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CANNE DELLA BATTAGLIA:
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Mensile telematico di archeologia, turismo, ambiente, spettacolo, beni e attività culturali, costume, attualità e storia del territorio in provincia di Barletta–Andria-Trani e Valle d’Ofanto

Iscritto in data 25/1/2007 al n. 3/07 del Registro dei giornali e periodici presso il Tribunale di Trani. Proprietario ed editore: Comitato Italiano Pro Canne della Battaglia - Barletta (BT)

 

27/08/2009.  L'ANNIVERSARIO DELLA COLONNA DI CANNE DELLA BATTAGLIA E L'INDAGATORE DEL PROPRIO INCUBO.


Dylan Dog, il misterioso "indagatore dell'incubo", dal mondo dei fumetti si é affacciato ieri su questa pagina ponendo una serie di quesiti pubblici al limite dell'assurdo storico... Risvegliatosi infatti dalla controra estiva, il personaggio ha interrogato sull'effettiva età della colonna commemorativa sulla Cittadella di Canne della Battaglia. Siccome gli piace l'aldilà, crediamo sia utile fargli rispondere direttamente dal prof. Michele Gervasio, lo scopritore dei sepolcreti: ma non dall'oltretomba (che sarebbe davvero troppo!) bensì dalle pagine dell'eminente rivista Japigia edita in quegli anni ruggenti dall'Università di Bari, con successivo intervento nella terza pagina culturale della Gazzetta del Mezzogiorno del 14 marzo 1939, dove Gervasio scrive così, con stile diretto ed un tantino retorico come usava in quegli anni, riprendendo gli stessi concetti della rivista che ospitava lo studio "Scavi di Canne" nel volumetto corredato da foto ed immagini: "L’unità politica e civile del Mare Mediterraneo fu il capolavoro dello spirito costruttivo di Roma: Canne sta nel centro del grandioso panorama, e i morti, che da oltre due millenni dormono in quei 23.000 metri quadrati, sono quanto di più sacro abbia mai avuto la patria italiana. E quante altre memorie riassume questo lembo di terra pugliese! Quante vicende, dai remoti tempi della pietra a quelli dei monumenti megalitici e dell’età del bronzo, dalla età del ferro alle leggende dell’epopea omerica, dai fasti della libertà italica agli imperatori di Roma; e poi il vescovato cristiano, e poi Bisanzio, e poi i Goti, i Longobardi, i Saraceni, i Normanni, gli Angioini…
In attesa, l’Ente fascista per la tutela dei monumenti di Bari ha innalzato sulla collina di Canne una colonna di granito, alta tre metri, rinvenuta negli scavi; e sulla base, ai lati dell’ «anno XVII», ha inciso le parole di Livio: «Nessun altro popolo avrebbe resistito a tanta rovina», e le altre non meno scultoree di Polibio: Uomini valorosi furono, e degni di Roma". L'era fascista contava gli anni dal 1922, marcia su Roma, e dunque 1922 più diciassette in numeri romani, oplà fa 1939, giusto settant'anni fa, con tanto di perfetto annullo postale a ricordo.
Simile definitivo riscontro getta serie problematiche commerciali all'editore di turno da cui il nostrano indagatore dell'incubo ha evidentemente attinto la falsa notizia, editore pseudo-barlettano costretto adesso a cestinare intere scorte di libri invenduti della "sua" storia di Canne, dove si parla invece del 1938 e del podestà Michele Picardi, scellerato autore di ben altro scempio quando si eresse il liceo classico Casardi in via d'Aragona (quello dei due imponenti fasci littori sulla facciata), con la cancellazione dell'area cimiteriale risalente fino al 1528 ed oggi solo in parte visibile ad angolo con via Vitrani, di fronte alla scuola elementare Fraggianni.
Prendersela poi con i testimoni autenticamente oculari di una certà eta, che hanno visto di persona i fatti narrati, é azione ignobile e automutilante: specie se proprio uno di loro, l'andriese Mimì Lomuscio, classe 1935, ha avuto parole di elogio per Oronzo Pedico e la sua meritoria opera storiografica e d'impegno civile nella cultura cittadina, l'unico... "dottore" degno di tale nome.
Lasciamo infine al nostrano indagatore del proprio incubo quotidiano di ammodernare i propri strumenti di consultazione facendosi accompagnare nella dolce navigazione su internet, dove infine apprenderebbe (www.comitatoprocanne.com) che il Comitato Italiano pro Canne della Battaglia, istituito con rogito notarile affisso all'albo pretorio del comune di Barletta, é presente da anni con propri uffici fiduciari di rappresentanza sull'intero territorio nazionale, ai sensi del vigente statuto depositato in tribunale e della normativa sul volontariato sociale, finora in cinque regioni: Lombardia (Milano), Friuli Venezia Giulia (Trieste), Toscana (Firenze), Lazio (Roma) e Campania (Napoli), dopo aver stretto intese e protocolli operativi con diversi soggetti di rango nazionale, buon ultimo l'atto sottoscritto pubblicamente proprio lo scorso 2 agosto (testimoni il sindaco Maffei e il presidente della provincia Ventola) a Canne della Battaglia con l'Associazione di protezione ambientale Asstrai con sede in Roma e presieduta dal dott. Michele Marino, dirigente di Palazzo Chigi con responsabilità nella Protezione Civile. L'apertura di altre rappresentanze é prevista nei prossimi mesi semplicemente perché... Canne della Battaglia é patrimonio dell'intera nazione, unico sito archeologico statale all'interno della Sesta Provincia.

Nino Vinella
Comitato Italiano Pro Canne della Battaglia
Barletta
lunedì 17 agosto 2009

• BARLETTA - PEDICO A PROPOSITO DEL SIMBOLO DI CANNE

«Ma quella colonna fu eretta nell’agosto 1938»


Il due agosto, l’annullo sempre impostato dal Comitato riporta una data errata “1939” celebrante nel 2009 il 70° anniversario della installazione sull’esterno Ovest della collina di Canne una colonna commemorativa della Battaglia del 216 avanti Cristo. Ma non è così. L’erezione di una colonna, tenacemente voluta dal professor Michele Gervasio, per il ritrovamento del «Sepolcreto annibalico» fu organizzata da podestà Michele Picardi e si concluse con la cerimonia di innalzamento di una colonna di tre metri il 2 agosto del 1938», ad affermarlo è il dottor Pasquale Pedico, componente della sezione della Società di Storia Patria, sezione di Barletta.
Continua Pedico: «Se poi vogliamo non tener conto degli atti esistenti in archivio ed affidarci alla testimonianza di un undicenne e addirittura di un bambino di tre anni vale la pena riderci su. Per ultimo, vorrei porre una domanda al presidente del Comitato pro Canne: perché italiano? Il presidente evidentemente ignora la legge del 7 dicembre del 2000 che regola le associazioni di promozione sociale a carattere nazionale: «devono svolgere attività in almeno 5 regioni ed almeno 20 province del territorio nazionale”.» >>>








 

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