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Mensile telematico di archeologia, turismo, ambiente, spettacolo, beni e attività culturali, costume, attualità e storia del territorio in provincia di Barletta–Andria-Trani e Valle d’Ofanto

Iscritto in data 25/1/2007 al n. 3/07 del Registro dei giornali e periodici presso il Tribunale di Trani. Proprietario ed editore: Comitato Italiano Pro Canne della Battaglia - Barletta (BT)

 

06/11/2019.  URBANISTICA E TERRITORIO - TRENTO PRIMA CITTA’ GREEN D’ITALIA E BARLETTA ULTIMA IN CLASSIFICA, DUE REALTÀ A CONFRONTO ANCHE NEL RIUSO DI AREE INDUSTRIALI DISMESSE. IL DISCUSSO (MA REALIZZATO) PROGETTO DI RENZO PIANO: ESEMPIO PER L'AREA DELL'EX CARTIERA? .

L’ex Cartiera può avere un futuro diverso dallo stato di abbandono?

I dati emersi dalla recente classifica nazionale di Legambiente issano Trento al primo posto come la città più verde di tutta Italia. Su 104 posti, scendendo verso le posizioni peggiori e sempre meno lusinghiere per le pugliesi, Barletta chiude l’elenco in fondo come ultimissima.
Da Barletta (dove sono nato) a Trento (dove vivo e studio), il viaggio è lungo. Più all’andata che al ritorno… Sono già tre anni che io, barlettano, ci vivo e, ad essere sincero, mi sento davvero cittadino attivo a tutti gli effetti. Vivere in una città come Trento non vuol dire limitarsi a frequentare l’Università e uscire a socializzare il sabato sera per le vie del centro. Ma va ben oltre: si estende anche al conoscere tutto ciò che in passato è accaduto e che ha caratterizzato il modo di pensare, di agire della collettività dove sto vivendo, insieme a moltissimi altri miei corregionali pugliesi, gli anni di formazione universitaria.
Da studente, passo la maggior parte del mio tempo tra le varie biblioteche che l’Università di Trento mette a disposizione, tra queste la Biblioteca Universitaria Centrale (Buc), situata nel recente quartiere “Le Albere”. Sì, non avete letto male: recente. Perché quartiere progettato dal celebre architetto Renzo Piano, senatore a vita: inaugurato nel 2013, si sviluppa su una superficie di 11 ettari, dove sono stati realizzati 300 appartamenti, 30mila metri quadrati di uffici e negozi, 2.000 posti auto, 30mila metri quadrati di piazze, strade, percorsi pedonali e ciclabili e 5 ettari di parco pubblico. Accompagnato da vicende economico-immobiliari connesse alle mancate vendite delle unità abitative realizzate, il quartiere eco-sostenibile progettato da Renzo Piano resta in bilico tra un magnifico “flop” ed il sogno di una residenzialità nel verde.
Il passato di questo quartiere però è molto simile ad una significativa realtà barlettana.
Nel 1927 venne insediato, proprio in quella zona, lo stabilimento trentino della Michelin, nota produttrice di pneumatici conosciuta in tutto il mondo. Nei capannoni si contavano oltre 1200 lavoratori, rimasero attivi fino a quando - nel 1997 - non fu interrotta la produzione. In seguito la struttura venne definitivamente dismessa e abbandonata nel 1999.
Una storia parallela alla ex Cartiera situata in Via Trani. Ci sono tante analogie tra la storia dello stabilimento “Michelin” di Trento e la Cartiera di Barletta. Quest’ultima, pur essendo di struttura più recente (1964), è stata anch’essa dismessa nel corso degli anni ‘90 e, oltre a dare lavoro a un gran numero di persone, era uno dei fiori all’occhiello dell’industria barlettana. Tuttavia, mentre lo stabilimento trentino dopo non appena quattro anni veniva spazzato via dalla forza distruttrice delle ruspe, la cartiera è tuttora abbandonata in stato di degrado e senza alcun valido piano di riqualificazione del territorio.
Sarebbe bello vedere realizzato un progetto dove i cosiddetti “brownfields”, terreni industriali dismessi, vengano trasformati in “greenfields”. Un terreno cementato che diventa in gran parte verde, l’opposto di quello che si è fatto per tanti anni nelle città, esattamente come successo nel trentino. Progetti come questi si sposerebbero alla perfezione con il resto del paesaggio marittimo che, se valorizzato con i giusti interventi, potrebbe diventare un’inestimabile fonte di ricchezza.
Visto da Trento, solo l’ultimo esempio della paralisi in cui si trova la nostra città?
Barletta: una città che in confronto ad altre realtà, è andata KO dopo un singolo round, senza mai aver avuto la forza di alzarsi e reagire al duro colpo ricevuto dalla delocalizzazione del lavoro e dalla seguente crisi finanziaria.
E se non prendiamo esempio da storie come queste, continueremo a parlarne con idee e progetti che lasciano il tempo che trovano.

Paolo Centaro jr






 

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