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Mensile telematico di archeologia, turismo, ambiente, spettacolo, beni e attività culturali, costume, attualità e storia del territorio in provincia di Barletta–Andria-Trani e Valle d’Ofanto

Iscritto in data 25/1/2007 al n. 3/07 del Registro dei giornali e periodici presso il Tribunale di Trani. Proprietario ed editore: Comitato Italiano Pro Canne della Battaglia - Barletta (BT)

 

29/10/2009.  BARLETTA – COME FU RITROVATO IL FAMOSO BUSTO DI FEDERICO II: ERA L’AGOSTO DEL 1929, IN UNA MASSERIA VICINO A CANNE DELLA BATTAGLIA….

Il canonico Mons. Giuseppe D’Amato (Barletta 1886-1984), popolare figura di sacerdote e storiografo locale autore di numerose pubblicazioni, socio fondatore del ricostituito “Comitato Pro Canne della Battaglia” nel 1979 sotto la presidenza del Prof. Antonio Paolillo, ricorda così nel suo libro “Barletta nella sua storia militare dall’anno Mille ai nostri giorni” (Rizzi & Del Re 1973), il ritrovamento del mezzobusto di Federico II:

“Il ritrovamento del mezzobusto di Federico II fu del tutto fortunoso. Nell’agosto del 1929 mi recai, per ragioni di studio e di ricerche, nella zona di Canne e dintorni e verso Canosa. All’interno del cortile di una masseria, in contrada Casalonga, nei pressi della fonte Regina Giovanna, con mio massimo stupore, rinvenni un mezzobusto, alla cui base potei leggere parte di un’iscrizione corrosa dal tempo: DIVI I CAE, che interpretai DIVI I (IULI) CAE (SARIS), Divo Giulio Cesare, interpretazione che successivamente doveva risultare errata…”

Clicca qui per leggere le 6 pagine dal libro di Mons. D’Amato dove si racconta il ritrovamento del busto dell’Imperatore svevo conservato nel Castello di Barletta come unico al mondo

La biografia di Mons. Giuseppe D’Amato http://www.ilfieramosca.it/personaggi/damato/damato.html

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Il «caso Federico II di Svevia» tiene ancora banco con diverse prese di posizione. La nuova occasione per ravvivare il dibattito è stato l’incontro promosso dalla Fidapa per inaugurare il suo anno sociale 2009-2010 con il giornalista Marco Brando (nella foto), autore del libro «Lo strano caso di Federico II di Svevia - Un mito medievale nella cultura di massa». Alla presenza di un folto pubblico, composto in prevalenza da tantissimi studenti, sono intervenuti con l'autore il prof. Antonio Brusa (Docente di Didattica della Storia presso l’Università degli Studi di Bari) e il dott. Francesco Violante (ricercatore presso il Centro Studi Normanno-Svevo dell’Ateneo di Bari), entrambi medievalisti dell'Università degli sudi di Bari. L'incontro ha riscosso il patrocinio dell’Amministrazione comunale di Barletta, rappresentata nella circostanza dal Sindaco Ing. Nicola Maffei.
L’appuntamento ha assunto un significato particolare in quanto ormai da diverse settimane è in corso un dibattito avviato dalla valutazione del valore storico e artistico del busto conservato nel castello di Barletta. Per una delle parti in causa il busto raffigura l’unica immagine certa dell’imperatore svevo noto anche con l’appellativo di «Puer Apuliae» per la sua lunga permanenza in Puglia e l’amore per la nostra terra. Per altri sarebbe un manufatto privo di qualsiasi valore e, comunque, sopravvalutato.
Ben presto però lo scontro si è trasferito su un altro, e ben più complesso, piano: la valutazione della figura storica dell’imperatore svevo, figura già di per sè controversa per il ruolo avuto nei rapporti con la Chiesa e l’Islam, considerato a volte come sanguinario despota, altre come precursore del Rinascimento e dello Stato nazionale unitario.
Va sottolineato comunque che le due posizioni sono le punte dell’iceberg di posizioni ancora più complesse esistenti in ambito accademico, non solo ma che spesso gli interventi registrati sono stati caratterizzati da una buona dose di approssimazione e semplicismo.





 

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