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CANNE DELLA BATTAGLIA:
RIPULIAMO DALLO SCEMPIO LA FONTANA DI SAN RUGGIERO
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Mensile telematico di archeologia, turismo, ambiente, spettacolo, beni e attività culturali, costume, attualità e storia del territorio in provincia di Barletta–Andria-Trani e Valle d’Ofanto

Iscritto in data 25/1/2007 al n. 3/07 del Registro dei giornali e periodici presso il Tribunale di Trani. Proprietario ed editore: Comitato Italiano Pro Canne della Battaglia - Barletta (BT)

 

.  LA RIQUALIFICAZIONE TURISTICA DI CANNE DELLA BATTAGLIA E DELLA COSTA OFANTINA.

A cura dell'Architetto Vincenzo Rutigliano (Trinitapoli)

L’Ofanto, oltre a costituire un’importante riserva idrica e quindi una considerevole risorsa economica della nostra agricoltura, rappresenta un momento essenziale della nostra identità culturale.
Oggi si fa un gran parlare dell’Ofanto, della sua storia, della sua recente decadenza, dei numerosi tentativi per cercare di recuperarlo all’eco-sistema ambiente della nostra regione con iniziative governative e centralizzate prima, comunali e periferiche poi, senza tuttavia mai riuscire a dare a questi pur apprezzabili tentativi uno slancio ed uno sviluppo operativi.
Da ultimo la regione Puglia e la provincia di Foggia, col progetto
Natura al Futuro, hanno sensibilizzato le nostre scuole di ogni ordine e grado e le comunità locali del territorio pugliese. Varando un programma–concorso di educazione ambientale sulla conservazione della natura, hanno polarizzato l’attenzione del mondo della scuola verso le numerose problematiche ambientalistiche regionali e comprensoriali, al fine di tracciare percorsi e proposte attuative per la realizzazione di progetti di educazione ambientale.
L’area di studio si presenta dal punto di vista dell’altimetria ,
una zona abbastanza varia caratterizzata dalla presenza di una fascia costiera bassa e sabbiosa, a ridosso del mare
Adriatico una zona, la maggior parte del territorio, in pianura caratterizzata dalla presenza di numerose colture agricole principalmente a basso fusto e colture orticole.
Per la restante superficie il territorio e’ caratterizzato dalla presenza di non rilevanti asperita’ del terreno che vanno via via aumentando di quota sino a raggiungere i 200 metri sul livello del mare.
In prossimita’ di Canne della Battaglia siamo in ordine di altezze intorno ai 60-70 metri, quindi vette non eccezionali ma che permettono all’osservatore di poter godere di una vista su tutta la pianura sottostante che si affaccia sulla valle dell’Ofanto.
Il territorio e’ molto sfruttato dal punto di vista agricolo, unica fonte di reddito e di lavoro per i paesi all’interno del comprensorio.
La maggior parte di questo viene utilizzato per la coltivazione di vigneti specializzati, coltura che ben si adatta sia alle condizioni climatiche dell’area che all’andamento altimetrico del terreno.
La produzione agricola di tutta l’area possibile grazie alla buona disponibilita’ di risorse idriche presenti nel sottosuolo e’ resa possibile in parte anche alla presenza del corso d’acqua.
Dall’analisi territoriale effettuata e dalle informazioni recepite osservando il territorio, emergono alcune osservazioni e cioe’ la separazione di tre aree particolari:
- Canne della Battaglia
- Il Basso Ofanto
- La Zona Umida di Foce Ofanto
La zona archeologica di Canne della Battaglia ricopre una vasta superficie di terreno la quale nelle previsioni di progetto verra’ utilizzata per collegare tramite sentieri pedonali e ciclabili la Cittadella, il museo, i sepolcreti paleocristiani, masseria Canne, la fontanella ed in fine il lungofiume.
Il basso Ofanto e’ quel tratto di fiume che fa da cerniera tra la foce e la zona archeologica.
In questo tratto e’ interessante scoprire l’andamento sinuoso del fiume dovuto anche alla poca pendenza che ne caratterizza il percorso.
La zona umida della foce e’ caratterizzata dalla presenza di specchi d’acqua che favoriscono lo stazionamento di varie specie di volatili di passo e non.
Interessante e’ il fenomeno che sta’ investendo negli ultimi anni la foce trasformandosi da delta ad estuario.
La zona residenziale della Fiumara, enorme complesso edilizio della dfine degli anni ’70 sottolinea come la presenza dell’uomo puo’ cambiare l’aspetto di un luogo naturale in modo poco consono all’ambiente circostante.
L’obiettivo fondamentale e’ quindi principalmente eliminare la separazione tra le diverse aree del territorio e ridare unita’ al paesaggio cogliendo all’interno di questo la storia e la cultura che lo hanno attraversato nel corso dei secoli.
L’asse di tutto e’ rappresentato dal sito di Canne della Battaglia per il quale e’ previsto il parco archeologico.
Un sistema di collegamenti unira’ la Cittadella con i sepolcreti paleocristiani la fontanella e cosi’ via.
Il progetto del parco fluviale e’ costituito essenzialmente da un percorso naturalistico che collega la zona umida della foce del fiume a quella archeologica.
Al suo interno aree attrezzate per la sosta e sentieri naturali entro le anse riporteranno alla mente scorci di paesaggi rappresentati da De Nittis lungo l’Ofanto.
Dalla attenta analisi degli strumenti urbanistici vigenti nei comuni a ridosso dell’area di studio emerge, come il territorio non sia investito dalla presenza di vincoli particolari.
Per quanto riguarda l’area archeologica di Canne della Battaglia il comune di Barletta ha destinato le aree acquisite tramite esproprio a Parco Archeologico quindi con la possibilita’ di sviluppare progetti al suo interno inerenti l’archeologia.
La presenza all’interno delle aree espropriate di alcune delle masserie piu’ importanti dell’intero territorio da’ spunto per l’eventuale progettazione e recupero di manufatti,in modo tale da incrementare l’affluenza turistica attratta non solo dalla presenza delle rovine e dal museo Cannese ma che potrebbe essere appagata anche dalla presenza di altri servizi,come mostre temporanee allestite all’aperto, manifestazioni di archeologia sperimentale ecc.
Quali sono le prospettive che attendono il futuro del bacino idrografico dell’Ofanto?
Certo non si presentano molto rosee, e non si puo’ negare che molti danni arrecati fin qui’ siano irrimediabili.
L’immediato futuro della sopravvivenza del fiume e del suo circostante habitat natural, sta soprattutto nella capacita’ che avranno i comuni ch’esso lambisce, di raccordarsi per un’azione comune, applicando le leggi dello Stato, che non mancano,e le relative determinazioni attuative della regione.
Sul piano legislativo, strettamente collegata col diritto alla
Salute sancito dall’art.32 della Costituzione, e’ la tematica, oggi molto sentita, della tutela dell’ambiente, garantita dagli artt. 9 e 32 della Carta Costituzionale.
Il secondo comma dell’art, 9 e’ finalizzato alla salvaguardia “ del paesaggio e del patrimonio storico-artistico “ e quanto al primo comma dell’ art.32 la Cassazione ha stabilito il principio che il diritto alla salute non puo’ essere considerato separatamente rispetto alla tutela dell’ambiente nel quale l’individuo esplica la sua personalita’, dovendosi invece ritenere che il diritto alla salute ricomprende insieme il diritto alla salubrita’ dell’ambiente circostante.
In applicazione di questi principi generali, in questi ultimi anni sono state promulgate alcune leggi inerenti la tutela del nostro ambiente:
- L. n. 1497del 29 giugno 1939 sulla protezione delle bellezze naturali;
- L.n. 625 del 13 luglio 1966 sull’inquinamento atmosferico;
- L.n. 319 del 10 maggio 1976 legge fondamentale sulla tutela delle acque dall’inquinamento;
- D.P.R., 616 del 14 luglio 1977 in tema di beni ambientali;
- D.M. n. 265 del 21 settembre 1984 in tema di tutela del paesaggio. Parzialmente annullato e sostituito dalla L.n. 431 dell’8/8/85.
- L.n. 431 dell’8 agosto 1985 recante disposizioni urgenti per la tutela delle zone di particolare interesse ambientale;
- L.n. 349 dell’8 luglio 1986 istitutiva del Ministero dell’Ambiente per la tutela della natura.In merito di danni ambientali.
- L.n. 183 del 18 maggio 1989 per la difesa del suolo ed in particolare per la tutela dei sistemi ecologici relativi ai corsi d’acqua di interesse Nazionale, fra cui l’Ofanto,tutelati dalla istituzione di un autorita’ di bacino con funzioni di coordinamento.
- L.n. 394 del 6 dicembre 1991, detta principi fondamentali per la istituzione e la gestione delle aree naturali protette, allo scopo di garantire e promuovere la conservazione e la valorizzazione del patrimonio naturale del Paese.
- C.M.n.149 del 17 aprile 1996 contenente indicazioni orientative in ordine alle tematiche inerenti sia l’educazione ambientale che le strategie di intervento operativo;
- L.R.n. 19 del 24 luglio 1997 contenente norme per la istituzione e la gestione delle aree naturali protette della regine Puglia. La legge individua su tutto il territorio pugliese, numerose aree aventi preminente interesse naturalistico ed ambientale da tutelare e valorizzare,fra le quali l’area naturale protetta della foce dell’Ofanto.
Sono aree in cui poter sperimentare ed attuare nuove forme di organizzazione del territorio, in cui valorizzare attivita’ produttive che siano compatibili con l’ambiente, in cui tutelare non solo i valori naturalistici ed ambientali, ma anche quelli culturali, storici ed artistici.





 
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