fu una cocente delusione. La reazione non si fece attendere: poche settimane dopo l'uscita del film, intervenne Vittorio Mussolini in persona, che accusò la categoria dei critici cinematografici di «diffusa superficialità ed impreparazione», lamentando che «il Fieramosca, questo bellissimo film che onora la nostra industria, tartassato da certi critici, ha avuto un attimo che poteva nuocere ingiustamente al film».

Questo influente richiamo all'ordine, cui si unirono poi molti altri, fece temere ad alcuni di coloro che avevano espresso le riserve di essere licenziati dalle proprie testate. In difesa del film intervenne anche li futuro regista Luigi Comencini, sostenendo che esso «meritava invece di velate lodi, cioè stroncature, un consenso caldo, largo e generoso». Il settimanale Film scelse l'ironia promuovendo sulle sue pagine una "Disfida dei critici" in cui, confrontando le varie tesi, alla fine il Fieramosca venne "promosso", ma non senza un intervento di Corrado Pavolini, di lode all'impegno di Blasetti e di rimprovero ai critici non allineati. Benché manchino dati ufficiali, diversi elementi indicano che il Fieramosca di Blasetti fu uno dei film italiani di maggior successo commerciale sul finire degli anni trenta. Avrebbe infatti incassato oltre 5 milioni e 580.000 lire dell'epoca, risultando, in tale periodo, tra le prime 10 pellicole più viste. Lo straordinario riscontro di pubblico è testimoniato anche dalle sue eccezionali "tenute" nelle sale di prima visione a Milano ed a Roma, entrambe da oltre 2000 posti. Il successo economico del film costituì motivo di rivalsa verso le critiche: «Fortunatamente - scrisse Vittorio Mussolini - è intervenuto il giudizio del popolo che ha affollato, nonostante i silenzi sapienti di certa critica, le sale di proiezione». Ettore Fieramosca, considerato da Blasetti «la pellicola che ho amato più di tutte», è stato variamente considerato nei commenti retrospettivi, scontando il fatto di essere stato realizzato dal regista nel momento del suo più intenso rapporto organico con il Regime. Tipo «film sbagliato, sovraccarico di oneri ideologici e come irrigidito dall'ambizione, sciogliendosi solo nel finale con l'indimenticabile scena della disfida», oppure «un film forte, ma narrativamente debole (per cui) il regista cercherà di porvi rimedio sia apponendo delle didascalie che rimaneggiando il film a più riprese, così dagli originali 105 minuti si arriva agli attuali 92». In tempi più recenti, «una rivendicazione di onore nazionale in sintonia con la retorica di quegli anni. Rivisto oggi si fa ancora apprezzare non per l'ingenua occasione propagandistica, ma per le qualità di forte figuratività».

LA RASSEGNA STAMPA SUL WEB...

“Ettore Fieramosca o La Disfida di Barletta”, il film dimenticato da tutti

https://www.barlettanews.it/ettore-fieramosca/?fbclid=IwAR39mhznNuDGxiZPN4fjdd6WccL4lX_ME9MQ_pa24xmNK634-zfW4e9hN14

Autentico kolossal d’altri tempi. Gli 80 anni del film "Ettore Fieramosca" di Blasetti: anniversario dimenticato. Ettore Fieramosca fu prodotto dalla "Nembo Film": le riprese iniziarono nei primi giorni dell'aprile 1938 negli stabilimenti romani della "Titanus" alla Farnesina, che furono inaugurati proprio in quella occasione

https://www.barlettalive.it/news/cultura/777865/gli-80-anni-del-film-ettore-fieramosca-di-blasetti-anniversario-dimenticato





 

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