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CANNE DELLA BATTAGLIA:
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16/12/2008.  CANNE DELLA BATTAGLIA - FINALMENTE PROTETTI DALLA RECINZIONE I NUOVI SCAVI ALLE TERME ROMANE DI SAN MERCURIO!.


Ma il pericolo rimane l'assoluta mancanza di vigilanza, col rischio di abbandono come successe per gli altri ritrovamenti del III secolo avanti Cristo in contrada Antenisi



Proseguono a Canne della Battaglia i lavori di recinzione all’area degli scavi archeologici delle terme di San Mercurio, iniziati solo ieri mattina dopo l’ultimo sopralluogo compiuto da parte dei tecnici del Comune e della Soprintendenza la settimana scorsa per accertare i danni delle piogge.

Una rete metallica stesa intorno all’intero perimetro e fissata su appositi paletti difende adesso gli importanti ritrovamenti da intrusioni poco gradite, mentre nei prossimi giorni saranno coperti i mosaici di epoca romana imperiale (I secolo dopo Cristo) facenti parte del terme annesse alla domus, la villa venuta progressivamente alla luce durante i recenti scavi della scorsa estate sulle tracce degli originari sondaggi del prof. Gervasio negli anni Trenta.

Ha dichiarato Nino Vinella, presidente del Comitato italiano pro Canne della Battaglia: “Stiamo monitorando passo dopo passo quanto accade e dobbiamo ringraziare in particolare la Gazzetta Nord Barese per il sostegno fornito alla nostra campagna di stampa nel corso della quale abbiamo denunciato lo stato di abbandono in cui versava scandalosamente l’area archeologica delle terme romane di San Mercurio, fresca di scavi archeologici, dopo nemmeno un mese dalla loro conclusione. Il pericolo incombente erano l’assoluta mancanza di vigilanza, che ci assilla ancora, e soprattutto in previsione dell’inverno le ultime abbondanti piogge, che rischiavano di compromettere sul nascere i lavori finanziati con cospicui fondi regionali e comunitari eseguiti in queste terme, un interessante complesso oggetto di nuovi studi sulla presenza romana nella Canne post-annibalica, e dove hanno agito a luglio anche gli amici volontari dell’Archeoclub d’Italia nelle loro attività didattiche del campo-scuolla concertate con la Soprintendenza”.

Ma aggiunge sempre Vinella: “Abbiamo potuto verificare l’interesse dell’assessorato ai lavori pubblici alla tutela delle opere che sono costate tanti soldi alla collettività ed altrettanta fatica, soprattutto sotto la spinta del Comitato e degli organi d’informazione a mezzo stampa e tv che hanno raccolto i rilanciato i nostri appelli. Sicuramente si tratta di un grosso passo avanti, e ringraziamo per questi provvedimenti di emergenza, ma non può bastare questa temporanea messa in sicurezza a mettersi a posto la coscienza. Vogliamo ricordare a tutti i lettori ed ai barlettani in particolare che basta farsi una passeggiata a poche centinaia di metri per vedere in che condizioni si trova l’altra area archeologica in località Antenisi, espropriata come San Mercurio dal Comune di Barletta negli anni Ottanta e dal Comune stesso abbandonata a se stessa dopo averla inizialmente recintata allo stesso identico modo! Anche allora si esultò e si fecero grandi promesse, quando emersero in quei sondaggi e scavi dalle tombe a grotticella del III secolo avanti Cristo importanti anfore e corredi funerari: poi l’esproprio, la recinzione con rete metallica e… il dimenticatoio. Oggi Antenisi è uno squallore, ridotta praticamente ad un pascolo con erbacce alte così che possono prendere fuoco e rete devastata, un triste spettacolo: ma con l’aiuto dei cittadini, noi impediremo che finisca così anche San Mercurio, parola del Comitato”.



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