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Mensile telematico di archeologia, turismo, ambiente, spettacolo, beni e attività culturali, costume, attualità e storia del territorio in provincia di Barletta–Andria-Trani e Valle d’Ofanto

Iscritto in data 25/1/2007 al n. 3/07 del Registro dei giornali e periodici presso il Tribunale di Trani. Proprietario ed editore: Comitato Italiano Pro Canne della Battaglia - Barletta (BT)

 

22/01/2010.  PAESAGGIO - MANO DURA DEL GIUDICE SU CHI RUBA LE "CHIANCHE" NELLE ANTICHE MASSERIE.

Una storia analoga a quanto accade nelle campagne lungo l'Ofanto e nell'agro di Canne della Battaglia... RUVO - Le «chianche» vanno sì a ruba, ma si può finire sotto processo con la fedina penale bollata da una dura condanna. Ne sa qualcosa un giovane 32enne, A. M., originario di Bitonto, con a carico numerosi precedenti. Aveva rubato 168 antiche chianche in pietra strappate allâÂ?Â?interno di unâÂ?Â?abitazione in un podere dellâÂ?Â?agro di Corato. LâÂ?Â?uomo è finito in tribunale e dopo anni di udienze è stato condannato a 2 anni e 8 mesi di reclusione, più mille euro di multa. La mano pesante del giudice, Ugo Bassi, inflitta nei confronti del giovane. EâÂ?Â? la pena esemplare per chi viene beccato a rubare il genere di materiale «prezioso» utile ad alimentare il mercato nero e ad abbellire i pavimenti di case, ville, loft e residenze di prestigio. Il furto delle vecchie chianche, infatti, risale ad alcuni anni fa, al giorno della Befana del 2005. Giorno in cui il giovane fu beccato dai carabinieri di Molfetta, alle prime ore del giorno, mentre viaggiava lungo la statale 16-bis con un carico pieno zeppo di basole antiche. Il furgone - secondo quanto testimoniato dai militari durante il processo - era talmente carico che per poco non urtava il fondo sullâÂ?Â?asfalto. Sul mezzo, a quellâÂ?Â?ora, era stata stipata la numerosa refurtiva in pietra, con la parte liscia asciutta e la parte opposta ancora sporca di terreno umido. Chianche sottratte da una residenza in una campagna nellâÂ?Â?agro di Corato. Al fermo dei militari lâÂ?Â?uomo sembrò piuttosto imbarazzato nel motivare la provenienza del carico, e nonostante il pieno inverno iniziò a sudare e a balbettare. Non esibì nemmeno uno straccio di documento sulla provenienza del materiale rinvenuto nel furgone. Il mezzo tra gli altri risultò essere intestato ad unâÂ?Â?altra persona. Dai successivi accertamenti emerse la coincidenza di come, lo stesso giorno e alcune ore prima, fu presentata denuncia a Corato di un furto di basole antiche, rubate dallâÂ?Â?abitazione in campagna. Al riconoscimento e sulla base di alcuni indizi (schegge e pezzi compatibili con le lastre di pietra oltre al numero di metri quadri) anche il proprietario riconobbe le proprie chianche. Tracce e prove inequivocabili che hanno permesso di comporre il «puzzle» di tutta la vicenda e subìre la condanna. Luigi Elicio Fonte: La Gazzetta on the web venerdì 22 gennaio 2010 Clicca qui per saperne di più: http://www.lagazzettadelmezzogiorno.it/GdM_dallapuglia_NOTIZIA_01.php?IDNotizia=303313&IDCategoria=1

Nella foto di repertorio, il basolato in pietra lavica prospiciente la Cattedrale di San Sabino a Canosa di Puglia





 

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