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Mensile telematico di archeologia, turismo, ambiente, spettacolo, beni e attività culturali, costume, attualità e storia del territorio in provincia di Barletta–Andria-Trani e Valle d’Ofanto

Iscritto in data 25/1/2007 al n. 3/07 del Registro dei giornali e periodici presso il Tribunale di Trani. Proprietario ed editore: Comitato Italiano Pro Canne della Battaglia - Barletta (BT)

 

20/03/2006.  PROVE DI FALCONERIA A CANNE DELLA BATTAGLIA.

Prove di falconeria a Canne della Battaglia. Sono in programma a cura dell’Associazione Falconieri Pugliesi, nel cui ambito opera il Gruppo L’Artiglio: i soci daranno vita ad alcune lezioni dell’arte della falconeria previste dopo la metà aprile, con dimostrazioni pratiche a beneficio del pubblico che visiterà l’area archeologica ed i suoi dintorni.
L’iniziativa nasce dalla stretta collaborazione sul territorio fra il Comitato Italiano Pro Canne della Battaglia, l’Associazione Falconieri pugliesi e la Parrocchia Santuario di San Ruggiero, che ospiterà le attività in concomitanza alla riapertura al culto della struttura oggi retta da don Angelo Di pasquale.
Gli scopi dell’iniziativa rientrano da un lato nella sempre maggiore divulgazione della disciplina su scala locale e dall’altro nella concomitanza storica del 730° anniversario della traslazione dei resti mortali del santo vescovo Ruggiero da Canne a Barletta nel giorno 27 aprile 1276: la falconeria agirà da particolare ed originale “testimonial”, permettendo approfondimenti di conoscenza sugli stili di vita di quel tempo, attraverso le dimostrazioni offerte dagli esperti.

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LA FALCONERIA

(Scheda storica e tecnica a cura di Saverio Filograsso – Associazione Falconieri Pugliesi Gruppo L’Artiglio)


www.associazionefalconieripugliesi.it

Spiegare cosa sia la Falconeria alle persone, e far capire cos'è celato in essa, è veramente complesso.
Le sue radici prendono linfa dalle immense distese della Cina e della Mongolia, radici messe più di duemila anni fa. I frutti di questa fantastica unione tra rapaci e uomini sono maturati in tutto il mondo, passando per tutto l'Oriente, l'est europeo e l'Europa stessa, ed ormai, anche in America, segnando, sotto gli occhi di questi nobili uccelli, mille storie, trattati e soddisfazioni di singoli uomini.
La Falconeria, "De Arte Venandi cum Avibus", come scrisse Federico II di Svevia, nipote del Barbarossa, é l'arte di cacciare con gli uccelli. Arte? Sì, proprio arte perché tutta la Falconeria è un intreccio di piccoli capolavori che portano al risultato finale, ovvero il volo del falco.
Le più antiche rappresentazioni dei falchi si ritrovano in Egitto. Tra i geroglifici della tavolozza di Narmer, risalente alla prima dinastia si ritrova l'immagine di un Falco sacro (Falco cherrug). La cosa importante è però il fatto che gli egiziani riconoscessero quest'animale come una divinità, e non lo utilizzassero in realtà per la Falconeria. In lui vedevano il dio Horus, il dio del sole.
Scene di caccia con il falco sono riportate nei disegni e dipinti murali rinvenuti nelle tombe di dinastia Han (206 a.C.). Altre rappresentazioni risalgono invece alla dinastia T'ang, ma molto più tardi, ovvero nel 618 d.C. Altre notizie inerenti alla Falconeria le ritroviamo tra gli scritti di Marziale e Appiano dove si parla di sparvieri al servizio dell'Imperatore. Nel 330 d.C. invece, Giulio Firmico Materno cita un "nutritores accipitrinum falconum" e nel 480 Sidonio Apollinare loda Eudicio, il figlio dell'Imperatore Aviano, per aver introdotto per primo la caccia coi falchi.
Alcuni importanti interventi si osservano in ambito religioso e durante l'Impero di Carlo Magno. Nel 506 d.C. il Consiglio di Agda proibisce agli ecclesiastici di praticare la Falconeria, proibizione poi ribadita nei concili di Epaon nel 517 d.C. e di Macon nel 585 d.C., e di ciò se ne parla anche nella legislazione longobarda.
In seguito Carlo Magno pubblica un editto con cui viene punito chiunque rubi un falco addestrato, con una multa, oltre che con la restituzione di un altro falco di pari bravura.
In Italia appaiono due fronti diversi nella Falconeria: il primo è quello siciliano degli arabi e dei nobili normanni, mentre al nord venne appresa dai Germani. Quando avviene l'unione degli svevi e dei normanni, queste due direttrici s'incontrano e si fondono. Il primo cultore siciliano fu il normanno Ruggero II, ma anche Federico Barbarossa e suo padre praticavano la Falconeria.
Ma l'uomo che ancora oggi è ricordato, per la Falconeria e per avere introdotto i principi dello Stato Moderno, è sicuramente l'eclettico Federico II di Svevia, nipote del Barbarossa. Secondo lui una giornata senza caccia con il falco era una giornata persa.
Federico, nato nel 1154 a Jesi, in una tenda posta nella piazza principale della città, ebbe un'infanzia molto particolare perché crebbe in una corte multietnica, dove si mescolavano cristiani, ebrei e mussulmani. Probabilmente proprio questo fu l'humus che permise il fiorire di una mente che riuscì a dimostrarsi avanti rispetto alla mentalità del suo tempo. Nel Rinascimento, la Falconeria esplode, raggiungendo il suo massimo assoluto e divenendo il simbolo della fierezza, forza, bellezza, e dell'indomito coraggio, ovvero tutte le qualità che il cavaliere crociato e poi il nobile del Rinascimento, quasi veneravano. Per il crociato era il simbolo della vittoria sui nemici, ed essi fuggivano quando egli appariva, così come fuggono gli uccelli alla vista del falco. Per il nobile medievale il falco era un importante simbolo che veniva apposto sui portali dei castelli come stemma araldico.
Il valore della Falconeria oggi non ha più quello sfondo simbolico del passato. I falchi oggi utilizzati per la pratica della Falconeria sono tutti obbligatoriamente nati in cattività e nulla è più sottratto alla Natura. La Falconeria è una passione molto difficile. Richiede sacrifici e fatica e una costanza che non deve mai venire meno. Chi la pratica ha in mano animali preziosi, nobili e da rispettare.






 

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