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Mensile telematico di archeologia, turismo, ambiente, spettacolo, beni e attività culturali, costume, attualità e storia del territorio in provincia di Barletta–Andria-Trani e Valle d’Ofanto

Iscritto in data 25/1/2007 al n. 3/07 del Registro dei giornali e periodici presso il Tribunale di Trani. Proprietario ed editore: Comitato Italiano Pro Canne della Battaglia - Barletta (BT)

 

14/02/2006.  L'anniversario della Disfida dimenticato: è rimasto in colpevole silenzio anche il Parco letterario.

INTERVENTO / L'accorata disamina di Nino Vinella per un assurdo silenzio su una pagina di storia che fa inorgoglire

Le Istituzioni distratte, neppure un manifesto


C'era una volta la Disfida di Barletta del 13 febbraio 1503. Molto più di una data storica, un grande anniversario che rimescola il sangue e ti fa salire la pressione dell'orgoglio. In un momento rivedi nei tuoi occhi Gino Cervi nella pellicola di Blasetti del 1938, il giuramento nella Cattedrale, gli araldi a cavallo, la cantina, il combattimento? Oggi sono trascorsi esattamente 503 anni da quel giorno: ma chi se ne ricorda? E soprattutto chi lo fa ricordare a tutti noi, alla gente, ai più distratti, e magari a chi ha ancora voglia di sentirsi barlettano attraverso le gesta di Ettore Fieramosca e soci che di barlettano avevano soltanto la residenza temporanea? Nuove date si sono sostituite nel nostro calendario: la giornata della memoria, il giorno del ricordo. Tutte onorevoli ed onorabili. Ma Barletta che si dimentica del suo "capodanno" storico, della madre di tutte le sue ricorrenze più o meno ufficiali, ci pare proprio un assurdo. Ma attenti: in questo ragionamento non c'entra la piazza denominata di recente 13 febbraio 1503 con tanto di monumento al condottiero italiano che indica al nemico francese la via dell'esilio dopo la sconfitta. Nessuno vuole degradare la memoria di Fieramosca a? spartitraffico, ci mancherebbe! E' il silenzio delle cosiddette istituzioni che ci preoccupa: in un Comune governato dal commissario prefettizio sarebbe stato fin troppo facile ai dirigenti più solerti segnalare l'approssimarsi della giornata, mettere in moto l'area comunicazione, stampare almeno un manifesto che rendesse visibile il 13 febbraio non come vigilia di un San Valentino qualunque ma come origine stessa di una malintesa barlettanità in Italia e nel mondo? Nessuno ha mosso un dito, niente di tutto questo è accaduto. Nemmeno il Parco letterario Fieramosca-d'Azeglio, benemerita e provvidenziale struttura di marketing culturale del territorio, ha sobbalzato. Insomma, un generale elettroencefalogramma piatto, un black-out della memoria, un completo addio alle armi. Grazie alla Gazzetta, allora. Giornale fatto di carta che alla carta stampata affida le idee e in questo caso colma e riempie il vuoto di un assordante silenzio, suggerendoci di tornare alle origini di questa nostra storia. Ed allora, per tutti quelli che la Disfida non sparisce dal 13 febbraio, l'appuntamento è scolpito nel marmo della nostra Cattedrale, sulla parete esterna di Santa Maria Maggiore. Dove il collega cronista di quel tempo fece incidere in maniera incancellabile nel giornale di pietra la prima "notizia" su quella Disfida con le seguenti parole che vi invitiamo tutti a rileggere facendo due passi verso la Cattedrale: «Del Gran Capitano in Barletta nell'anno del Signore 1503 fue la Gran Victoria, et proprie in anno sexte indictionis. Fecit Belisarius Galibertus de Barolo». Fu quella notizia a fare la differenza e fu quella notizia ad annunciare la storia. Possono sparire i manifesti, possono dimenticarsi i comunicati della propaganda, potrà incepparsi perfino il Parco letterario. Come pure potranno tornare alla ribalta i gestori dei piani strategici e dei grandi lifting storico-culturali a pane, burro e marmellata. Ma questa pietra continuerà a parlare. Come il nostro cuore.

Nino Vinella
Presidente del Comitato italiano Pro Canne della Battaglia


Fonte: La Gazzetta del Nord Barese 13/02/2006


La Disfida «invisibile»

Nessuna commemorazione per Ettore Fieramosca

Barletta - Il 13 febbraio sarà il 503° anniversario, ma l'evento non ha alcuna eco


Un anniversario in sordina, i 503 anni dell'epica Disfida rischiano di passare nel più completo silenzio. Eppure sono passati solo tre anni dal Cinquecentenario celebrato con grande fasto e clamore e appena pochi mesi dal certame cavalleresco che ha ormai trovato la sua collocazione privilegiata in estate. Spenti i riflettori e calato il sipario non ci resta che ricordare i festeggiamenti passati.

«Si convenneno che in campo sicuro, a battaglia finita, combattesino insieme tredici uomini d'arme franzesi e tredici uomini d'arme italiani; e il luogo del combattere fu statuito in una campagna tra Barletta, Andria e Quadrato, dove si conducessino accompagnati da determinato numero di gente» questo è l'inizio del resoconto che Francesco Guicciardini fa della Disfida di Barletta nella sua Storia d'Italia. Una volta che i campioni italiani avevano dimostrato «ciascuno di loro egregiamente la sua virtù», lo storico fiorentino, che all'epoca della celebre sfida aveva vent'anni, si dilunga nel raccontare le celebrazioni seguite alla vittoria. «I quali raccolti con grandissima letizia dà suoi, e ricontrando poi Consalvo che gli aspettava a mezzo il cammino, ricevuti con incredibile festa e onore, ringraziandogli ciascuno come restitutori della gloria italiana, entrarono come trionfanti, conducendosi i prigioni innanzi, in Barletta; rimbombando l'aria di suono di trombe e di tamburi, di tuoni d'artiglierie e di plauso e grida militari».

Anche l'Anonimo Autore di Veduta parla dell'accoglienza trionfale riservata a Fieramosca e ai suoi cavalieri in città: « fuochi per le strade, li lumi per ciascuna finestra musiche di suoni, e canti, non se potrian per umana lingua narrare a compimento». Nell'800 la riscoperta del fatto d'arme, portato alla ribalta dal romanzo di Massimo D'Azeglio, e l'inizio di un periodo di rinnovato clamore attorno allo storico evento. Tanto che il 13 febbraio del 1903 per il quarto centenario Barletta venne illuminata a festa con luminarie a gas e acetilene, addobbata da stemmi, bandiere e manifesti. Pontificale solenne in S. Maria Maggiore, banchetto esclusivo in biblioteca, processione con la celebre icona ribattezzata «Madonna della Sfida», fiaccolata e fuochi pirotecnici a suggellare i 4 secoli dalla famosa Disfida. L'eco delle manifestazioni arrivò fino a Roma e, come riporta Oronzo Pedico, il 13 febbraio il Senato approvò il seguente ordine del giorno: «Il Senato lieto della concordia della Nazione per la festa di memore gratitudine, che oggi si celebra in Barletta».

È precisamente al 1937 che si fa risalire un'altra importante celebrazione culminata nell'apertura della cantina della sfida al cui restauro aveva collaborato il Duce in persona, donando ben 50.000 lire. Nel '61 nascerà il Comitato «Madonna della Disfida» che avrà in don Peppuccio D'Amato e nel cav. Damiano Daddato i due principali artefici. Il resto è storia recente. Una storia che però non può fermarsi ai fasti delle celebrazioni del quinto centenario ma deve unire alla passione per la propria città, costanza e creatività.

Marina Ruggiero

Fonte: La Gazzetta del Nord Barese 12/02/2006













 

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